Passo della Forcella – Passo delle Lame – Passo Prè de Lame – Monte Aiona
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 890 m circa
Dislivello in discesa: 70 m circa
Tempo: 4.30 – 5.30 ore
Ultima ricognizione: Luglio 2018
È una lunga ma interessante traversata che permette di salire sul panoramicissimo Monte Aiona dal Passo della Forcella seguendo il percorso dell’Alta Via dei Monti Liguri. Si attraversano vastissime foreste di faggi e abeti, costellate di piccole zone umide di origine glaciale, poi si sale sul nudo dorso detritico della montagna.
Accesso
a) Dal casello autostradale di Lavagna si sale a Carasco, da cui si prosegue per Borzonasca e per il Passo della Forcella.
b) Da Piacenza ci si porta a Bobbio e quindi a Marsaglia, da cui si risale la selvaggia gola dell’Áveto. Giunti a Rezzoaglio la vallata si amplia, e prosegue quasi pianeggiante fino a Parazzuolo. Da lì in breve si è al Passo della Forcella (882 m).
Itinerario
Dal Passo della Forcella si seguono i segnavia bianco-rossi dell’Alta Via dei Monti Liguri lungo un sentierino che prende quota rapidamente, poi scavalca una gobba e scende ad un colletto. Con un ripido strappo nel bosco si guadagna la spalla sud-orientale del Monte Pian del Croso (1032 m), poi si effettuano alcuni saliscendi lungo la cresta che digrada dolcemente verso la Val d’Áveto e ripidamente verso la Val Sturla. Il sentiero piega sul lato della Val d’Áveto per aggirare il boscoso Monte Bozale, poi, riguadagnata la cresta, si scavalcano alcuni ripidi dossi per poi scendere al Passo del Bozale (966 m).
Al passo si trova la piccola Cappella del Bozale che serviva (e può servire ancora) come spartano ricovero per i viandanti sorpresi dal maltempo. Infatti dal Passo del Bozale passava un’antica mulattiera che collegava Chiavari e la Val d’Áveto, e che cadde in disuso solo quando fu aperto il valico stradale della Forcella. La mulattiera ora è stata risistemata e segnalata dalla FIE.
Proseguendo dritti in salita lungo lo spartiacque si raggiunge un bivio, posto sul versante sud del Monte Fascia (quota 1134). Lasciando a sinistra un sentiero segnalato con un cerchio giallo barrato, che scende a Farfanosa, e si prosegue nel bosco di faggi aggirando il Monte Fascia fino al Passo delle Rocche (o Passo della Bisinella; 1107 m).
Si tratta di una poco marcata insellatura posta sullo spartiacque principale appenninico. È attraversata dall’antica mulattiera che saliva da Borzonasca per poi entrare in Val d’Áveto e condurre a Villa Cella e a Rezzoaglio: questa mulattiera era parte di uno dei principali percorsi di collegamento tra la Riviera Ligure e il Piacentino. Con il passare degli anni l’asse viario principale si spostò al Passo del Bozale, e la vecchia mulattiera del Passo delle Rocche cadde in disuso.
Si prosegue in leggera salita lungo lo spartiacque boscoso, poi si supera un tratto panoramico sull’alta Valle Sturla e sulla Val d’Áveto. Procedendo in lieve salita tra radi pini si incontra un bivio dove si lascia a sinistra il segnavia “tre pallini gialli” per Villa Cella, quindi si continua fino al ripiano del Passo delle Lame (1303 m) dove si incontra una sterrata.
Sul valico si trovano la piccola Cappella delle Lame e il Rifugio Monte degli Abeti: esso è di proprietà del Corpo Forestale dello Stato, ma è in concessione alla sottosezione del CAI di Rapallo. È dotato di 9 posti letto, tavoli, panche e cucina con stoviglie. Generalmente è chiuso: per le chiavi bisogna rivolgersi al CAI di Rapallo (tel. 0185.57862), all’albergo “Lago delle Lame” (tel. 0185.870036) o al posto tappa AVML di Cabanne (tel. 0185.86829). Il toponimo “lama” secondo Gaetano Ferro significa vallecola.
Si prosegue a sinistra lungo la sterrata e, dopo alcune centinaia di metri si raggiunge il Passo della Gonella (1315 m). Trascurando il sentiero che scende al Lago delle Lame si prosegue lungo la sterrata che prosegue pressochè in piano. Ad un certo punto un sentiero con i segnavia dell’AVML si stacca sulla destra. Qui si presentano due possibilità:
a) Si prosegue lungo la sterrata in piano nella foresta di faggi raggiungendo la recinzione che racchiude il Lagastro (o Lago Moggetto; quota 1328).
Si tratta di un piccolo laghetto naturale che si estende per 2650 mq e raggiunge una profondità massima di 1 m. È completamente recintato, come parte della Riserva Naturale Statale delle Agoraie di Sopra e Moggetto; costituisce una piccola area protetta a sé stante, non collegata con l’area principale dei Laghi delle Agoraie. In passato il laghetto era più ampio, «(…) ma nel corso del tempo si è riempito dei detriti trasportati dall’immissario e dalle acque di dilavamento dei versanti. (…) Solo quando si presenta al massimo livello (lunghezza massima 80 m, larghezza massima 50 m e profondità di poco superiore al metro) si riattiva per breve tempo, all’estremità orientale l’emissario, il cui incile è poco più basso del livello massimo delle acque» (D. Ferrando, Laghi di Liguria e “dintorni”, pagg. 135, 136). Nelle estati più secche il laghetto si asciuga completamente.
Subito prima della recinzione, si imbocca a destra un sentiero (segnavia: due pallini blu) che effettua alcuni saliscendi, tagliando un ripido versante boscoso cosparso di massi. Si passa nei pressi di un roccione panoramico, poi si scende brevemente e si confluisce in una sterrata. Seguendo la sterrata si perviene ad una tettoia in legno, dove si imbocca a sinistra un sentiero che arriva in breve ad un bivio. Si va a destra sempre seguendo i due pallini blu e, dopo un tratto quasi in piano, si piega a sinistra e si inizia a salire più decisamente con varie svolte nel bosco cosparso di massi. Sorpassata la minuscola Pozza della Navazza (1473 m) si piega a destra e in breve si sale allo spartiacque principale, dove si incontra l’AVML.
b) Si va a destra lungo il sentiero segnalato dalle bandierine rosso-bianco-rosse dell’AVML che si innalza nella faggeta con alcuni tornanti, poi taglia in diagonale il versante nord del Monte degli Abeti. Si prosegue in salita costante e, dopo altre svolte si raggiunge una selletta sullo spartiacque principale, dove si trova un bivio.
Deviazione n. 1 – Monte degli Abeti. Salendo a destra lungo il crinale boscoso (sbiaditi segnavia bianco-verdi), si può raggiungere in breve la cima del Monte degli Abeti (1546 m). La sommità della montagna è in gran parte boscosa, ma è caratterizzata da un piccolo spallone di rocce affioranti da cui si ha un notevole panorama: si ha una vista aerea sulla Foresta delle Lame, sul Monte Aiona, sui monti Maggiorasca e Roncalla e sulla Val d’Áveto. Tra gli alberi, poco a ovest rispetto al punto più alto, si nasconde una piccola costruzione con ripetitore.
Si va a sinistra seguendo i segnavia lungo lo spartiacque boscoso in salita inizialmente decisa, poi più dolce.
Sulla sinistra, tra gli alberi, si nota un grande affioramento roccioso a forma di cupola; se ci si sale in cima, sul lato della Val d’Áveto si può notare un grande pinnacolo appuntito, noto localmente come Pietra del Fulmine perchè avrebbe la capacità di attirare i fulmini. Il roccione è costituito da basalti dalla caratteristica forma a cuscino.
Ad un certo punto si piega a sinistra e con una rampa ci si porta sulla cima di un roccione (quota 1560) che offre un bel panorama sulla val d’Áveto e il vicino Monte degli Abeti. Rientrati nel bosco con una breve discesa, si passa accanto alla boscosa vetta del Monte delle Lame (1593 m), poi si prosegue con alcuni saliscendi tra caratteristici piccoli avvallamenti e roccioni affioranti nella faggeta. Ad un certo punto si incontra il sentiero segnalato con due pallini blu, che proviene dal versante della Val d’Áveto (vedi variante “b”).
Il tratto di crinale che va dal Monte delle Lame al Passo Pre de Lame è caratterizzato dalla presenza di piccoli avvallamenti paralleli alla cresta spartiacque, che quindi si presenta curiosamente “sdoppiata”. La presenza di questi avvallamenti è indizio di quella che i geologi chiamano “deformazione gravitativa profonda di versante”: il crinale originale si sdoppia perchè una grande porzione di versante scivola molto lentamente verso valle. In Val d’Áveto e valli circostanti questi fenomeni sono molto diffusi: basti pensare alla Nave del Monte Penna.
Continuando lungo lo spartiacque si raggiunge in breve il Passo Prè de Lame (1537 m), dove si incontrano i sentieri segnalati con un uguale giallo, proveniente da Magnasco, e un rombo rosso pieno, proveniente da Bertigaro. Si prosegue a sinistra nella faggeta, risalendo un piccolo impluvio; in breve si sbuca sullo spartiacque in corrispondenza di una radura (località Pian delle Pumme; 1618 m).
Deviazione n. 2 – Poggio delle Lame. Si imbocca a destra un sentierino che sale tra i faggi. Con un breve saliscendi si contorna a sinistra un’anticima rocciosa: è consigliabile visitarla, in quanto offre un bel panorama verso est. Salendo tra gli alberi, si guadagna la vetta del Poggio delle Lame (1634 m), una cima minore affacciata sul versante tirrenico della catena montuosa. La cima non offre panorama; verso sud scende con dirupi e contrafforti rocciosi sulla testata della Val Penna.
Si gira a sinistra e si attraversano gli ampi e panoramici pianori tra boschetti e radure, in direzione del vastissimo dorso del Monte Aiona. Giunti al termine dell’ultima macchia di faggi, si abbandona l’AVML e si piega a sinistra, seguendo i segnavia “uguale giallo” e “rombo rosso” (poco evidente). Dapprima si costeggia la macchia di faggi, poi si gira a destra salendo per un ampio versante erboso. Più in alto l’erba lascia il posto a massi e rocce affioranti, e si giunge alla croce di vetta del Monte Aiona (1701 m).
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