Crocetta d’Orero – Casale di Sella – Monte Carossino
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 410 m circa
Dislivello in discesa: 30 m circa
Tempo: 1.30 – 1.45 ore
Ultima ricognizione: Giugno 2015
Una ripida salita porta dal valico della Crocetta d’Orero ai panoramici crinali del Monte Carossino, vetta poco appariscente ma degna di una visita.
Accesso
a) Dal casello autostradale di Bolzaneto si seguono le indicazioni per Sant’Olcese, poi si continua in direzione di Casella tagliando fino al valico della Crocetta d’Orero.
b) Usciti dal casello di Busalla, si sale a Casella, dove si gira a destra raggiungendo in breve la Crocetta d’Orero (469 m).
È il secondo valico più basso dello spartiacque principale appenninico, battuto solo dalla Sella di Marcellinara, in Calabria. Il toponimo crocetta può indicare un crocevia di sentieri o mulattiere (e fino all’apertura della strada dei Giovi questo valico era molto frequentato), oppure derivare dal celtico cruxette, proprio con il significato di “valico”.
Poco più in basso, sul versante della Valle Scrivia, si trova una fermata del trenino a scartamento ridotto Genova-Casella.
Itinerario
Dal crocevia sul valico si imbocca via Don Mario Pertica, una stradina asfaltata che sale decisamente passando accanto ad alcune case. In corrispondenza di un “parcheggio privato” presso l’ultima villetta, la strada inizia a scendere. Si imbocca quindi a sinistra un sentierino (segnavia: bandierina dell’Alta Via dei Monti Liguri e X rossa) che si biforca; si va a destra inerpicandosi tra gli arbusti con percorso un po’ malagevole, poi si piega a destra con pendenze più lievi. Il sentiero si porta quindi su una carrareccia che si segue verso sinistra per pochi metri, congiungendosi con una stradina asfaltata. La stradina sale ripidamente, passa accanto ad una casa isolata (località Tiggia) e, con un tornante, si porta alla chiesetta della Madonna della Guardia (579 m), dove diventa sterrata.
Dopo poche decine di metri la sterrata termina; si imbocca allora un’ampia mulattiera che sale dolcemente, poi si devia ancora a destra lungo un sentiero che si innalza tra gli alberi. Il sentiero piega a destra e, con una ripida rampa in diagonale interrotta da due svolte, si porta su un sottile crinale boscoso. Si rimonta il crinale, prima in piano, poi in salita tra alberi e rocce affioranti. Raggiunto un dosso, si prosegue in piano lungo il crinale fino ad un bivio; i segnavia portano a destra, su un sentierino che taglia il ripido versante ovest del Monte Assereto con viste sulla Val Secca. Con alcuni saliscendi ci si riporta sulla cresta, e poco dopo si trova un altro bivio (quota 756).
Il sentiero a destra è una vecchia variante dell’AVML, oggi lievemente infrascata ma ancora percorribile, che permette di evitare lo scavalcamento della Cima di Cravasco.
Si va dritti lungo il crinale, seguendo un sentierino che porta su una cima erbosa allungata (804 m), poi scende lungo il crinale opposto passando accanto ad una croce dedicata ai caduti del Monte Sella. Si incontra un sentiero segnalato con tre pallini gialli proveniente da Avosso, poi si raggiunge una strada asfaltata che in pochi metri porta al valico di Casale di Sella (729 m), dove si trovano una cappella e tavoli e panche per picnic.
Il valico prende il nome dal vicino nucleo di case. La cappella è stata eretta in ricordo dei partigiani caduti in questa zona nel 1944 durante uno scontro con i tedeschi.
Da qui, seguendo fedelmente lo spartiacque verso sud, si può salire in cima al Monte Sella (813 m), che offre un bel panorama. Dalla cima si gira a sinistra seguendo la traccia di un metanodotto: si supera una selletta, si scavalca una gobba e ci si ricongiunge con l’AVML presso la sella di quota 756.
Presso i tavolini di legno si riprende il sentiero segnalato, che aggira il Monte Sella percorrendone il boscoso versante est. Con una ripida rampa il sentiero si porta sullo spartiacque, in corrispondenza di una selletta erbosa (quota 756). Qui si abbandonano i segnavia per salire a sinistra, per tracce lungo il crinale boscoso. Più in alto gli alberi si diradano e si sbuca sulla vetta del Monte Carossino (840 m).
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