Chamues-ch – Serlas – Passo di Federia
Caratteristiche
Difficoltà: T fino a Serlas, poi E
Dislivello in salita: 1220 m circa
Dislivello in discesa: 50 m circa
Tempo: 4.30 – 5.15 ore
Ultima ricognizione: Agosto 2023
Per accedere al Passo di Federia dal versante svizzero bisogna risalire la lunghissima Val Chamuera. Nel primo tratto la valle è profonda, chiusa tra alte pareti dolomitiche; in località Acla Veglia invece si apre, diventando ampia e prativa. Superato il grosso edificio di Serlas, si abbandona l’asse vallivo principale e si sale per tracce su ampi versanti erbosi fino all’alto valico.
Accesso
a) Per chi proviene da St Moritz, si scende lungo l’Engadina fino alla località la Punt, dove si svolta a destra per Chamues-ch. Attraversato il paese, si continua lungo la stradina asfaltata che entra in Val Chamuera, diventa sterrata e guida in breve ad un parcheggio.
b) Proveniendo dalla Bassa Engadina si sale lungo la valle superando Zernez e S-chanf; giunti a la Punt si gira a destra per Chamues-ch. Si attraversa il paesea, poi si continua lungo la stradina asfaltata che entra in Val Chamuera, diventa sterrata e guida in breve ad un parcheggio (1726 m).
Itinerario
Si prosegue a piedi lungo la stradina sterrata che si addentra nella Val Chamuera, lasciando a destra una diramazione che attraversa l’Ova Chamuera. Poco più avanti, in corrispondenza di un tornante, si abbandona la pista principale per proseguire dritti lungo il fondovalle. La stradina sterrata taglia lungamente in dolce salita sul versante destro idrografico della valle, allontanandosi gradualmente dal torrente che qui scorre piuttosto incassato; il percorso si sviluppa nel bosco di conifere, sovrastato da alte pareti rocciose di dolomie e calcari.
Dopo circa 3 km dal punto di partenza, la strada scende brevemente e affianca di nuovo il torrente; qui si trova un’area picnic (località Funtauna Naira; 1870 m circa). Si riprende a salire molto dolcemente, passando attraverso una strettoia della valle alla base di una parete verticale. Si lascia a destra la diramazione per l’Alp Burdun, che attraversa il torrente con un ponticello in legno, e si prosegue sulla sponda destra idrografica dell’Ova Chamuera. Si costeggia un prato pianeggiante, poi si curva a destra e si attraversa su un ponte l’Ova Lavirun, che esce da un piccolo orrido (1985 m).
Qui la valle principale si amplia: i versanti si fanno più dolci, e il fondovalle diventa pianeggiante e prativo. Con un tornante ed una curva a destra, la stradina passa accanto al casolare di Acla Veglia, poi taglia quasi in piano a mezza costa in direzione dell’edificio bianco di Serlas, già ben visibile. Al bivio successivo, si lascia a sinistra la pista che sale verso il Passo del Leverone: scendendo brevemente a destra, si giunge a Serlas (2024 m).
La grande casa bianca di Serlas è stata costruita negli anni ’20 dell’Ottocento come azienda agricola e caseificio. Tuttavia, la pericolosità della strada di accesso, e l’impossibilità di percorrerla in inverno, fecero cessare questa attività dopo pochi anni. Adesso è utilizzata solamente come alpeggio durante il periodo estivo.
Costeggiato l’edificio, in corrispondenza di una fontanella si trova un bivio. Si lascia a destra la pista che si addentra in Val Prüna verso la Fuorcla Muragl e si imbocca a sinistra un sentiero che taglia in piano sopra all’Ova Chamuera. Dopo alcune decine di metri si ritrova la pista sterrata, che percorre l’ampio fondovalle pascolivo della Val Chamuera. Sullo sfondo compare la sagoma vagamente trapezoidale del Monte Breva. In località Champatsch (2027 m) si passa nei pressi della confluenza tra l’Ova Chamuera e l’Ova Prüna; in alto a destra compare la bella piramide del Piz Languard.
Sul versante a sinistra del sentiero si estende il God Giavagl, un piccolo bosco di pino cembro con maestosi esemplari plurisecolari.
Si prosegue sulla pista di fondovalle ancora per un chilometro abbondante, fino ad un bivio (quota 2124). Seguendo le indicazioni per il Passo di Federia, si sale a sinistra per tracce poco evidenti tra erba e cespugli. In breve si raggiunge un profondo canalone inciso che interrompe il sentiero: per trovare un punto comodo dove attraversarlo bisogna salire alcune decine di metri. Giunti sulla sponda opposta, si scende brevemente e si riprende il sentiero, ora più marcato. Il sentiero si innalza lungamente in diagonale, prima tra erba e radi arbusti, poi per magri pascoli. In questo tratto bisogna fare attenzione a non imboccare le numerose tracce di bestiame che intersecano il percorso segnalato.
A quota 2450 circa, si raggiunge una piccola conca erbosa dove la traccia si perde. Seguendo i segnavia, si sale lungo la massima pendenza per alcune decine di metri, poi si riprende una traccia che taglia in diagonale verso destra. Per alcune centinaia di metri si percorre una traccia fiancheggiata da un tubo di gomma, poi la si lascia a destra per salire più direttamente. Attraversata una pietraia, il sentiero taglia un ripido versante con brevi tratti franati un po’ malagevoli, poi raggiunge un piccolo ripiano sassoso. Qui si sale ancora a sinistra lungo la massima pendenza (segnavia poco evidenti), quindi si ritrova il sentiero che sale verso destra.
Pian piano gli ultimi magri prati lasciano il posto ai ghiaioni, e compare alla vista la casermetta posta nei pressi del Passo di Federia. Il sentiero passa alla base del versante sud-ovest del Munt Cotschen, alternando tratti quasi in piano a brevi salite. Si passa accanto alla casermetta, e, dopo pochi minuti, si raggiunge il piccolo cippo di confine al Passo di Federia (2899 m).
L’ampia sella detritica si apre sullo spartiacque tra l’Engadina e la Valle di Livigno, percorso dal confine italo-svizzero. A nord del valico si innalza il massiccio Munt Cotschen, mentre a sud-est si trova la ben più modesta elevazione del Matòc dal Mont. Sul versante svizzero si trova una costruzione che può offrire riparo in caso di maltempo. Dal valico si ha un ampio panorama fino al gruppo del Bernina.
Deviazione n. 1 – Via normale al Munt Cotschen. Dal passo si procede in direzione nord, verso la rocciosa anticima del Munt Cotschen. Si rimonta un ripido e largo contrafforte, prima su terreno ghiaioso, poi su erba, fino alla base delle rocce. Procedendo per tracce e gradini rocciosi, si guadagna l’aerea anticima (3018 m) situata all’inizio della cresta sud del Munt Cotschen. Da qui la cresta continua quasi orizzontale, rocciosa e dentellata; si procede sul filo o immediatamente a destra per aggirare le asperità maggiori, con alcuni passaggi esposti (attenzione alla scarsa qualità della roccia). Dopo alcune decine di metri, la cresta ritorna ampia e ghiaiosa. Si aggira un gradino roccioso a sinistra, poi si seguono le tracce che salgono le ultime decine di metri, fino alla vetta del Munt Cotschen (3104 m; 30-40 minuti dal Passo di Federia; difficoltà: F).
Deviazione n. 2 – Monte Garone per la cresta nord. Procedendo lungo la cresta di confine verso sud-est ci si porta in breve sul Matoc dal Mont (2982 m), panoramico dosso sassoso che fa da punto nodale tra la Val Federia, la Valle del Monte e la Val Chamuera. Mantenendosi sempre sulla larga cresta detritica, si scavalcano le successive elevazioni senza particolare difficoltà, fino ad un’ampia sella (2950 m). Da qui un sentierino sale in diagonale verso sinistra portando alla dolomitica vetta del Monte Garone (3029 m; 0.45-1 ora dal Passo di Federia; difficoltà: EE).
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