Castello (Pontechianale) – Vallone delle Giargiatte – Bivacco Bertoglio

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: 1180 m circa
Tempo: 3.15 – 3.45 ore
Ultima ricognizione: Agosto 2017

L’accesso più semplice al Bivacco Bertoglio si svolge lungo la comoda mulattiera della GTA, che risale il selvaggio e suggestivo Vallone delle Giargiatte. Il bivacco sorge su un poggio arrotondato all’inizio della conca superiore del vallone, sede di numerosi laghetti naturali. Il dislivello è notevole, ma l’itinerario è frequentatissimo, poichè fa parte del percorso ufficiale del Giro del Monviso.

Accesso

Da Cuneo, Saluzzo o Fossano ci si porta all’imbocco della Val Varàita, in corrispondenza del paese di Piasco. Si risale la valle superando Sampéyre, poi, giunti a Casteldelfino, si svolta a destra in direzione di Pontechianale e del Colle dell’Agnello. Superato il Rifugio Alevé, si giunge alla borgata Castello di Pontechianale (1591 m), dove si parcheggia.

Accanto alle case di Castello, sorge la diga del Lago di Pontechianale (o Lago di Castello). La diga, alta 66 m, è di tipo a gravità massiccia e trattiene un invaso dalla capacità massima di 12500000 mc. Per realizzare l’invaso artificiale fu sommersa la frazione Chiesa di Pontechianale, i cui ruderi affiorano dalle acque solo durante i periodici svuotamenti del bacino.

Itinerario

Accanto alla chiesa di Castello si imbocca la mulattiera della GTA, con indicazioni per il Vallone di Vallanta ed il rifugio omonimo. Usciti dal paese, con una ripida salita si entra nel Vallone di Vallanta, quindi lo si percorre in piano sul lato sinistro idrografico passando poco sotto alle Grange Alpet. Poco più avanti si incontra l’ampia mulattiera di fondovalle, proveniente dal Rifugio Alevé, e la si segue verso sinistra; si lascia a destra una diramazione per il Rifugio Bagnour (quota 1759), quindi si costeggia lungamente il torrente tra rade conifere, alternando tratti quasi pianeggianti a rampe ripide.
Giunti nei pressi delle Grange Gheit (1912 m), che sorgono sul lato opposto del torrente, si abbandona la mulattiera di fondovalle per seguire a destra il sentiero della GTA. Si attraversa il torrente su un ponticello di legno, si passa accanto ai ruderi delle grange, quindi si inizia a salire con alcune svolte nel bosco di conifere. Si taglia lungamente verso sud con alcuni saliscendi, poi, con una breve salita, si sbuca in una radura pianeggiante percorsa da un rio. La salita riprende, ora piuttosto ripida, con stretti tornanti tra alberi e rocce affioranti, e porta al Pian Meyer (2127 m), posto all’imbocco del Vallone delle Giargiatte.

Si tratta di un altro ripiano in cui il bosco di conifere si apre in una bellissima radura. Il toponimo “meyer” significa “di mezzo”, e si riferisce alla quota del ripiano, a metà tra il fondovalle e il circo superiore del Vallone delle Giargiatte.

Si trascura la diramazione a destra per il Rifugio Bagnour e si prosegue con altri tornanti nel bosco a prevalenza di larici. Usciti dal bosco, si giunge su un terzo ripiano erboso, sovrastato a destra dall’impressionante Rocca Jarea e a sinistra dalle Rocce Meano; qui un tempo sorgeva il Gias Fons (2365 m).

Il toponimo significa “fonte”: in effetti, a pochi metri dal sentiero, sgorga una sorgente di acqua potabile. Del gias oggi non rimane alcuna traccia, anche se la radura è utilizzata ancora oggi per il pascolo.

Il sentiero percorre l’ampia conca tenendosi sul lato destro idrografico, tra piccoli prati pianeggianti ed enormi massi di antiche morene, quindi riprende a salire con numerosi tornanti tra enormi pietraie. Si sorpassa un’altra conca più o meno pianeggiante, ai piedi delle pareti della Rocca Jarea e della Costa delle Ale Lunghe, quindi ci si innalza in direzione della breve gola rocciosa che difende l’accesso alla parte superiore del vallone. La mulattiera, qui un po’ sconnessa, risale la selvaggia gola spostandosi sul lato sinistro idrografico, quindi giunge ad un bivio.
La traccia principale prosegue diretta verso il Passo di San Chiaffredo; il segnavia invece porta a sinistra, attraversando il rio che percorre la gola e proseguendo nuovamente sul lato destro idrografico. Poco più avanti, pochi metri prima di giungere sul Lago Bertín, si trova un ulteriore bivio (quota 2700 circa); si abbandona il sentiero della GTA, che va a ricongiungersi con la mulattiera principale, per prendere a sinistra un ripido sentierino segnalato con strisce bianche e ometti. Il sentierino risale velocemente il dosso sovrastante e porta al Bivacco Bertoglio (2763 m), che sorge in splendida posizione panoramica.

Piccola costruzione in legno rivestita in lamiera, il Bivacco Bertoglio è sempre aperto e dota di 9 posti letto. Costruito nel 1971, è di proprietà del CAI di Savigliano ed è dedicato a Pietro Bertoglio, che tra il 1948 e il 1959 fu presidente di quella sezione CAI. Posto su un panoramicissimo dosso, il Bivacco Bertoglio sovrasta da un lato il piccolo Lago Bertìn, dall’altro il Lago del Prete (2709 m), raggiungibile in pochi minuti scendendo tra erba e pietrame in direzione nord. Il Lago del Prete è uno splendido specchio d’acqua dalla forma perfettamente rettangolare; presenta acque limpide non particolarmente profonde e si estende per circa 11000 mq, ai piedi della spettacolare parete sud delle Rocce Meano.

Castello e il suo lago visti dall'imbocco del Vallone di Vallanta
Castello e il suo lago visti dall’imbocco del Vallone di Vallanta (18 agosto 2017)
Il maestoso Pelvo d'Elva visto dai pressi del Gias Fons
Il maestoso Pelvo d’Elva visto dai pressi del Gias Fons (18 agosto 2017)
Panorama dal Bivacco Bertoglio; nebbie di fondovalle coprono la Val Varàita
Panorama dal Bivacco Bertoglio; nebbie di fondovalle coprono la Val Varáita (17 agosto 2017)
Il Bivacco Bertoglio
Il Bivacco Bertoglio (17 agosto 2017)

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