Palanfrè – Laghi del Frisson – Lago degli Albergh – Palanfrè
Caratteristiche
Difficoltà: E/EE
Dislivello in salita: 800 m circa
Tempo: 4.30 – 5.30 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Settembre 2019
Percorso ad anello classico e frequentato, all’interno del solitario Vallone degli Albergh, sovrastato dalla bellissima piramide del Monte Frisson. Alla testata del vallone si nascondono tre laghetti, di piccole dimensioni ma molto graziosi e in ambiente severo. La salita ai Laghi del Frisson, come anche la discesa dal Lago degli Albergh, non presenta alcuna difficoltà. Il tratto di collegamento tra i Laghi del Frisson e il Lago degli Albergh è invece piuttosto impervio, con alcuni passaggi un po’ scomodi su rocce viscide.
Accesso
Da Cuneo ci si dirige verso Borgo San Dalmazzo, per poi deviare a sinistra verso Limone ed entrare in Val Vermenagna. Si rimonta la vallata fino a Vernante, dove si imbocca a destra la diramazione che sale a Palanfrè. Si parcheggia nell’apposito grande piazzale sulla destra, subito prima delle case del paese (1379 m). I pochi posti auto all’interno del paese sono riservati ai residenti.
Si tratta del centro più alto della Val Grande, diramazione di sinistra idrografica della Val Vermenagna, ed è abitato solamente nel periodo estivo. È circondato dall’omonima faggeta, sopravvissuta a decenni di taglio indiscriminato dei boschi circostanti perchè proteggeva il paese stesso dalle valanghe. La faggeta è stata poi protetta da una riserva naturale, che costituisce ancora oggi uno dei nuclei del Parco Regionale delle Alpi Marittime. All’interno di Palanfrè si trova il rifugio-albergo l’Arbergh, posto tappa della GTA.
Itinerario
Si prosegue lungo la stradina asfaltata, attraversando il paese; al termine delle case si lascia a destra l’asfalto, che porta ad una vicina malga (vendita formaggi freschi) e si continua dritti su sterrata in dolce salita. Ad un certo punto la sterrata effettua un secco tornante verso destra; qui la si abbandona per continuare dritti lungo un comodo sentiero. Si entra nella faggeta e si taglia con leggeri saliscendi, attraversando alcuni ruscelli, poi si esce all’aperto presso il Gias Piamian Inferiore (1428 m).
Presso il gias si trova una fresca fontana; le costruzioni in pietra, ristrutturate, possono offrire spartano riparo in caso di maltempo. La quota indicata dalla palina escursionistica (1470 m) è errata, e si riferisce al sovrastante Gias Piamian Superiore.
Con alcune brevi rampe, il sentiero si avvicina alla balza che chiude il vallone, caratterizzata sul versante opposto da lastroni calcaree con spettacolari campi solcati. Giunti presso l’alveo del rio si trova un bivio (quota 1470).
La diramazione di sinistra, indicata dai segnavia e dalle paline, è il nuovo tracciato ufficiale; è tuttavia più lungo e contorto rispetto al vecchio tracciato, che rimane più frequentato ed è descritto qui di seguito.
Si imbocca la diramazione di destra, che sale con due svolte ed una ripida rampa diagonale alla base di una parete rocciosa. Tenendosi nei pressi del piccolo orrido formato dal rio, si prende quota con vari tornantini, poi ci si allontana verso destra tra erba e radi alberi. Giunti in cima alla balza che sbarra il vallone, si taglia a sinistra, lasciando a destra una diramazione non segnalata. Con una breve discesa ci si riporta sul torrente e lo si costeggia, percorrendo una strettoia ingombra di massi. Poco più avanti ci si ricongiunge con il sentiero segnalato ufficiale e si prosegue in lieve salita tra i pini mughi. Il vallone, prima stretto tra le pareti calcaree della Costa Lausea (a sinistra) e del Monte Colombo (a destra), si apre nell’ampia conca terminale, sovrastata dalla regolare piramide del Monte Frisson. Ad un bivio (quota 1731) si lascia a sinistra il sentiero per il Lago degli Albergh, che si seguirà al ritorno, e si sale a destra. Presto il bosco di pini mughi finisce e si sbuca sul ripiano di erba e massi dove sorge il Gias Vilazzo (1823 m).
Si tratta di un gias ancora frequentato dai pastori, e per questo in ottimo stato di conservazione. È fiancheggiato da un’abbondante e fresca fontana.
Poco più a monte, in una piccola conca posta sul fondo del vallone, si trova il Lago Vilazzo, un minuscolo specchio d’acqua poco profondo, dal fondale fangoso cosparso di massi. Si estende per circa 1000 mq, ed è alimentato da sorgenti perenni.
Poco più avanti il sentiero piega a destra, salendo ripidamente in diagonale e offrendo un bel panorama d’infilata su tutto il vallone percorso con la pianura cuneese sullo sfondo. Si effettua un tornante, poi si prosegue tra erba e massi passando alti sulla conca del Lago Vilazzo. Superata la Fontana delle Reine (1990 m), il sentiero si addentra in un valloncello tra dossi rocciosi. Si costeggia un ruscello, quindi si sbuca nella conca del Lago Inferiore del Frisson (2055 m).
È di un bel laghetto di origine glaciale, dalla forma rettangolare e dalle acque di colore scuro. La sua superficie è di circa 6900 mq, ed è profondo al massimo 5 metri. Il toponimo “frisson”, comune ai laghetti e al monte sovrastante, si riferisce al clima freddo del vallone.
È ora consigliabile effettuare la deviazione fino al laghetto superiore. Lasciando a sinistra il sentiero per il Lago degli Albergh, si costeggia il Lago Inferiore del Frisson sulla sponda occidentale, poi si segue un sentierino segnalato che si innalza in diagonale verso destra. Ad un certo punto il sentiero inizia a tagliare in piano; si lascia a destra la diramazione per il sovrastante Passo della Mena e si continua dritti fino al Lago Superiore del Frisson (2127 m).
Più piccolo rispetto al lago inferiore (circa 4100 mq), ha una curiosa forma irregolare ed è profondo al massimo 4 m. Un centinaio di metri a est si trova un altro minuscolo specchio d’acqua, in parte ingombro di massi. La conca del lago superiore è sovrastata direttamente dalla parete nord-ovest del Monte Frisson, particolarmente imponente ed elegante.
Si ritorna al Lago Inferiore del Frisson e si imbocca in direzione oriente il sentiero segnalato per il Lago degli Albergh. Si supera un traversino un po’ scomodo su rocce viscide, per aggirare una piccola parete rocciosa, quindi si procede con vari saliscendi su terreno impervio, attraversando alcune pietraie. Man mano che si va avanti il sentiero si fa più marcato; con alcuni tornanti in una grande pietraia si scende nella bellissima conca del Lago degli Albergh (2035 m).
È il lago più esteso del vallone omonimo (circa 9400 mq) e anche il più profondo (circa 6 m al massimo). A differenza dei due laghi del Frisson, che giacciono su quarziti, quarzoconglomerati e gneiss di colore scuro, il Lago degli Albergh si trova su rocce calcaree, e l’acqua è di un bel colore verde chiaro. È sovrastato dall’incombente parete del Monte Chiamossero, e dai contrafforti in sfacelo del Monte Ciotto Mien. Il toponimo viene spesso scorrettamente italianizzato in “alberghi”; in realtà il termine provenzale albergh indica alternativamente i gias dei pastori o gli ultimi pascoli posti alla testata delle valli.
Si attraversa l’emissario del lago e si incontra il sentiero della GTA, proveniente dal Passo di Ciotto Mien. Si scende a sinistra, prima contornando una piccola conca ingombra di massi, poi perdendo rapidamente quota nel bosco di pini mughi. Con alcuni tornanti si scende sul fondo del vallone, si guada il rio che lo percorre poco a valle del Lago Vilazzo, quindi si piega a destra e si passa poco sotto all’omonimo gias. Per un lungo tratto si procede parallelamente al sentiero percorso all’andata, fino a ricongiungersi presso il bivio di quota 1731. Da qui si ripercorre l’itinerario già seguito fino a Palanfrè.
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