Difficoltà: F
Dislivello in salita: 920 m circa
Tempo: 3.30 – 4 ore
Ultima ricognizione: Agosto 2024

La via normale italiana alla Cima dell’Agnel parte dal Rifugio Genova-Figari, rimonta le balze a est del Lago Brocan, quindi si innalza per un ripido valloncello fino alla Bassa Margot. In ultimo, si rimonta il ripido e detritico sperone nord-est fino alla vetta. Si tratta di un percorso parecchio impervio e malagevole, mal segnalato, in ambiente molto selvaggio e suggestivo.

Su molte guide e pubblicazioni viene data di difficoltà EE; in effetti, per la grande maggioranza del percorso si cammina, e non vi sono mai passaggi tecnici. Tuttavia, per una serie di motivi, ritengo che sia meglio alzare il grado di difficoltà a “F”: si tratta pur sempre di una via di più di tre ore fuori sentiero; la prima parte è su traccia assai precaria, con notevoli problemi di orientamento, tra vegetazione invadente e cengette esposte; lo sperone nord-est della Cima dell’Agnel è ripidissimo con molti detriti mobili, quindi richiede attenzione e piede sicuro.

A piedi dal Lago della Rovina in 1.30-1.45 ore.

Dal Rifugio Genova-Figari (2010 m) si ritorna brevemente indietro lungo la stradina d’accesso, attraversando l’emissario (in genere secco) del Lago Brocan. In corrispondenza di un paletto metallico, poco prima di una curva a sinistra, si gira a destra per massi ed erbe alte. Lasciando in basso a destra il Lago Brocan, si rimonta un versante erboso delimitato a destra da un tondeggiante montarozzo roccioso coperto di cespugli. Puntando verso la sella a monte del montarozzo, si incontra una traccia poco marcata, indicata da segni gialli e da qualche ometto, e la si segue verso destra.
Oltrepassato un piccolo rio, si attraversa la sella pianeggiante alle spalle del montarozzo. Si effettua una breve discesa, poi si taglia quasi in piano il ripido versante che sovrasta il Lago Brocan, su un sentierino un po’ precario invaso dai cespugli. Guadato il piccolo Rio Valletta dell’Asino, si continua ancora per pochi metri, poi si abbandona la traccia orizzontale (attenzione!) per salire a sinistra per erba e sfasciumi (qualche ometto). Si guadagna quota lungo la massima pendenza per alcune decine di metri, in direzione di un evidente canalone roccioso, poi, seguendo attentamente i segni gialli, si piega a sinistra.
Attraversato nuovamente il Rio Valletta dell’Asino, si effettua un breve traverso assai esposto, quindi si imbocca una larga cengia ascendente dal fondo erboso. Quando la cengia si estingue, si sale più ripidamente per erba e pietrame, quindi si imbocca a sinistra una seconda cengia, ingombra di enormi massi. I segnavia aggirano i massi a valle, quindi proseguono in salita lungo l’ampia cengia. Si rimonta poi un canalino roccioso (scritta gialla indicante il Rifugio Genova) e si sbuca sul ciglio della profonda Gorgia del Roc di Fenestrelle.
Lasciando a sinistra la gorgia, si risale un lastrone lisciato dai ghiacciai e si sbuca su un ripiano cosparso di enormi blocchi (quota 2200 circa). Qui compaiono alla vista i versanti superiori: a sinistra il Roc di Fenestrelle, a destra la piramidale Punta della Valletta. Seguendo i segni gialli e gli ometti, si appoggia a destra, in direzione di quest’ultima. Ci si innalza su pendii erbosi alternati a lastronate rocciose (Serra dei Piastroni), e si entra nel ripido valloncello che fa capo alla Bassa Margot.
Le vaghe tracce rimontano il valloncello sul fianco destro idrografico; ad un certo punto i segni gialli terminano, e continuano solamente gli ometti di pietre. Man mano che si sale, le magre erbe lasciano spazio ai detriti. Si giunge quindi ai piedi di alcuni torrioni dentellati; una traccia taglia a destra alla base delle rocce, quindi risale l’ultima breve comba detritica che porta alla Bassa Margot (o Colletto dell’Asino; 2645 m).

Si tratta di una sella piuttosto marcata, situata sullo spartiacque tra il Vallone della Rovina e il Vallone della Barra. A sud si eleva l’arcigno versante detritico della Cima dell’Agnel, mentre a nord una tormentata cresta rocciosa si raccorda al massiccio Roc di Fenestrelle. Il toponimo “Colletto dell’Asino” fa riferimento alla Valletta dell’Asino, la ripida comba che dal valico si abbassa verso il Vallone della Barra.

Percorsa la larga insellatura, si attacca il ripido sperone nord-est della Cima dell’Agnel: esso ha l’aspetto di un maldefinito contrafforte che emerge di poco dall’uniforme versante terminale della montagna. Il primo tratto presenta alcune rocce solide, ma presto il costone diventa detritico. Conviene mantenersi il più possibile lungo filo di cresta, dove i detriti sono più stabili. I punti più impervi possono essere aggirati senza particolari difficoltà ora a sinistra ora a destra (ometti), facendo sempre attenzione al terreno un po’ precario.
La ripidissima salita porta su uno spallone ondulato sulla cresta sommitale della montagna (quota 2900 circa). Da qui la cima, che si trova sulla sinistra, non è ancora visibile, nascosta dietro ad un dosso di enormi blocchi. Conviene aggirare il dosso passandoci dietro (ometti), poi puntare verso la cima ormai visibile su terreno più semplice. Un’ultima breve salita su detriti e facili roccette porta alla croce di vetta della Cima dell’Agnel (2927 m).

Il Lago Brocan visto dalla prima parte del percorso; sullo sfondo si notano le dighe del Chiotás
Il Lago Brocan visto dalla prima parte del percorso; sullo sfondo si notano le dighe del Chiotás (11 agosto 2024)
Il vallone che sale verso la Bassa Margot, sovrastato dalla Punta della Valletta
Il vallone che sale verso la Bassa Margot, sovrastato dalla Punta della Valletta (11 agosto 2024)
L'ultimo tratto verso la Bassa Margot
L’ultimo tratto verso la Bassa Margot; sulla destra la Cima dell’Agnel (11 agosto 2024)
Rimontando la cresta nord della Cima dell'Agnel
Rimontando lo sperone nord-est della Cima dell’Agnel (11 agosto 2024)
Il groppo sommitale della Cima dell'Agnel
Il groppo sommitale della Cima dell’Agnel (11 agosto 2024)
Panorama sul vallone dell'Haut Boréon dalla vetta
Panorama sul vallone dell’Haut Boréon dalla vetta (11 agosto 2024)

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