Tre Ponti – Cantalupo – Rio Gambaro – Tre Ponti (Sentiero EC1)
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 200 m circa
Tempo: 1.45 – 2.15 ore
Ultima ricognizione: Dicembre 2022
Il Rio Gambaro è uno dei principali affluenti del Torrente Varenna, alle spalle di Pegli. Scorre in una valle assai impervia, dove piccoli nuclei di case rurali sputano tra intricate boscaglie e scarpate rocciose. L’itinerario qui descritto, nato a fine anni ’80 come parte della rete “Ecologia in Città”, permette di effettuare un breve anello intorno alla parte bassa della valle, seguendo antiche mulattiere e stradine. I segnavia sono vecchi e scoloriti, ma i sentieri sono puliti e percorribili.
Accesso
In treno fino alla stazione di Genova Pegli. A piedi si segue via Ignazio Pallavicini, che poi cambia il nome in via Parma; si gira a destra in via Piandilucco e si giunge in piazza Mario Rapisardi. Qui si prende l’autobus n. 71 e si scende alla fermata Varenna 4/Tre Ponti, nell’omonima località (34 m).
La località è dominata dal curioso edificio monumentale detto “Konak”, fatto costruire dalla famiglia Lomellini nel XVII secolo. Il complesso sarebbe incompiuto: doveva essere completato con un ulteriore edificio sulla sponda del Torrente Varenna. I due edifici insieme avrebbero dovuto riprodurre in pianta la forma di un’ancora.
Itinerario
Dalla fermata dell’autobus si torna indietro lungo la strada principale per poche decine di metri, attraversando il ponte sul Rio Gambaro. Subito oltre, si nota sulla destra il vecchio pannello di inizio del percorso EC1, ormai arrugginito e illeggibile; da qui in poi l’itinerario è marcato dai vecchi segnavia bianco-rossi del percorso naturalistico. Si imbocca a destra via Luca Assarino, che costeggia il Rio Gambaro sulla sponda destra idrografica. Ad un bivio si va a sinistra sulla strada principale, che si inerpica con alcuni tornanti tra le case di Cantalupo.
Si tratta della principale frazione della valle del Gambaro, costituita da un gruppetto di case appese ad un ripido costone. La fisionomia del piccolo borgo è stata in parte modificata negli anni ’80 del secolo scorso, con la trasformazione dell’antica creusa che lo attraversava in stradina asfaltata. Il toponimo si riferisce probabilmente all’antica presenza del lupo.
La stradina passa sotto ad un archivolto di un antico acquedotto (90 m circa), esce dal paese e taglia quasi in piano tra terrazze invase dalla boscaglia. Presso una curva si abbandona la stradina per imboccare a destra un sentiero (vecchio cartello indicatore). Tagliando con brevi saliscendi, ci si avvicina gradualmente al Rio Gambaro; si attraversa un boschetto di lecci, poi si passa a valle di fasce terrazzate. Si supera un piccolo affluente (passaggio scomodo), quindi si lascia a destra una diramazione che scende verso il fondovalle. Passati sotto al grande viadotto della ferrovia Genova-Ovada, si scende una balzetta rocciosa attrezzata con gradini in legno. Poco più avanti, si attraversa il Rio Croce Boessa su un ponticello in cemento (quota 110).
Subito a monte del ponticello, il Rio Croce Boessa forma alcune belle cascatelle, intramezzate da caratteristiche “marmitte dei giganti” scavate nella roccia e parzialmente sfondate dall’erosione fluviale. A valle, presso la confluenza del Rio Croce Boessa nel Rio Gambaro, sgorga una sorgente di acqua solforosa.
Si piega a sinistra lungo una vecchia mulattiera mattonata che sale con diverse svolte; in basso a sinistra si intravedono altre cascatelle e marmitte del Rio Croce Boessa. Ad un bivio si piega a destra e, attraversato un cancello, si raggiunge la casa di Ronco Inferiore (178 m). Si continua a destra lungo un sentiero pianeggiante, che diventa carrareccia e doppia un costone panoramico. Attraversato un altro cancello, si entra nel bosco giunge ad un bivio, dove si va a sinistra in salita. Si scavalca un altro contrafforte e si sbuca sul bel ripiano di Ronco d’Alto (196 m), le cui case vengono raggiunte con una breve discesa.
Usciti dal gruppetto di case, si prosegue in discesa nel bosco su una mulattiera assai dissestata. Ad un bivio si va a sinistra in salita, procedendo tra ghiaie ed arbusti. Poco dopo il sentiero si biforca nuovamente: si gira a destra in ripida discesa, giungendo ai ruderi di due vecchi mulini (172 m). Si piega ancora a destra e si attraversa il Rio Gambaro su un bel ponte fiancheggiato da una canalizzazione per l’acqua.
Poche decine di metri più avanti i segnavia indicano di abbandonare la mulattiera e inerpicarsi a sinistra tra gli alberi. Si attraversa un ripiano e si sbuca su una strada sterrata che, verso destra in discesa, porta alla località Baixi (158 m). Al bivio successivo si abbandona la stradina per imboccare a sinistra una comoda mulattiera che sale dolcemente. La mulattiera taglia il fianco sinistro idrografico del vallone tra arbusti e rocce affioranti, alta sul fondovalle, offrendo un bel panorama sulle località attraversate nella prima parte del percorso.
Giunti nei pressi di alcune terrazze coltivate (quota 131) si confluisce in un sentiero più ampio. Entrati nel bosco, si passa attraverso un intaglio che immette nell’adiacente Val Varenna. La mulattiera, a tratti acciottolata, effettua alcune ripide svolte, poi sfocia in una stradina asfaltata (via Pola). Seguendo la strada asfaltata verso destra, si scende a costeggiare il Torrente Varenna e si ritorna in breve alla località Tre Ponti.





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