Isoverde – Gallaneto – Bric di Guana – Passo di Prato Leone – Isoverde
Caratteristiche
Difficoltà: E/EE
Dislivello in salita: 770 m circa
Tempo: 4.15 – 4.50 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Dicembre 2017
Percorso ad anello poco frequentato ma molto interessante. In salita si segue il ripido contrafforte occidentale del Bric di Guana, in parte roccioso, con panorami stupendi sulla Val Polcévera e sull’Appennino Ligure. In discesa si segue un percorso più comodo, per il Passo di Prato Leone.
Accesso
a) In treno fino alla stazione ferroviaria di Pontedecimo, quindi in corriera (autolinee ATP) fino a Isoverde.
b) Si esce al casello autostradale di Bolzaneto e si segue la SS35 dei Giovi fino a Pontedecimo. Si svolta a sinistra sorpassando Campomorone e salendo fino al piccolo nucleo di Isoverde (198 m).
Itinerario
All’inizio del nucleo abitato, la strada asfaltata si biforca: si va a sinistra attraversando il Torrente Verde su un ponte, quindi si va ancora a sinistra prendendo la diramazione per Gallaneto (segnavia: quadrato rosso pieno). Ad un bivio si lascia a sinistra via Chiappa e si continua per pochi metri in via Pacinotti, fino a che, sulla destra, non si trova l’imbocco di via Laboi (quota 241). Si trascura il quadrato rosso, che sale verso il Passo di Prato Leone, e si prende la stradina (segnavia CAI 237), che taglia praticamente in piano tra i vari nuclei di case di Gallaneto.
Sempre seguendo la via principale, ora cementata, si sale in diagonale fino a due case isolate; qui si piega a sinistra su una carrareccia che presto termina presso un crocevia (quota 288). Si sale a sinistra lungo un erto sentiero tra vecchie fasce terrazzate, quindi si entra nel bosco costeggiando una recinzione. Salendo ripidamente si va ad incontrare un sentiero più evidente, che taglia quasi in piano verso sinistra. Incrociata una mulattiera si giunge ad un ripiano erboso dove si trova una costruzione in cemento, quindi si rientra nel bosco e si segue uno stretto sentierino che taglia in piano il ripido versante terrazzato.
Si supera un cancelletto in legno e si attraversa un ruscello, quindi si giunge ad un bivio dove si sale a destra. Incrociato un metanodotto, il sentiero va a raggiungere una comoda mulattiera, che si segue verso sinistra prima in piano poi in lieve discesa, passando poco sotto ad un rudere isolato. Si guadano due ruscelli, poi, oltre un cancelletto, si giunge presso due case con una stalla (Case Pian del Melo; 419 m). Qui si gira a destra e si supera un altro cancelletto; dopo un tratto fangoso, la mulattiera acciottolata sale per prati fino alla selletta dove si trovano le diroccate Case Burrano (501 m).
La selletta si trova tra il Bric di Guana e lo spallone del Monte Carmelo; il versante opposto è stato mangiato da enormi cave di pietra da calce, che per fortuna rimangono nascoste dagli alberi. Tuttavia, nei giorni non festivi, si sente bene il rumore inquietante di camion e macchinari in azione.
Qui si riceve da sinistra il sentiero con segnavia 235, ma dopo pochi metri lo si abbandona per girare a sinistra (sempre segnavia 237) lungo un sentiero che all’inizio è poco evidente, poi si fa più marcato e sale con un tornante nel bosco. Presto si esce all’aperto, tra arbusti, rocce e radi pini, tagliando in diagonale in direzione della poco incavata valletta del Rian du Baru. Giunti presso il piccolo ruscello la mulattiera termina; si gira a destra, risalendo il rio sulla sinistra idrografica per qualche decina di metri, quindi ci si stacca ancora sulla destra inerpicandosi per il ripido e panoramico versante. Seguendo attentamente i segnavia e gli ometti di pietre si sale lungo la massima pendenza, poi si obliqua verso sinistra; risalendo poi un breve impluvio si raggiunge la Gua du Baru (822 m), impervia selletta sul contrafforte sud-est del Bric di Guana.
Il termine dialettale baru indica generalmente un recinto o un riparo per pecore. Esso si trovava probabilmente nel sottostante impluvio del rio omonimo.
Seguendo i segnavia, si rimonta faticosamente il crinale verso sinistra, tra erba, massi e pini. Si supera un risalto più ripido con alcuni facili passaggi su roccette e un traverso un po’ aereo, quindi si prosegue più comodamente, sul filo oppure per brevi tratti sul versante settentrionale. Infine la pendenza diminuisce e si sbuca sulla piatta cima del Bric di Guana (963 m; 2.15 – 2.30 ore da Isoverde).
Si gira a destra, seguendo lo spartiacque principale appenninico, e si raggiunge in breve la selletta a nord del Bric di Guana (quota 932). Subito a nord si incontra l’Alta Via dei Monti Liguri e la si segue verso sinistra, tagliando il versante occidentale del Bric di Guana.
Seguendo invece l’AVML verso destra, si può raggiungere in circa un’ora circa il Monte delle Figne.
Si incontra il Sentiero Naturalistico dei Laghi del Gorzente, quindi si raggiunge un contrafforte dove si trova un bivio. Si lascia a destra il Sentiero Naturalistico e si scende a sinistra lungo la mulattiera dell’AVML. Poco dopo si incontra nuovamente il Sentiero Naturalistico e, con due tornanti, si giunge alla Fontana dei Segaggín (spesso in secca nei periodi siccitosi). La discesa guida infine al Passo di Prato Leone (779 m).
È una marcata sella sullo spartiacque principale appenninico, posta tra le valli del Gorzente e del Torrente Verde (affluente del Polcevera). Vi transita una strada sterrata, che collega il Giogo di Paravànico con i Laghi del Gorzente. Una mulattiera sale al passo da Gallaneto, in val Verde.
Subito prima di arrivarci, si piega a sinistra seguendo un sentiero con segnavia “quadrato rosso pieno”. Il sentiero, protetto da una ringhiera in legno, taglia in orizzontale attraversando un piccolo rio, effettua un breve saliscendi, poi piega a destra e inizia a scendere ripidamente. Scendendo sul fianco settentrionale di una dirupata valletta, si attraversano due recinzioni, quindi si sbuca in una stradina sterrata (quota 623), che si segue verso destra. Si effettua un tornante presso una casa diroccata, quindi si entra nel bosco. In corrispondenza di un rudere si riceve da destra il sentiero con segnavia CAI 235, ma subito dopo lo si lascia a sinistra per proseguire in discesa lungo la stradina.
Presso le diroccate Case Pacinotti (530 m) si trova un bivio dove si va a destra in discesa lungo lo stradello principale. Effettuato un ampio tornante, si è in località Neppiane (349 m), dove si trova l’asfalto: si piega a destra lungo una stretta rotabile (via Pacinotti) che scende con alcune curve. Dopo un rettilineo, si lascia a destra la deviazione che conduce a Campori; con altri tornanti si raggiunge la centrale elettrica dell’Acquedotto De Ferrari-Galliera (271 m).
La grande centrale elettrica venne costruita nel 1914 a sostituire tre piccole centraline precedenti poste lungo lo stesso versante della montagna. L’acqua vi arriva dai Laghi del Gorzente attraverso una galleria lunga 2340 m.
Scendendo sempre dritti lungo la strada principale, ci si ricongiunge con il percorso dell’andata e si ritorna ad Isoverde.
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