Rifugio Lagdei – Monte Bràiola – Monte Orsaro – Rifugio Lagdei
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: Variante “a”: 680 m circa. Variante “b”: 750 m circa
Tempo: 4 – 5 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Giugno 2011
Bellissimo percorso ad anello sulle montagne che circondano la conca di Lagdei. Vengono proposti due percorsi di salita: uno più lungo, che transita dal Lago Santo e dalla zona umida del Lago Padre, e uno più diretto che passa dal cosiddetto “ponte rotto”. La discesa avviene invece per un ripido sentiero nel bosco, sul versante nord-est del Monte Orsaro. L’escursione è faticosa ma abbastanza agevole: l’unico tratto che può presentare qualche difficoltà è la salita dalla Bocchetta dell’Orsaro al monte omonimo, molto ripida e un po’ aerea.
Accesso
Dal casello autostradale di Berceto si prende la strada per Bosco di Corniglio, che sale al Passo del Sillara e poi scende in val Parma. Giunti a Bosco di Corniglio si gira a destra per Lagdei. Giunti al bivio in località Cancelli di Lagdei si va a destra su sterrata; in circa 1 km si sbuca nella conca di Lagdei, dove si trova l’omonimo rifugio (1250 m).
Il Rifugio Lagdei (tel. 0521889353 – 3332443053) sorge in una bella radura nel centro del vallone del Torrente Parma di Lago Santo. Svolge servizio di alberghetto durante tutto l’anno. I posti letto sono in totale 35, di cui 13 si trovano nel rifugio vero e proprio, mentre gli altri 22 sono in una struttura detta “casa nel bosco”, che si trova a 200 metri di distanza. La conca di Lagdei è molto interessante dal punto di vista naturalistico: vi si trova una piccola torbiera che ospita specie rare e relitti glaciali. Intorno alla torbiera si sviluppa un breve sentiero ad anello (percorso naturalistico) percorribile in pochi minuti.
Itinerario
Sul retro del Rifugio Lagdei, accanto ad alcuni bidoni della spazzatura, si trova l’imbocco del sentiero 727 (cartelli indicatori). Il sentiero attraversa un ruscello su una passerella di tronchi, poi procede in piano tra gli abeti rossi, fino a raggiungere una mulattiera proveniente da sinistra. Si segue la mulattiera, a tratti acciottolata, che risale un pendio boscoso con vari tornanti passando sotto un elettrodotto. Giunti su un ripiano, si piega a destra e si raggiunge un bivio (quota 1420), dove si hanno due possibilità di salita:
a) Si abbandona la mulattiera principale e si gira a sinistra (percorso 723) su un sentiero che sale in diagonale. Passati nuovamente sotto l’elettrodotto, si raggiunge un bivio dove si va destra. Si passa sotto alla seggiovia che collega Lagdei al Lago Santo, poi si monta sul dosso morenico che chiude a valle il lago. Ad un bivio si va a destra e, con una breve discesa, si raggiunge il Rifugio Mariotti, sulle rive dell’ampio Lago Santo (1508 m).
Il Lago Santo è un lago di origine glaciale, il più ampio lago naturale del Crinale dei Laghi e anche dell’Appennino Tosco-Emiliano. Posto in un’ampia conca tra i monti Marmagna, Aquilotto e Sterpara, esso si estende per 81550 mq ed è profondo 22,5 m. È in genere detto Lago Santo Parmense per distinguerlo dall’omonimo Modenese, ed è una delle mete più frequentate di questo tratto di Appennino.
Il Rifugio Mariotti è una costruzione in pietra posta sulla sponda nord-ovest del lago. «…fu edificato dal CAI di Parma (allora unito a Reggio col nome di Sezione dell’Enza) nel 1882 e successivamente intitolato a Giovanni Mariotti, presidente per oltre 40 anni del CAI parmense, oltre che sindaco di Parma e senatore del Regno nei primi decenni del Novecento. Il rifugio fu ricostruito e ampliato a diverse riprese: dapprima nel 1924 e nel 1929, per adeguarlo all’afflusso di escursionisti portato dalla strada forestale Bosco-Lagdei. La guerra di Liberazione lo vide teatro di un assedio nazi-fascista respinto da soli nove partigiani il 19 marzo 1944, ma occorse poi una nuova ricostruzione, cui seguì un ultimo ampliamento negli anni ’70, quando la nuova seggiovia da Lagdei al Lago Santo portò un ulteriore incremento di turisti.» (M. Salvo – D.Canossini, Appennino Ligure e Tosco-Emiliano, pagg. 210-211). Il rifugio è aperto tutti i giorni da giugno a settembre, solo i fine settimana da dicembre a maggio. È dotato di 40 posti letto e locale invernale sempre aperto. Per informazioni tel 0521.889334; il gestore tel 0521.853733.
Dal rifugio si va a sinistra costeggiando lungamente il lago, sorpassando una peschiera (fonte) e guadando uno degli immissari. Il sentiero piega a destra risalendo il pendio boscoso sovrastante con alcune svolte, fino ad un bivio in località Pineta di Lago Santo (quota 1577). Si va a destra sul sentiero 729, che sorpassa la piccola torbiera del Padule del Bràiola e taglia una morena, per poi rientrare nel bosco. Dopo una breve discesa tra gli abeti si raggiunge la piccola conca del Lago Padre (1573 m).
Il piccolo Lago Padre si è ormai quasi del tutto interrato e, nonostante l’immissario sia ricco d’acqua in tutte le stagioni, sono poche le zone libere da piante palustri, e la profondità massima del lago è di circa mezzo metro.
Si attraversa l’immissario del lago, lo si costeggia brevemente e si rientra nel bosco. Sorpassato un rio pietroso si piega a sinistra e si inizia una salita a tornanti tra gli alberi per aggirare una balza rocciosa sulla destra. Il sentiero poi supera una selletta a sinistra di un roccione, prosegue brevemente in piano e scende con alcuni tornanti, per poi attraversare una pietraia. Proseguendo con brevi saliscendi tra rocce montonate si raggiunge un incrocio nei pressi della Capanna del Bràiola.
b) Si prende a destra una mulattiera che scende fino al Rio di Monte Orsaro, dove si trova il cosiddetto “ponte rotto”.
Il ponticello in pietra collegava le due sponde del rio, ed era parte dell’antica mulattiera che da Bosco di Corniglio saliva al Lago Santo. Oggi, di tutta la struttura, rimangono solamente i ruderi dei due piloni.
Si guada il rio e, procedendo in piano, si raggiunge un secondo bivio, dove si piega a sinistra (segnavia 727) e ci si porta di nuovo sul Rio di Monte Orsaro, che si costeggia per un tratto. Si gira poi a destra per risalire con alcune svolte un pendio boscoso. Raggiunto un ripiano, si scende brevemente, poi si passa poco sotto una pietraia e si prosegue in lieve salita su un sentierino poco evidente tra gli alberi. Si guada nuovamente il Rio di Monte Orsaro, poi si sale sul versante opposto con varie svolte fino ad un terzo bivio (quota 1540 circa). Si va a sinistra, sempre sul sentiero 727 che sale con altri tornanti tra i faggi, poi in diagonale man mano meno ripido. Sorpassate alcune radure arbustive si raggiunge un importante incrocio nei pressi della Capanna del Bràiola (quota 1605).
Dal bivio si apre improvvisamente il panorama sulle sovrastanti vette del Monte Bràiola e del Monte Orsaro. Un sentiero a destra guida in breve alla Capanna del Bràiola, risistemata dal CAI e trasformata nel Bivacco Schiaffino, sempre aperto e dotato di tavolo e panche.
Si va dritti al limite della faggeta, costeggiando un piccolo ruscello che poi va attraversato. Salendo tra prati, si raggiunge un bivio, dove si piega a sinistra (segnavia 727); la ripida traccia sale lungo la massima pendenza fino alla Sella del Bràiola (1713 m), posta sul crinale tra i monti Bràiola e Marmagna. Si gira a destra sul sentiero 00, che procede prima in piano, poi in lieve salita subito a destra dell’aereo filo di cresta. Superato un tratto più ripido con brevi svolte, si raggiunge la vetta del Monte Bràiola (1819 m; 2 – 2.30 ore dal Rifugio Lagdei).
Si scende velocemente verso nord, lungo il crinale opposto, giungendo alla stretta sella della Bocchetta dell’Orsaro (1722 m). Si scende per poche decine di metri verso sinistra sul versante toscano, fino a notare il sentiero 00 che si stacca ripidissimo a destra. Lo si imbocca, salendo lungo la massima pendenza e riportandosi sul crinale, qui aereo e sottile. Il sentiero lo risale a tornantini, aggirando le rocce affioranti, poi si porta poi sul versante parmense e sale in diagonale tra erba e rocce. Ritornati sul crinale, lo si percorre verso destra in lieve salita fino alla statuetta della Madonna che indica la vetta del Monte Orsaro (1831 m; 2.30 – 3.15 ore).
Discesa
Continuando lungo il sentiero 00 di crinale verso nord si scende in breve ad un avvallamento detritico, da cui si continua direttamente per ripidi prati, fiancheggiando poi una fila di abeti. Entrati nel bosco si scende tra massi e piccoli faggi fino ad incontrare la mulattiera con segnavia 727a, proveniente dalla Capanna del Bràiola. In breve si è alla Sella del Fosco (1614 m), dove si trova un bivio: si scende a destra in diagonale (segnavia 725), giungendo subito ad un secondo bivio in località Ronchi di Luciano (quota 1530). Si lascia a sinistra il segnavia 725, diretto alla Bocchetta del Tavola, e si scende a destra (segnavia 725a), prima in diagonale, poi con alcune svolte lungo un ripido impluvio boscoso. Attraversata la mulattiera con segnavia 723, si effettua un lungo tratto in diagonale. Si gira a destra passando accanto ad una zona rupestre, quindi, con le ultime svolte, ci si congiunge al sentiero 725. Seguendolo verso sinistra si attraversano due torrentelli e in breve si ritorna al Rifugio Lagdei.
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