Cartasegna – Passo del Legnà – Monte Legnà
Caratteristiche
Difficoltà: E/EE
Dislivello in salita: 800 m circa
Tempo: 2.30 – 2.50 ore
Ultima ricognizione: Maggio 2024
Si tratta di un percorso poco frequentato e un po’ impervio, che si svolge in uno degli angoli più appartati dell’alta Val Borbera. Gran parte dell’itinerario ricalca le tracce di un’antica mulattiera che collegava il piccolo paese di Cartasegna con il Passo del Legnà. Questa mulattiera non è sempre ben conservata: è molto rovinata da erosione e piccole frane, e nell’ultimo tratto scompare; qui si possono avere alcune difficoltà di orientamento, specie in caso di nebbia. Raggiunto il Passo del Legnà si incontra il frequentato sentiero della Via del Mare, e lo si ricalca fino alla cima del Monte Legnà.
Accesso
Usciti dall’autostrada a Vignole-Arquata, si gira a destra e si risale la Val Borbera, superando Cantalupo, Rocchetta, Albera e Cabella. Più avanti si gira a destra per Carrega Ligure; prima di arrivarci, si imbocca a sinistra la diramazione per Cartasegna (885 m).
Il paese si trova in posizione molto appartata, nel profondo vallone del Rio Ghiaion, tra i monti Porreio, Legnà e Poggio Rondino. È citato in un documento del 1230, già allora legato al vicino castello di Carrega Ligure.
Itinerario
Dall’estremità del parcheggio, sotto ad un muro in cemento, si imbocca a destra un viottolo che si addentra nel paese (segnavia CAI 233; cartellini del Cammino dei Ribelli). Appoggiando a sinistra, si sale tra le case; ad un altro bivio si va a sinistra lungo uno stradello cementato che contorna il paese dal basso in dolce salita. Poco dopo si piega a destra, e si taglia in piano tra gli alberi sotto al dosso su cui sorge la chiesa. Si attraversa un valloncello dove si trova una fonte, quindi si incontra la sterrata pianeggiante che conduce alle Case Lacca (925 m).
Si continua dritti lungo una mulattiera che sale dolcemente a mezza costa tra rada vegetazione. Guadato il Rio Rundanaia, la mulattiera sale tra due placche di roccia, poi gira a sinistra nel bosco. Si effettua un tornante, poi si doppia un costone e ci si congiunge con una stradina sterrata. Proseguendo a destra, si supera un tratto scavato nella roccia, quindi si guada il Rio Ghiaion. La stradina inizia a salire; dopo poche decine di metri, la si abbandona per svoltare a sinistra su una mulattiera che sale più decisa. Si contorna un altro costone, quindi si attraversa una zona aperta, con erba e rocce affioranti. Lasciata a sinistra una diramazione, si entra nel bosco, dove si incontra un altro bivio (quota 1050 circa).
Si va a sinistra, percorrendo una sorta di corridoio tra muretti a secco, in una zona di terrazze abbandonate invase dalla boscaglia. La mulattiera si affaccia quindi su un rio assai incavato, e si tiene alta sulla scoscesa sponda sinistra idrografica per alcune decine di metri. Si prosegue poi nei pressi del rio, con tratti parecchio rovinati dall’erosione. Con alcune curve si sbuca nella radura dove sorge la Casa del Pedone (1142 m).
Passati a sinistra della casa, la mulattiera si affaccia nuovamente sul solco del rio; qui c’è un breve tratto franato, che richiede attenzione se superato direttamente (ma è aggirabile a destra). Poco oltre, la mulattiera gira a destra e si innalza in diagonale nella faggeta. Ad un bivio si va a sinistra e, dopo un tratto in salita, si sbuca su un ripiano dove la traccia sembra perdersi. Si gira a destra e si riprende la mulattiera che si innalza in diagonale. Alla biforcazione successiva si va a sinistra su una traccia assai rovinata e malagevole, che si inerpica tra i faggi.
Più in alto, si devia ulteriormente a sinistra su un sentierino pianeggiante. Giunti ai margini di un prato, la traccia si perde: si piega allora a destra, salendo senza sentiero per il ripido prato, punteggiato di alberi e arbusti. Seguendo attentamente i segnavia, che a tratti sono un po’ distanziati, si raggiunge un ripido costone, e lo si rimonta in ripida salita tra boschetti e radure. A quota 1440 circa si incontra una strada sterrata; qui si abbandonano i segnavia, diretti a Carrega Ligure, e si segue la sterrata verso sinistra. Dopo una breve salita, la pista taglia lungamente quasi in piano al di sotto del vicino spartiacque tra Borbera e Boreca, poi lo raggiunge (quota 1466) qualche centinaio di metri più a nord del Passo del Legnà.
Si tratta di un profondo valico, che separa il Poggio Rondino dal Monte Legnà. Il punto più basso del valico (1458 m) si trova un po’ più a sud, e costituiva il vero e proprio punto di passaggio. Vi transitava un’antica mulattiera, che collegava Cartasegna (Val Borbera) al vicino paese di Bogli (Val Boreca, tributaria del Trebbia). Il passo era molto frequentato perché, a differenza di altri valichi della zona, era protetto dai venti rigidi, soprattutto in inverno.
Qui si incontra la Via del Mare, nel tratto che collega le Capanne di Carrega alle Capanne di Cósola. Si prosegue dritti verso nord e, lasciata a destra la carrareccia che scende a Bogli, si rimonta il ripido crinale in direzione del Monte Legnà. Scavalcato un ampio dosso erboso, una seconda ripida rampa permette di arrivare sulla cresta sommitale della montagna. Si abbandona quindi la Via del Mare, che prosegue verso il Monte Cavalmurone e, salendo pochi metri a sinistra lungo l’ampio crinale erboso, si raggiunge la croce di vetta del panoramico Monte Legnà (1669 m).
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