Lévanto – il Colletto – Monte Róssola
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 590 m circa
Dislivello in discesa: 40 m circa
Tempo: 2 – 2.15 ore
Ultima ricognizione: Febbraio 2017
È il percorso più frequentato per salire al Monte Róssola, un po’ più lungo e meno panoramico rispetto a quello che sale da Bonassola, ma meno faticoso e ripido. La salita si svolge lungo stradette e mulattiere di servizio a vecchie cave abbandonate dove si estraeva il “Rosso di Lévanto”.
Accesso
a) In treno fino alla stazione ferroviaria di Lévanto.
b) In automobile si esce al casello autostradale di Carrodano, da cui si imbocca il raccordo per Lévanto. Scesi al paese, ci sono due possibilità: si può parcheggiare presso la stazione ferroviaria; si può imboccare la SS332 in direzione di Bonassola e, al terzo tornante, deviare a destra per l’adiacente Convento della Santissima Annunziata, dove si trova un altro parcheggio.
Itinerario
Usciti dalla stazione (quota 17), si attraversa il parcheggio verso destra e si imbocca via On. Pietro Zoppi che scende verso il mare. Dopo una decina di metri si prende a destra un viottolo asfaltato che passa tra le case effettuando due curve a gomito. Si confluisce perpendicolarmente in un altro viottolo, che si segue verso sinistra costeggiando il cimitero di Lévanto; subito dopo si incontra salita San Francesco, una bella mulattiera che sale verso destra fino al Convento della Santissima Annunziata (41 m).
L’edificio fu costruito tra il 1449 e il 1460, fondato dall’Ordine Minore dei Francescani presso un’antica mulattiera che collegava Lévanto ai piccoli borghi del suo immediato entroterra. Nel 1613 fu teatro di una piccola tragedia: durante una cerimonia religiosa una navata crollò causando la morte di 17 persone.
Si piega a sinistra e si imbocca l’ex SS332 per Bonassola; la si percorre per circa mezzo chilometro, fino ad un minuscolo impluvio dove si trova un cartello stradale di pericolo (“mancanza di segnaletica orizzontale, protezioni laterali e strada deformata”). Si abbandona la strada e si imbocca a destra il sentiero CAI 671, che sale dolcemente a tornanti tra radi pini e arbusti. Passati sotto ad un elettrodotto, si sale sull’ampio dorso del Monte delle Streghe, che si segue pressoché in piano. Si lascia a sinistra una sterrata inerbita, quindi si scavalca il dosso più alto del costone (287 m). Con una breve discesa si raggiunge la località Crocéttola (262 m), ai piedi del Monte Róssola; qui si incontra una strada sterrata.
Poche decine di metri a sinistra si trova una grande cava abbandonata, da cui veniva estratto il “Rosso Levanto” (vedi riquadro a pag.). Questa pregiata pietra ornamentale è commercialmente nota come “marmo rosso”. Si tratta in realtà di un’oficalce: una breccia costituita da clasti di serpentinite (rossastri o tendenti al verdastro) cementati tra di loro da vene di calcite (bianche).
Si segue la strada sterrata in salita per poche decine di metri, passando accanto ad alcuni edifici in rovina, quindi si imbocca a sinistra un’ampia mulattiera, che sale più decisamente fino ad un’altra cava abbandonata. Si prosegue salendo dolcemente sul versante nord-est del Monte Róssola, tra radi pini, arbusti e macchie di lecci, con belle viste sul grazioso borgo di Lavaggiorosso. Si sorpassa una terza cava abbandonata, con accanto una costruzione in rovina, quindi si attraversa un versante spoglio e roccioso e, lasciato a destra un sentiero per Lavaggiorosso, si giunge al Colletto (459 m), sullo spartiacque tra i bacini di Lévanto e di Bonassola.
Si piega bruscamente a sinistra (segnavia 665), lungo un buon sentiero che aggira quasi in piano il rilievo della Rocca Gaibana, poi si porta sul crinale e lo percorre in ripida salita tra gli arbusti. Superato un panoramico tratto in piano, si passa accanto ad un pannello ripetitore e, con un’ultima breve salita, si è sulla piccola cima del Monte Róssola (563 m).
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