Grámizza – Amborzasco – Rifugio Casermette del Penna – Monte Penna

Caratteristiche

Difficoltà: EE
Dislivello in salita: 1010 m circa
Dislivello in discesa: 40 m circa
Tempo: 3.30 – 4 ore
Ultima ricognizione: Giugno 2023

Si tratta del percorso classico, oggi un po’ in disuso almeno nella prima parte, per salire al Monte Penna dal versante nord. Seguendo le tracce di un’antica mulattiera, si sale attraverso il grazioso paese di Amborzasco e i nuclei rurali dei Casoni, per poi entrare nella Foresta Demaniale del Penna e raggiungere il Rifugio Casermette del Penna. Fino alle Casermette, i segnavia sono poco evidenti, e si possono avere problemi di orientamento. Passate le Casermette, il sentiero è frequentatissimo: si sale attraverso la faggeta fino alla forcella tra il Penna e il Pennino, quindi si rimonta una cengia attrezzata che attraversa la parete fino alla vetta.

Accesso

a) Da Lavagna (attraverso il Passo della Forcella) o Piacenza (per Bobbio e Marsaglia) ci si porta a Rezzoaglio, da cui si imbocca la SP654 per Magnasco, Cerisola e Grámizza.
b) Dal casello di Borgotaro si risale integralmente la Val Taro, fino al Passo della Tabella. Si sale ancora al Passo del Chiodo, dove si gira a sinistra, passando per la Casa Forestale del Penna e scendendo fino a Grámizza (764 m).

Itinerario

Il percorso è stato segnalato dai volontari della FIE con un triangolo giallo pieno. Poco ad oriente rispetto al bivio per Amborzasco si trova l’imbocco del percorso segnalato, che sale per una rampa tra le case e poi per una mulattiera nel bosco. Raggiunta la provinciale per Amborzasco, la si segue verso destra per poche decine di metri, quindi si riprende a sinistra la vecchia mulattiera che sale più direttamente tagliandone un tornante. Si attraversa la strada, si risale un altro tratto di mulattiera e infine si rimonta la rotabile fino alla chiesa di Amborzasco (875 m).

Amborzasco si trova in bella posizione, su un ampio spallone erboso in vista dell’elegante Monte Penna. Il toponimo dovrebbe derivare da “ambros”, termine ligure che dovrebbe significare “uomo” (con “ambrones” gli antichi Liguri indicavano se stessi), con l’aggiunta del suffisso -asco, comune nei toponimi di paesi e villaggi.

Lasciando a destra il segnavia “rombo giallo vuoto” per il Monte Aiona, si continua a seguire la strada principale che scende dolcemente. Effettuata una curva, si lascia l’asfalto: si prende a sinistra una mulattiera che scende dolcemente nel bosco, passando accanto ad un casone e ad una cappelletta. Si attraversa il Torrente Grámizza su un ponticello (quota 815) poco sopra alla confluenza con il Torrente del Bandito. La mulattiera si innalza quindi lungo un ripido costone boscoso, fiancheggiando una recinzione.
A quota 895 si sbuca sulla strada asfaltata che sale da Amborzasco alle Casermette del Penna e la si attraversa. Si imbocca una stradina cementata privata, ma subito si svolta a sinistra lungo la vecchia mulattiera, qui poco evidente. Ad un bivio si va a sinistra e si ritorna sulla rotabile. Seguendo l’asfalto in salita, si contorna l’abitato dei Casoni di Sotto (930 m), poi si prende a sinistra un bel viottolo acciottolato che taglia due curve della strada. In corrispondenza di un piccolo pilone sacro posto dall’A.S.C.I. di Nervi, si imbocca una mulattiera inerbita che poco dopo si biforca: si gira a destra e si attraversa un boschetto, poi si sale tra terrazze fino ad un crocevia (996 m) sotto al nucleo principale dei Casoni.
Si attraversa la strada asfaltata e si prosegue lungo il viottolo che sale attraverso i Casoni, quindi prosegue tra coltivi e prati a sfalcio con bella vista sui monti Cantomoro e Aiona. Riattraversata la rotabile, lo stradello segnalato passa accanto ai Casoni di Sopra (1045 m), poi gira a destra. Poco più avanti si ritrova la provinciale, e la si segue in salita effettuando un tornante. Si imbocca quindi a sinistra una pista che taglia il tornante successivo; si riattraversa l’asfalto e si continua dritti sulla pista che taglia tra i faggi. Tenendo la destra, si taglia quasi in piano e si attraversa un rio, quindi si entra in un’area a ceduo dove il percorso si fa meno evidente.
Seguendo attentamente i segnavia, si seguono le piste di esbosco, trascurando le varie diramazioni laterali. Attraversato un piccolo impluvio, bisogna fare molta attenzione a imboccare una svolta a sinistra mal segnalata. La ripida salita porta ad una sorta di pilone diroccato, oltre il quale si entra nella Foresta Demaniale del Penna. Il sentiero effettua alcune svolte, tocca un tornante della provinciale e prosegue a destra. Ritornati sulla rotabile asfaltata, si è ormai in vista del Rifugio Casermette del Penna (1396 m), raggiungibile con una breve deviazione a sinistra.

Il rifugio è in realtà composto da due edifici, ricavati dalla ristrutturazione delle vecchie casermette forestali del Penna. Nell’edificio più grande si trovano il ristorante e 13 posti letto; altri 12 sono situati nell’edificio più piccolo (ribattezzato Rifugio Pennino). Il rifugio è aperto per tutta la stagione estiva; nel resto dell’anno rimane aperto nei week-end, e su prenotazione durante la settimana.

Lasciando a sinistra il rifugio, si prosegue dritti lungo la strada asfaltata. Si trascura la diramazione a destra per il Passo dell’Incisa e si gira a sinistra, dirigendosi verso il parcheggio del rifugio. Dopo poche decine di metri, i segnavia si staccano a destra (indicazioni) su un sentiero che sale dolcemente nella faggeta. Si incontra un sentiero pianeggiante e lo si segue verso sinistra per pochi metri, quindi si svolta a destra in ripida salita. Si aggira un affioramento roccioso e si giunge ad un ripianetto dove si piega bruscamente a sinistra. Con un tornante, si guadagna un costone boscoso dove si incontra il sentiero con segnavia 831, proveniente dalla Nave. Proseguendo a destra, il ripido sentiero sassoso passa per un intaglio tra le rocce e raggiunge una selletta (1603 m).

Il sentiero di sinistra taglia prima nel bosco con alcuni saliscendi, poi esce all’aperto e, risalito un caratteristico passaggio tra le rocce, arriva in cima al Monte Trevine (1661 m; 0.45 – 1 ora dalla Casa Forestale, difficoltà: E), che offre un bel panorama, con una visuale inconsueta del Monte Penna.

Si piega a destra, salendo prima tra i faggi, poi all’aperto, fino alla Forcella del Pennino (1655 m), stretta e aerea selletta posta tra i monti Penna e Pennino.

Il Monte Pennino (1680 m) può essere raggiunto salendo a destra prima per un sentierino, poi per un canalino roccioso che porta alla cupola erbosa che ne costituisce la vetta. Dal Pennino si gode un bel panorama aereo sulla foresta sottostante e una veduta ravvicinata del roccioso versante nord-est del Monte Penna.

Si imbocca un’aerea cengia che taglia in diagonale la parete nord del Monte Penna. La cengia, abbastanza larga, è interrotta da varie balze rocciose facili, ed è attrezzata per quasi tutta la sua lunghezza con una catena. La si percorre fino al suo termine ai piedi di una paretina rocciosa; la si supera direttamente per poi piegare a sinistra, prima in una cengetta, poi lungo un sentiero che sale tra erba e rocce fino alla vetta del Monte Penna (1736 m).

Il Monte Penna visto da Amborzasco
Il Monte Penna visto da Amborzasco (25 giugno 2023)
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