San Bernardo (Desertetto) – Colle dell’Arpione – Cima Cialancia

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: 795 m
Tempo: 2.30 – 2.45 ore
Ultima ricognizione: Settembre 2021

Per comode sterrate e sentieri, si risale l’appartato Vallone di Desertetto. All’inizio il percorso è un po’ monotono; diventa molto suggestivo nella parte superiore, che si svolge tra lembi di faggeta e amene conche prative. Guadagnato il Colle dell’Arpione, si segue lo spartiacque tra le valli Gesso e Stura fino sulla panoramica Cima Cialancia.

Accesso

Da Mondovì o da Cuneo ci si porta a Borgo San Dalmazzo, da cui si entra in Val Gesso seguendo le indicazioni per Valdieri. Oltre Valdieri, si lascia a sinistra la diramazione per Entracque e si prosegue verso Terme di Valdieri; dopo poco più di 1 km dal bivio, in località San Lorenzo, si imbocca a destra la ripida diramazione per Desertetto. Si parcheggia nell’ampio piazzale presso la chiesa di San Bernardo (1085 m).

Itinerario

Si prosegue a piedi lungo la strada principale, che passa attraverso le case della borgata e diventa sterrata. La rotabile procede in dolcissima salita, tra boschetti e prati a sfalcio; dopo poche centinaia di metri si lascia a sinistra una diramazione per Sant’Anna di Valdieri e si prosegue dritti lungo la strada principale, che porta ai Tetti Frè (1179 m).

La piccola borgata dei Tetti Frè venne distrutta nell’inverno 1943-1944 durante un rastrellamento dei nazifascisti, perchè gli abitanti avevano dato ospitalità ai profughi ebrei provenienti dalla Francia. Negli anni ’80 alcune villette sono state ricostruite, e oggi la borgata è nuovamente abitata, almeno nel periodo estivo.

La rotabile prosegue in lieve salita, effettuando due tornanti, e poi tagliando in diagonale alla base dei versanti della Costa dell’Arp. In località Borghignon (quota 1275), accanto ad un rudere, si trova un bivio.

La diramazione di destra, chiusa da una catena, si innalza con vari tornanti fino ad una cava di marmo abbandonata, posta sul versante sud-est della Cima Cialancia.

Si piega a sinistra e, dopo un breve tratto in piano, si riprende a salire tra boscaglia e radure. Ad un bivio, si lascia a sinistra una pista d’alpeggio per proseguire dritti lungo lo stradello principale. La pendenza man mano aumenta fino a che, attraversato un lembo di faggeta, si giunge ad un altro bivio all’inizio di una radura pianeggiante (quota 1471). La palina escursionistica indica di deviare subito a destra, ma il primo tratto di sentiero è invaso dai cespugli; conviene quindi proseguire lungo la pista per una ventina di metri, fino a metà della radura, e poi deviare a destra lungo una comoda traccia che si raccorda al sentiero segnalato. Il sentiero, ciò che resta di una vecchia mulattiera, si innalza ripido in diagonale tra boschetti e radure, offrendo una bella vista sul vallone appena percorso. Poco più in alto si piega a sinistra, si attraversa una macchia di faggi e si sbuca nella bellissima conca sospesa alla testata del Vallone di Desertetto (quota 1580 circa).

In fondo alla conca compare alla vista il Colle dell’Arpione, sovrastato sulla sinistra dall’imponente Monte Bourel. Sulla destra invece si innalza il ripido versante sud della Cima Cialancia, di cui però non si distingue ancora la cima.

Il sentiero, a tratti poco evidente, attraversa l’ampio pianoro, tra piccoli dossi e conche, tenendosi poco a destra rispetto al limite della faggeta. Giunti al termine del pianoro, si prosegue dritti imboccando un ripido valloncello erboso che guida al sovrastante crinale. Dopo un tratto lungo la massima pendenza, si effettuano alcuni tornanti; poi si piega a destra e si taglia in piano fino ad una sella dello spartiacque Stura-Gesso (1730 m circa). Si prosegue verso nord attraversando un boschetto di abeti, poi si aggira una gobba sul versante di Desertetto e si guadagna il vero e proprio Colle dell’Arpione (1735 m).

Si tratta di una sella molto ampia, posta sullo spartiacque Gesso-Stura tra la Cima Cialancia e il Monte Merqua. Nell’insellatura si trovano almeno tre piccoli intagli. Il punto di passaggio non è situato nell’intaglio più basso, ma in quello che ha la posizione centrale all’interno dell’insellatura. Il toponimo deriva dalla radice prelatina alp o arp (da cui deriva anche il nome “Alpi”) con il significato di “pascolo alto”, a cui si aggiunge il suffisso accrescitivo -one.

Trascurando il sentiero che scende verso Bergémolo, si prosegue a destra lungo lo spartiacque verso nord. Scavalcato un dosso si esce all’aperto, tra i prati che scendono verso la testata del Vallone di Desertetto, e il lariceto che copre il versante della Valle Stura. Si rimonta l’ampia dorsale in dolce salita, quindi si supera un tratto ripido che porta ad un’anticima (1822 m). Da qui il crinale piega a destra e diventa più individuato. Il sentiero lo percorre, alternando brevi salite a tratti quasi pianeggianti, fino al grande ometto sul culmine della Cima Cialancia (1880 m).

La chiesa di San Bernardo (5 settembre 2021)
I prati sul fondo del Vallone di Desertetto (5 settembre 2021)
Rimontando la bella conca terminale verso il Colle dell’Arpione (5 settembre 2021)
Lungo la cresta verso la Cima Cialancia (5 settembre 2021)

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