San Cipriano – Ca’ Cerisola – Ciappo delle Conche – Camporotondo – San Cipriano
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 300 m circa
Tempo: 3 – 3.45 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Febbraio 2015
Classico giro ad anello nel Finalese, permette di visitare alcune località molto interessanti dal punto di vista paesaggistico e archeologico: i ciappi, ricchi di incisioni rupestri, il recinto megalitico di Camporotondo, alcuni ripari sotto roccia…
Accesso
Si esce al casello autostradale di Finale Ligure e si prosegue per Finalpia. Qui si svolta a sinistra per Calvisio; si sorpassa il ponte sul Torrente Sciusa e, subito oltre la chiesa, si imbocca a sinistra la stretta via Bedina. La si segue per poche decine di metri, svoltando poi a destra (indicazioni per Lacremà) lungo una ripida stradina che sale a tornanti fino alla chiesa di San Cipriano (116 m).
La chiesa è stata rifatta in stile barocco, ma conserva il campanile originario, costruito all’inizio del XIII secolo, in stile romanico.
Itinerario
Si sale ancora lungo la strada asfaltata per pochi metri, fino ad un bivio. Si va a sinistra ma subito si imbocca a destra un sentiero (segnavia: linea rossa) che taglia tra gli ulivi, poi procede in piano fino ad una cisterna per l’irrigazione. Il sentiero passa sotto alla selvaggia parete calcarea del Monte Tolla e si addentra in un’ombrosa valletta, dove subito si trova un bivio. Si trascura il segnavia “triangolo e due linee rosse” che guida a San Bernardino e si gira a destra, rimontando la valletta. Aggirato con un minimo di difficoltà un masso franato, il sentiero riprende ad essere ampio ed agevole, proseguendo in un bosco dove si trovano numerosi muretti a secco e alcuni ripari sotto roccia. Si lascia a destra una diramazione che sale direttamente a Camporotondo e si raggiunge il ripiano del Cian de Rue, dove la valletta si divide in varie diramazioni.
Il sentiero segnalato gira a destra e, dopo un tratto in piano tra ampie terrazze, inizia a salire più decisamente sulla testata del valloncello. Si sbuca così su un crinale boscoso, dove transita un’ampia mulattiera proveniente da Camporotondo, segnalata con un pallino ed un triangolo rosso (quota 308). Lo si segue verso sinistra in piano, passando accanto ai ruderi di Ca’ Cerisola, oltre i quali si lascia a destra il segnavia “linea rossa” per proseguire lungo il sentiero principale. Poco dopo si raggiunge un altro bivio, dove si gira a destra in lieve discesa (segnavia: quadrato rosso pieno) e poi in piano nella fitta boscaglia. Si perviene quindi ad un ulteriore bivio, dove si riceve da destra il segnavia “rombo rosso pieno”.
È il segnavia che si seguirà al ritorno; volendo accorciare l’anello si può evitare la deviazione al Ciappo delle Conche e scendere direttamente da questa parte.
Si prosegue dritti lungo la traccia principale, che taglia con brevi saliscendi passando accanto ad un curioso presepe; lasciato a sinistra il segnavia “due triangoli rossi pieni“, si raggiunge il lastrone detto Ciappo dei Ceci (319 m).
Più piccolo e meno conosciuto del Ciappo delle Conche, è ugualmente interessante per la presenza di canaletti, vaschette e incisioni cruciformi.
Il sentiero prosegue ancora con brevi saliscendi nella lecceta, contornando alcune solitarie e suggestive vallette e superando piccole sellette boscose. Con un’ultima salita in diagonale ed una curva a sinistra si arriva al Ciappo delle Conche (331 m).
Tra incisioni di tutti i tipi (alcune anche molto recenti, come ad esempio il treno e alcune lettere), si notano le incisioni cruciformi preistoriche, i canaletti e le vaschette. Subito ad oriente del ciappo, si trova il Riparo dei Buoi, un curioso riparo sotto roccia il cui fondo è stato lavorato a nicchie, sedili e tracce di incisioni, tra cui un cranio, forme geometriche e cruciformi.
Si ritorna indietro fino all’imbocco del sentiero segnalato con un rombo rosso pieno, e lo si segue verso sinistra, scendendo nel bosco con vari tornanti. Si raggiunge quindi il fondo di una pittoresca valletta, che si apre in numerose radure. Il sentiero la percorre in lievissima discesa, passando accanto alla caratteristica Casa del Vacchè.
La casa, di cui rimangono pochi ruderi, era stata ricavata chiudendo con muri una piccola grotta; una curiosa evoluzione di un precedente riparo sotto roccia.
Presso la casa si lascia a destra una diramazione segnalata con una linea rossa. Si prosegue lungo la valletta, passando accanto ad un altro riparo sotto roccia con muri a secco, poi si incontra un altro bivio; si abbandona il rombo rosso, che guida direttamente a Lacremà e a San Cipriano, per imboccare a destra un sentierino segnalato con tre punti rossi. La traccia procede prima in salita, poi in piano, poi di nuovo in salita, con fondo roccioso, a tratti quasi scalinato. Girando a destra si entra nel recinto megalitico di Camporotondo (291 m), al cui centro si trova un’amena radura.
Il recinto è una circonferenza di 150 metri di diametro, delimitata da lastroni di pietra, al cui interno si trovano i resti di altre suggestive abitazioni sotto roccia. L’origine, la datazione e lo scopo del recinto di Camporotondo sono sconosciuti; alcuni pensano che avesse significato rituale, legato ai culti liguri-celtici, altri invece pensano che sia stato costruito per scopi difensivi.
All’estremità opposta, presso un rudere sotto roccia, si imbocca il sentiero segnalato con tre punti ed un quadrato vuoto rossi. Dopo pochi metri si abbandona il quadrato rosso per seguire i tre punti, che percorre un costone boscoso pianeggiante. Sorpassato un piccolo lastrone calcareo, il sentiero inizia a scendere decisamente, con frequenti tratti a fondo roccioso. Oltre un tratto in piano, si passa da un punto panoramico su Finale Ligure e il mare, poi si prosegue con numerosi tornanti nel bosco, incontrando nuovamente il segnavia “quadrato rosso vuoto”. Si scende a svolte lungo una mulattiera lastricata, poi si incontra nuovamente anche il segnavia “rombo rosso pieno”. Tagliando verso destra si passa attraverso il suggestivo villaggio di Lacremà (129 m), superando alcuni archivolti tra le case. La mulattiera si trasforma in carrareccia e riporta in breve alla chiesa di San Cipriano.
Escursioni sugli Altopiani del Finalese
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