Passo del Cerreto – Monte Alto – Passo di Pietratagliata – Passo del Cerreto
Caratteristiche
Difficoltà: EE
Dislivello in salita: 860 m circa
Tempo: 5 – 6 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Ottobre 2019
Si tratta di uno dei percorsi più impegnativi di questo tratto di Appennino, e contemporaneamente uno dei più suggestivi e spettacolari. La salita si svolge lungo il sentiero 00 di crinale, che rimonta fedelmente la cresta sud-est del Monte Alto: un crestone a tratti affilatissimo e molto esposto, che obbliga ad alcuni brevi tratti di arrampicata, ma che offre panorami aerei ed estesissimi. La discesa dal Monte Alto al Passo di Pietratagliata è comunque malagevole e impervia, con altri brevi passaggi su roccia.
Infine, il ritorno dal Passo di Pietratagliata si svolge lungo una comoda e frequentata mulattiera, passando per il bellissimo prato delle Sorgenti del Secchia. Viste le sue caratteristiche, questo itinerario è adatto solamente ad escursionisti molto esperti, abituati all’esposizione, ed è assolutamente da evitarsi in caso di rocce bagnate. I più allenati possono concatenare questo percorso alla salita all’Alpe di Succiso, ottenendo un anello impegnativo e di grande soddisfazione.
Accesso
a) Dal casello di Aulla si seguono le indicazioni per il Passo del Cerreto, lasciando a destra la strada per la Foce dei Carpinelli e sorpassando il paese di Fivizzano. Una lunga e graduale salita porta al valico.
b) Da Reggio Emilia si segue la strada statale per il Cerreto. Con lungo percorso tra ondulate colline si sorpassano Casina, Marola e Castelnovo ne’ Monti (posto presso la Pietra di Bismàntova), entrando nella valle del Torrente Secchia. La si risale fino al Passo del Cerreto (1253 m).
È forse il valico più importante dell’Appennino Tosco-Emiliano occidentale, sia perché la zona circostante è sede di noti centri di villeggiatura per escursionisti (e sciatori in inverno), sia perché è una via di comunicazione nota già da tempi antichi. Da questo valico passava la “via militare di Lunigiana”, progettata dai duchi Estensi nel XVIII secolo. Il valico separa nettamente il massiccio dell’Alpe di Succiso dal crinale che si alza con il Monte la Nuda e prosegue verso il gruppo del Monte Cusna; per questo è una base di partenza molto frequentata. Sul passo si trovano due bar-ristoranti, con servizio di alberghetto.
Itinerario
Sul lato occidentale del valico, sul retro del bar-ristorante “Passo del Cerreto”, si imbocca il sentiero 00, che taglia con brevi saliscendi tra prati e boschetti di faggio. Si aggira sul versante settentrionale la dolce elevazione del Monte Ospedalaccio, attraversando alcuni piccoli ruscelli e transitando nei pressi di una fonte. Con una breve discesa, si va ad attraversare la piatta insellatura prativa del Passo dell’Ospedalaccio (1278 m).
Prima dell’apertura del vicino Passo del Cerreto, la via di comunicazione tra la Lunigiana e il Reggiano passava da questa ampia sella. Il toponimo deriva proprio dalla presenza di un hospitale, cioè un ricovero per viandanti, i cui resti sono stati oggetto di varie campagne di scavo archeologico. L’hospitale, detto San Lorenzo delle Cento Croci, fu fondato nel XI secolo, ma venne abbandonato intorno al XVI secolo, probabilmente a causa del clima troppo severo.
Sul limite nord-occidentale dell’ampio prato si incontra una strada sterrata, che si segue verso destra. In breve si raggiunge un bivio, marcato da un tabellone con cartina e da un cippo napoleonico (1287 m). Si abbandona la sterrata e si imbocca a sinistra un ripido sentiero che attraversa un boschetto di faggi. Usciti all’aperto, si prende quota ai limiti di una pineta, fino a raggiungere un altro bivio (quota 1370 circa). Si lascia a destra il sentiero principale per le Sorgenti del Secchia (lo si seguirà al ritorno) e si continua dritti lungo la poco evidente traccia con segnavia 00. Il sentierino sale ripidissimo, lungo la massima pendenza, costeggiando una recinzione e tenendosi ai margini di un incavato canalone erboso. Più in alto si inerpica con strette svolte tra erba e massi, offrendo panorami sempre più vasti.
Seguendo attentamente i segnavia si attraversano alcune piccole pietraie e si superano elementari gradini rocciosi. Si giunge quindi all’inizio della cresta sud-est del Monte Alto, da cui si apre un’impressionante vista aerea sulla conca delle Sorgenti del Secchia. Si piega a sinistra, tenendosi sul lato meridionale del crestone, tra erba e roccette, quindi ci si porta sul filo con facile arrampicata (I) e si scavalca una piccola cima rocciosa con un passaggio esposto. Alternando tratti di cresta ampia ed erbosa e tratti rocciosi più sottili, si scavalcano alcune elevazioni intermedie, poi si supera la breve ma ripida salita che porta sulla Tecchia dei Corvi (1856 m).
L’esile cima, che offre un bel panorama aereo, non presenta segnali di vetta. Spesso viene semplicemente citata come “anticima sud-est” del Monte Alto.
Qui inizia la parte più impegnativa del percorso. Si scende brevemente su roccette, quindi si scavalca un dosso e si percorre un tratto di cresta assai affilato ed esposto, che precipita a parete sul versante toscano e con lisci lastroni sul lato emiliano. Facendo molta attenzione, si perviene ad una sella (quota 1817), posta ai piedi di un groppo roccioso.
Si segue un sentierino esposto sul versante toscano, poi si gira a destra e si risale per rocce gradinate fino sulla sommità (II, corda fissa). Si scende per un altro tratto di cresta parecchio affilato ma breve, fino alla base del versante terminale del Monte Alto. Un ripido sentierino sale in diagonale verso sinistra tra erba e rocce, quindi raggiunge un costone dove si incontra il sentiero 104 proveniente da Camporàghena. Si piega a destra e, risalendo gli ultimi metri del costone, si arriva sulla piatta cima del Monte Alto (1903 m; 2.15 – 2.45 ore dal Passo del Cerreto).
Discesa
Si piega a destra in direzione del Passo di Pietratagliata (segnavia 673), su un sentierino che scende ripido lungo l’aerea cresta nord del Monte Alto. Giunti nei pressi di un affilato spuntone roccioso si lascia a destra la ferrata che lo risale e si continua lungo il sentiero segnalato, che piega a sinistra e scende ripido in diagonale, aggirando i vari spuntoni rocciosi che caratterizzano il tratto inferiore della cresta. Si gira poi a destra in piano, superando una fascia rocciosa con un traverso un po’ esposto. Si risale una balza rocciosa (I+, non esposta ma fangosa), quindi si sbuca su un’ampia mulattiera. In pochi metri a destra si è al Passo di Pietratagliata (1769 m).
Il Passo di Pietratagliata è un elevato e selvaggio valico, posto sul crinale tra il Monte Alto e l’Alpe di Succiso. Il nome del passo deriva da una leggenda popolare, secondo cui fu Federico Barbarossa a intagliare il passaggio tra le rocce, nella sua fuga dai comuni italiani. In realtà le rocce del passo sono intagliate naturalmente, in forme che dipendono dalla disposizione degli strati rocciosi di arenaria.
Si attraversa il valico e si prosegue in discesa lungo un’ardita mulattiera (segnavia 671), che effettua alcuni tornanti per aggirare le fasce rocciose che interrompono il versante. Attraversati alcuni boschetti di faggio, si giunge nella piccola radura dove si trovano le vere e proprie Sorgenti del Secchia. Si piega a sinistra e in breve si sbuca nell’ampio Prataccio (1506 m).
Si tratta di una bellissima conca erbosa, solcata da due ruscelli (tra cui il neonato Fiume Secchia) e occupata da piccole pozze. Tutt’intorno è coronata da uno scenario alpestre di rara suggestione, con le cime della Tecchia dei Corvi, del Monte Alto e dell’Alpe di Succiso. La conca è di evidente origine glaciale; probabilmente era occupata da un laghetto, che ormai si è completamente interrato. La zona delle Sorgenti del Secchia era rinomata per la qualità dei suoi pascoli, e da sempre è stata contesa tra gli abitanti dei paesi circostanti.
Si attraversa tutta l’ampia radura, ricevendo poi da sinistra il sentiero che scende dalla Sella del Casarola. Guadati il Fiume Secchia e un suo piccolo affluente, si giunge al limite del bosco e si trova un bivio. Si imbocca la diramazione di destra (sempre segnavia 671), che sale in diagonale tra i faggi passando accanto ad un’aia carbonile. Scavalcato il costone detto Costa di Marinella (1549 m) si piega a destra e si trova subito un bivio. I segnavia proseguono sulla diramazione di sinistra, scendendo rapidamente in diagonale tra boschetti e panoramici prati. In questo modo ci si ricongiunge al percorso dell’andata presso il bivio di quota 1370 circa, da cui si ritorna al Passo del Cerreto.
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