La Presa – Vigánego – Terrusso – Cisiano – Monte Cordona
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 830 m circa
Dislivello in discesa: 200 m circa
Tempo: 3 – 3.45 ore
Ultima ricognizione: Giugno 2020
Percorso piuttosto lungo, che percorre a mezza costa la Val Lentro seguendo le antiche mulattiere che collegavano i vari centri abitati. Giunti a Cisiano, l’ultimo paese della valle, una ripida salita porta al crinale della Catena Costiera, da cui in breve si sale al Monte Cordona. Nel primo tratto, alcune deviazioni permettono di visitare i pittoreschi laghetti formati dal torrente. Anche se i segnavia sono vecchi e stinti, il percorso non presenta particolari problemi di orientamento; fa eccezione il tratto tra Terrusso e Cisiano, che presenta un paio di bivi ingannevoli a cui prestare attenzione.
Accesso
a) Con la corriera ATP Genova-Torriglia si raggiunge la località la Presa (165 m).
b) In automobile, è consigliabile salire direttamente a Cisiano. Usciti dall’autostrada a Genova Est, si seguono le indicazioni per Piacenza e si risale la Val Bisagno. Superata la Presa, si devia a destra lungo la rotabile che porta a Vigánego, Terrusso e Cisiano. Giunti a Cisiano, si effettuano tre tornanti e si parcheggia in uno spiazzo subito a est rispetto al cimitero.
Itinerario
In corrispondenza dell’estremità superiore dell’abitato della Presa, si imbocca una rampa scalinata (via dei Partigiani; segnavia: cerchio rosso pieno e uguale rosso), poi si prosegue lungo una mulattiera che sale tra le case con alcune svolte, poi entra nella boscaglia. Presso una cabina elettrica si incontra la strada asfaltata che collega la Presa a Vigánego. Si trascurano i segnavia, diretti alla Croce dei Fo e alla Croce di Bragalla, e si prosegue a destra lungo la strada asfaltata.
Dopo circa mezzo chilometro, presso alcune case (località Preli; 235 m) si giunge ad un tornante, dove si abbandona la strada principale per proseguire dritti lungo la stretta diramazione per Fisi. Qui ha inizio il segnavia “due X rosse”, che andrà seguito fino alla Via Creuza. Procedendo in dolce salita tra le case sparse di Fisi, la stradina diventa cementata; si lascia a destra il segnavia “triangolo rosso vuoto”, diretto a Bávari, e subito dopo a sinistra un raccordo per Scaglia indicato con tre pallini rossi. Oltre le ultime case (quota 267) la stradina si trasforma in mulattiera, prima a fondo in cemento, poi acciottolata.
Si procede in dolce salita nel bosco, incontrando altre case isolate, e superando un tratto un po’ sconnesso presso un palo della luce. Più avanti, si attraversa un impluvio in cui la mulattiera è fiancheggiata da un tubo in gomma; un breve tratto franato è stato sistemato con una comoda passerella di tronchi e massi. Presso il successivo valloncello si incontra la presa di un acquedotto; la mulattiera, fiancheggiata da ringhiere in legno, costeggia il piccolo rio che solca l’avvallamento, quindi sale a destra con un tornante. Si supera un cancelletto e si sbuca su una stradina cementata presso le case più basse di Vigánego (411 m).
Vigánego è il paese più importante della Val Lentro, costituito da un cospicuo gruppo di case aggrappate su un ripido versante boscoso. Deve parte della sua notorietà al caratteristico “presepe nel bosco” che viene allestito ogni anno durante il periodo natalizio.
Si segue la stradina verso destra e si giunge subito ad un bivio. Si va a sinistra (via Tripoli) passando in piano tra le case, poi si inizia a scendere; qui, alle due X rosse, si aggiunge anche un cerchio rosso vuoto. Giunti in un avvallamento boscoso si trova un bivio e si va a sinistra in salita; poco dopo si scende brevemente e si incontra un altro bivio dove si va a destra. La mulattiera costeggia un orto, quindi rientra nel bosco e si biforca nuovamente; si lascia a destra il cerchio rosso vuoto, che scende al torrente, e si prosegue a sinistra lungo la pista principale. L’ampia traccia, lavorata dal passaggio di cingolati, procede nel bosco passando accanto ad una casa diroccata e attraversando un rio. Poco dopo una capanna dal tetto in lamiera, si abbandona la pista per deviare a sinistra lungo un sentiero in salita (cartello indicatore).
Con una svolta, ci si immette sull’ampia traccia inerbita di una mulattiera, che si segue verso destra in dolce salita. Poco dopo i segnavia indicano di svoltare ancora a sinistra: si sale per un lastrone inclinato, poi si rimonta un ripido costoncino per alcuni metri. Poco sopra, si incontra un’altra mulattiera, piuttosto sconnessa; il viottolo, a tratti acciottolato, sale con due tornanti. Attraversato un torrentello, si sbuca su una strada asfaltata, che si rimonta verso sinistra (segnavia assente); dopo un tornante, ci si congiunge con la strada principale della Val Lentro subito a sud rispetto a Terrusso (520 m).
A Terrusso si trova la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, costruita nel XIX secolo al posto di una precedente cappella seicentesca.
Si percorre la strada asfaltata verso destra, in direzione di Cisiano, per circa 300 metri. Giunti in corrispondenza della prima ombrosa valletta, si nota sulla destra l’imbocco di un sentierino poco evidente (segnavia sbiadito e poco visibile). La traccia scende ripidamente costeggiando l’impluvio; dopo una ventina di metri ci si immette in una mulattiera dissestata che va seguita verso sinistra. Scendendo dolcemente, si giunge ad un punto dove la traccia sembra perdersi; procedendo in piano, la si ritrova poco più avanti. La mulattiera prosegue lungamente a mezza costa, qua e là sbarrata da tronchi caduti che si superano senza difficoltà. Passati accanto ad una grande casa in rovina, si scende ancora fino ad un bivio con cartelli in legno (quota 450 circa).
Piegando bruscamente a destra (indicazioni per “Mulino Laghi”), si segue un sentiero un po’ impervio che, con alcune svolte, scende nell’alveo del Torrente Lentro. Qui si trovano i ruderi di alcuni mulini, e, subito a monte, un incantevole laghetto, alimentato da una cascatella che scende da una parete di rocce stratificate.
Si continua dritti, con percorso pressochè pianeggiante, sorpassando una casa e poi costeggiando un muraglione in cemento. Subito oltre, bisogna abbandonare la traccia principale e svoltare bruscamente a sinistra (segnavia assenti). In questo modo si sbuca su una stradina cementata (via Mogadiscio), che si rimonta in salita verso destra. La stradina passa tra le prime case, poi diventa asfaltata e guida alla chiesa di Cisiano; poco più avanti, si incontrano il cimitero ed il parcheggio inferiore del paese (505 m; 2 – 2.20 ore dalla Presa).
Dopo un centinaio di metri si giunge ad un tornante. Si abbandona la strada asfaltata per proseguire dritti lungo via Dolo, una diramazione a fondo cementato che taglia tra le case della borgata Ferli (510 m). Poco dopo si abbandona il viottolo cementato per imboccare a destra una mulattiera. Si incontra subito un altro bivio, indicato con cartelli in legno.
La diramazione di sinistra è marcata dal segnavia “quadrato rosso vuoto”, diretto alle Case Becco. Il percorso è comodo fino al guado sul neonato Torrente Lentro; da lì in poi, diventa più impervio. Dapprima bisogna aggirare una grossa frana che interrompe il percorso, poi si deve risalire un ripido versante boscoso in cui i segnavia sono vecchi e in gran parte cancellati.
Si gira a destra e si segue una bella mulattiera acciottolata che scende con alcuni tornanti, poi supera il Torrente Lentro su un antico ponte in pietra (quota 459).
Al di sotto del ponte, il Lentro si tuffa in un piccolo orrido, che termina con un bellissimo laghetto circolare: la Marmitta di Cisiano. Per raggiungerla, pochi metri prima del ponte, bisogna imboccare a destra un sentierino un po’ impervio che scende nell’alveo del torrente presso una pozza. Si guada il torrente e lo si risale per massi e lastroni, raggiungendo in pochi minuti l’incantevole marmitta (difficoltà: EE; 15-20 minuti da Cisiano).
La mulattiera effettua un tornante e attraversa un piccolo rio su una passerella in cemento. Si prosegue nel fitto bosco, alternando traversi quasi pianeggianti a tratti ripidi; più in alto si supera un altro ponticello in cemento e si passa accanto ad un rudere. Attraversate alcune radure arbustive, si giunge ad un bivio; si abbandona la mulattiera, che da qui è impercorribile per l’infrascamento, per seguire a sinistra la traccia di un metanodotto. Si risale un costoncino passando nei pressi delle Case Cordona (non visibili, sulla nostra destra), quindi si sbuca sulla strada panoramica del Fasce (quota 746). La si segue verso destra e, in dolce discesa, si raggiunge il valico di Via Creuza (o Sella del Cordona; 735 m).
Qui si incontrano il segnavia “due quadrati rossi pieni”, proveniente da Sori, e il segnavia “due triangoli rossi pieni“, che sale da Nervi.
Si segue il sentierino che rimonta il crinale verso nord-ovest. In poche decine di metri, si giunge sulla vetta del Monte Cordona (802 m).
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