Passo di Cento Croci – Monte Zuccone – Libia di Pecorara – Passo di Cento Croci
Caratteristiche
Difficoltà: T fino al Monte Zuccone, poi E
Dislivello in salita: 450 m circa
Tempo: 3.45 – 4.30 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Settembre 2020
Percorso ad anello piacevole e poco faticoso, che si svolge per lo più tra folti boschi. Scavalcata la tondeggiante cima del Monte Zuccone, se ne percorre la cresta sommitale in una bella faggeta, visitando il ciglio della grande frana detta Libia di Pecorara. Il ritorno si svolge lungo la comoda carrareccia dell’Alta Via dei Monti Liguri, che taglia il versante meridionale della montagna.
Accesso
a) Si esce al casello autostradale di Carródano e si seguono le indicazioni per Varese Ligure, scendendo in Val di Vara e risalendola. Giunti all’entrata di Varese Ligure si gira a destra salendo verso il Passo di Cento Croci.
b) Usciti al casello autostradale di Borgotaro, si segue la ex-SS523 superando Borgo Val di Taro. Lasciata a destra la diramazione per Bedonia, la strada sale a sinistra e guadagna il Passo di Cento Croci (1055 m).
Si tratta di una vastissima sella posta sullo spartiacque principale dell’Appennino Ligure, tra la cupola del Monte Zuccone e i crinali poco rilevati del Monte Scassella. È attraversato dalla ex-SS523, che collega Sestri Levante a Parma, passando per la Val di Vara e la Val di Taro. I crinali circostanti sono sormontati da numerose pale eoliche. Secondo la tradizione locale, vi furono erette tantissime croci in ricordo dei viandanti uccisi da un gruppo di briganti che risiedeva nei pressi del valico; per questo la zona rimase nota come “Cento Croci”.
Itinerario
Sul versante ligure del valico, si imbocca in direzione ovest la strada sterrata dell’Alta Via dei Monti Liguri, con indicazioni per la Colla Craiolo. Si sale in diagonale per prati, sorpassando un cancello del pascolo, quindi si guadagna un’ampia sella sullo spartiacque appenninico, dove sorgono due pale eoliche. La sterrata ritorna subito sul versante meridionale, per aggirare il modesto rilievo del Monte Foppo, quindi tocca una seconda selletta (1121 m).
Si piega a sinistra e si effettua un’ampio semicerchio alla testata di una conca erbosa, con bellissimo panorama sul Monte Góttero e sulla Val di Vara. Si raggiunge quindi un crinale quasi orizzontale, dove si attraversa una seconda recinzione; subito oltre, si entra nella faggeta e si piega decisamente a destra in dolce salita. Qualche decina di metri più avanti si trova un bivio (quota 1190); si lascia a sinistra l’Alta Via dei Monti Liguri, che andrà seguita al ritorno, e si prende a destra una carrareccia marcata dai cartelli e dai segni arancioni del CCT.
Il CCT (Cento Croci Trail) è un percorso di 34 km realizzato dall’ASD Spirito Tarsogno, lungo cui ogni anno dal 2015 viene organizzata una frequentata manifestazione di corsa in montagna. Secondo alcune carte questo tratto di sentiero dovrebbe essere marcato dal segnavia CAI 861, ma di questa segnalazione non c’è traccia.
La pista sale nella faggeta, effettuando due ampi tornanti (possibile scorciatoia sulla destra) e costeggiando alcune aree di bosco diradato. Si percorre uno spallone quasi pianeggiante dove si passa sotto ad un elettrodotto, poi si riprende a salire più decisamente fino alla piatta cima del Monte Zuccone (1423 m; 1.10 – 1.20 ore dal Passo di Cento Croci).
Si trascura il CCT, che scende a destra, e si prosegue a sinistra lungo la carrareccia principale. La pista scende ripidamente nella faggeta, poi attraversa un’area diradata e raggiunge l’ampia sella che separa il Monte Zuccone dalla sua anticima occidentale (il Canarino; 1306 m). Si lascia a destra una diramazione diretta a Tarsogno, indicata dal segnavia 853. Subito dopo si abbandona anche la pista principale, da qui segnalata dal numero 855, che piega a destra in direzione di Tórnolo.
Si prende invece a sinistra un sentiero indicato dai segni arancioni del CCT, che si mantiene sulla dorsale sommitale della montagna. Si scavalca un dosso, poi ci si sposta sul versante settentrionale e si trova un bivio; si piega a sinistra e, con una ripida salita, si ritorna in cresta e si guadagna la boscosa anticima occidentale del Monte Zuccone (1343 m). Il sentiero riprende a scendere dolcemente, costeggiando tra gli alberi il ciglio della Libia di Pecorara.
Portandosi sul ciglio dell’ampia scarpata di rocce ed erba (con attenzione) si può osservare un bel panorama sul Monte Zuccone, sul Monte Góttero e sulla Val di Vara.
Dopo alcune centinaia di metri, il crinale ritorna completamente boscoso e diventa più ripido. Entrati in un’area diradata, si passa sotto ad un traliccio e si giunge ad un crocevia dove si ritrova l’AVML (località Cian Buriàn; 1123 m). Si piega a sinistra, seguendo l’ampia traccia indicata dai segnavia bianco-rossi con qualche saliscendi nel bosco. Si sbuca poi all’aperto, ai piedi dell’imponente anfiteatro della Libia di Pecorara (quota 1150 circa).
Il toponimo “libia” o “liggia” è piuttosto diffuso nel centro-levante ligure, ed indica luoghi soggetti a fenomeni franosi. La Libia di Pecorara è in effetti una grande paleofrana, estesa per varie centinaia di metri, che interrompe il dolce e monotono versante meridionale del Monte Zuccone. Il grande corpo detritico della frana è in parte colonizzato da arbusti, erba e radi faggi. È evidente la nicchia di distacco della frana: una scarpata di rocce rotte e ghiaioni, alta un centinaio di metri, di cui abbiamo percorso il ciglio scendendo dall’anticima del Monte Zuccone. Una pista inerbita permette di risalire il corpo di frana per un centinaio di metri e di raggiungere il catino ai piedi della scarpata sommitale.
La scarpata e il catino posti alla testata della Libia sono noti localmente anche come Scavu du Diàvu, in riferimento alle leggende popolari che li vorrebbero opera del diavolo.
Rientrati nel bosco, si attraversa l’incavato vallone del Fosso delle Volpi, quindi si ritorna all’aperto in un’altra zona diradata dai boscaioli. Procedendo in dolce discesa, si raggiunge un bivio nei pressi di una curiosa conca chiusa; si lascia a destra il CCT e si segue a sinistra l’AVML. La pista ritorna a salire, doppia un contrafforte ed una vallecola, poi ritorna al bivio di quota 1190 incontrato durante la salita. Da qui, con lo stesso percorso dell’andata, ci si riporta al Passo di Cento Croci.






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