Passo di Fraele – Grasso di Prà Grata – Grasso del Corno
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 130 m circa
Dislivello in discesa: 130 m circa
Tempo: 1.45 – 2 ore
Ultima ricognizione: Agosto 2016
Camminata relativamente breve nel bellissimo ambiente selvaggio del vallone dell’Acqua del Gallo; si cammina tra folti boschi di pino mugo, immensi ghiaioni argentei e grandi pareti dolomitiche. La prima parte è comodissima, lungo stradette sterrate; la seconda è più impervia, e si addentra nel vallone che diventa man mano più solitario e selvaggio.
Accesso
a) A piedi da Livigno attraverso la Valle Alpisella (conviene poi pernottare al Rifugio Val Fraele).
b) In automobile, salendo da Bormio o scendendo dal Passo del Foscagno, si raggiunge il paese di Premadio, dove si imbocca la diramazione (a pedaggio; costo 5€ ad agosto 2019) che, con innumerevoli tornanti, sale al Passo delle Scale. Si prosegue su strada sterrata in ottime condizioni sorpassando il Ristoro Monte delle Scale; subito oltre si trova un bivio dove si va a sinistra, costeggiando tutto il Lago di Cancano. Dopo 4 km circa si gira a destra e si attraversa la diga del Lago di San Giacomo, giungendo al Rifugio Val Fraele. Proseguendo ancora per 300 metri si arriva ad un parcheggio, da cui una navetta gratuita porta al Passo di Fraele (1952 m).
Ampia sella boscosa, sede di un antico ghiacciaio, che separa nettamente il massiccio del Monte Cassa del Ferro da quello del Piz Murtarol. Il passo si trova sullo spartiacque tra il Mare Adriatico (bacino del Po) e il Mar Nero (bacino del Danubio), ed era attraversato da un’antichissima via di comunicazione, che saliva da Valdidentro attraverso il Passo delle Scale, per poi deviare in Val Mora e raggiungere Mustair.
Itinerario
Al valico si trascura la strada principale, che effettua il periplo del Lago di San Giacomo, per imboccare una sterrata che si dirige verso nord-ovest. Si giunge in breve ad un bivio dove si presentano due possibilità:
a) Si va a sinistra, salendo dolcemente tra i mughi sul versante occidentale dell’ampia vallata. Si lascia a sinistra il sentiero che conduce ad una miniera di ferro sovrastante e si attraversa un torrente di detrito che ha invaso la sede stradale, poi si inizia a scendere lentamente, superando due rii su ponticelli in pietra. Poco prima di arrivare allo sbocco della Val Bruna si riceve da destra la sterrata della possibilità “b”.
b) Si va a destra lungo la sterrata principale, che contorna il gigantesco lobo terminale del conoide ghiaioso coperto da mughi che scende dalla Val Paolaccia. Al bivio successivo si trascura la traccia diretta al Passo di Val Mora per andare a sinistra. Con brevi saliscendi si attraversano alcuni torrentelli e ci si dirige verso lo sbocco della Val Bruna, subito prima del quale si incontra la sterrata della possibilità “a”.
In breve si va ad attraversare su un ponte il torrente che scende dalla Val Bruna (quota 1947), poi si piega a destra e si inizia a scendere dolcemente nel fitto bosco di pini. La sterrata si addentra nel vallone dell’Acqua del Gallo, compresa tra le pareti della Cima del Serraglio ad est e i selvaggi contrafforti del Monte Cassa del Ferro ad ovest. In breve si raggiunge l’ampia conca erbosa dove si trova il Grasso di Prà Grata (1889 m), chiusa ad oriente da un piccolo dosso boscoso. Con ancora pochi minuti di discesa ci si porta ad un importante bivio, nei pressi di un ponte sull’Acqua del Gallo (quota 1862).
Il ponte è stato costruito su uno spettacolare orrido, in cui il torrente si butta rumoreggiando. Subito a monte, invece, il corso d’acqua si allarga in un’ampia piana alluvionale, in cui l’alveo ghiaioso è percorso da numerosi ruscelli e rivoli.
Si lascia a destra la sterrata, che supera il ponte, e si imbocca a sinistra un sentiero, all’inizio poco evidente, che taglia con brevi saliscendi il versante sinistro idrografico della valle. Tenendosi poco più in alto rispetto al torrente, il sentiero va ad attraversare il gigantesco ghiaione che scende dalla Valle Rovina; al suo termine bisogna sorpassare un profondo solco erosivo che richiede un minimo di attenzione, specie in presenza di tanta acqua.
Continuando a saliscendi tra i pini, si inizia a vedere in fondo alla valle il ramo orientale del Lago del Gallo, che si allunga tra i versanti rocciosi della gola come un fiordo. Si guada un piccolo rio, poi si attraversa un’altro torrente subito a valle di una spettacolare cascata (attenzione al ghiaietto sui versanti del solco scavato dal torrente). Il sentiero, ora ridotto ad un esile traccia, taglia un ripido versante in gran parte ghiaioso, poi si fa più ampio e agevole e, con una breve salita, guida alla bella radura dove si trova il Grasso del Corno (1946 m).
Si tratta di una piccola costruzione in pietra, legno e lamiera ormai in rovina, posta su un piccolo dosso al centro di un’amena radura. Si trova in uno dei luoghi più selvaggi di queste alpi, e offre un interessante panorama sulle gigantesche cime dolomitiche circostanti, sull’arrotondata catena del Munt Buffalora e del Munt Chavagl e sulla valle in cui si stende come un fiordo il Lago del Gallo. Sul lato opposto del vallone è ben visibile la mulattiera che, dal ponte sull’Acqua del Gallo, guida all’Alpe del Gallo e allo Jufplaun.
Torna a: Alpi di Livigno