Bruggi – Colle della Seppa – Pian dell’Armà – Monte Chiappo – Bruggi
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 800 m circa
Tempo: 4.30 – 5 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Settembre 2018
Percorso ad anello che si svolge intorno alla testata della Val Curone, sul versante nord del Monte Chiappo. Si sale per vecchi sentieri in disuso fino al Colle della Seppa, quindi si percorre l’ampia dorsale tra le valli Curone e Stáffora, che offre panorami vastissimi. Dalla vetta del Chiappo si scende per un sentiero più diretto, all’ombra di un bel bosco di faggi. Se si volesse salire direttamente al Chiappo senza effettuare l’anello, si può seguire il percorso descritto qui come discesa; in tal caso il dislivello è di 692 metri e ci vogliono circa due ore di cammino o poco più.
Accesso
a) Dal casello autostradale di Vignole-Arquata si svolta a destra e si rimonta la Val Borbera fino a Pertuso, dove si gira a sinistra per Vigoponzo e Dernice. Si scende poi verso San Sebastiano Curone, ma prima di arrivarci si gira a destra per Costa dei Ferrai e Morigliassi. Si continua a destra per Caldirola ma, superato Garadassi, si imbocca a sinistra la diramazione per Montecapraro, Salogni e Bruggi.
b) Dal casello autostradale di Tortona ci si porta a Castellar Guidobono, dove si imbocca a destra la SP100 che rimonta la Val Curone. Si risale tutta la valle in direzione di Caldirola ma, superato Garadassi, si svolta a sinistra lungo la diramazione che guida a Montecapraro, Salogni e Bruggi. Prima di entrare in paese si gira a destra, parcheggiando accanto alla chiesa di San Rocco (1008 m).
Bruggi, ultimo paese della Val Curone prima che essa termini contro il Monte Chiappo, si estende su un ripido versante sulla destra idrografica del Torrente Curone. È citato già in due atti risalenti al 1300 e al 1306; fu feudo dei Fieschi e dei Malaspina, poi venne gravemente danneggiato durante due gravi incendi nel 1866. Il toponimo potrebbe derivare da brolium, con il significato di “orto, parco, zona verde”.
Salita
Dal parcheggio si gira a sinistra per costeggiare la chiesa e subito si incontra un bivio; si trascura il segnavia CAI 116, che si seguirà al ritorno, per girare a sinistra ed entrare nel paese di Bruggi. Si attraversa il paese salendo in diagonale lungo la viuzza principale, quindi si sbuca su una stradina asfaltata (quota 1070 circa). La si segue verso destra lungo un ampio tornante presso alcune case isolate. Prima della fine del tornante, accanto ad una casa, si imbocca sulla destra una carrareccia (cartello in legno per “pineta”), che sale ripidamente tra prati e arbusti passando accanto ad un serbatoio dell’acquedotto. Seguendo la ripida pista, a tratti sassosa, a tratti inerbita, si trascura una seconda indicazione a destra per la “pineta”, si passa accanto alla Fontana degli Asini (in secca) e si giunge ad un bivio.
Il ramo di destra, indicato da vecchi segnavia “cerchio giallo sbarrato” contorna ad ovest il Monte Garavè e porta al Passo della Mula: era il vecchio sentiero che permetteva l’accesso alla dorsale spartiacque tra Stáffora e Curone. Non l’ho percorso perchè non ero sicuro sul suo stato di manutenzione.
Si continua a sinistra salendo ripidamente, poi si effettua un breve tratto in piano e ci si congiunge alla stradina sterrata per il Colle della Seppa (quota 1210 circa). La si segue in salita nella boscaglia, effettuando una secca curva verso destra; circa 300 metri dopo si curva a sinistra per attraversare un piccolo rio. Subito dopo si trova sulla destra l’imbocco di una pista inerbita che permette di tagliare un lungo tornante della sterrata. Si segue la pista in ripida salita, quindi si svolta a sinistra passando accanto ad un rudere e ci si ricongiunge alla stradina. Si rimonta la rotabile per alcune decine di metri, fino a giungere in vista di una cascina. Prima di arrivarci, si trova a destra un’evidente carrareccia che sale più direttamente nel bosco.
Quest’ultima scorciatoia può presentare qualche problema di orientamento; volendo evitare i rischi si può semplicemente seguire la strada sterrata principale fino al Colle della Seppa.
La carrareccia sbuca quindi in un prato dove si trova un piccolo stagno (quota 1400 circa). Si contorna lo stagno sul lato a monte, quindi si sale a sinistra nella faggeta individuando un vago sentiero che taglia in diagonale verso nord. Il sentiero si fa man mano più evidente e, con alcune brevi salite e tratti in piano, sbuca sul Colle della Seppa (1485 m).
Un tempo il valico era il principale collegamento tra le alte valli Curone e Stàffora. Oggi è attraversato dalla sterrata che collega Bruggi alla SP90 della Val Stáffora, nel tratto tra Cegni e il Passo del Giovà.
Si piega a destra lungo l’ampia mulattiera che percorre il crinale (segnavia 105; tratto della Via del Sale), all’inizio praticamente pianeggiante e coperto di faggi. Con una salita più ripida si arriva sulla vetta del Monte Garavè (1549 m).
Il toponimo “garavè” dovrebbe significare “scoscendimento di pietre”, anche se i versanti della montagna sono quasi totalmente boscosi. Il Monte Garavè, anche se non è certo una cima emergente, è ben riconoscibile per il vasto lariceto che copre tutto il suo versante occidentale.
Si effettua una breve discesa, quindi si segue l’ampia dorsale fino al Passo della Mula (1490 m), posto ai piedi del Monte Rotondo. Qui si trova un bivio: si lascia a sinistra la pista che sale dritta al Monte Rotondo (indicata come Via del Sale) e si prosegue a destra, aggirando la cima in piano. Entrati nella faggeta si superano alcuni tratti fangosi, poi si sale in diagonale tra boschetti e radure riportandosi sullo spartiacque. Si attraversa una recinzione, quindi si percorrono i bei prati del Pian dell’Armà (quota 1540 circa) e si giunge ad un bivio. Trascurando la sterrata che scende a sinistra verso il Passo del Giovà, si prosegue dritti lungo una ripida traccia (pista da sci) sul contrafforte nord del Monte Chiappo. Passati accanto al piccolo rifugio, si è in vetta al Monte Chiappo (1700 m; 2.30 – 3 ore da Bruggi).
Discesa
Si scende lungo l’ampio contrafforte occidentale della montagna, costeggiando una recinzione (segnavia 200), fino alla piccola sella ai piedi della cima del Monte Prenardo. Qui si abbandona il crinale, girando a destra e attraversando la recinzione (segnavia 116). Si continua lungo un sentiero che perde quota ripidamente tra radi alberi, arbusti e prati. Si effettua un lungo traverso in lieve discesa e poi in piano, quindi si piega bruscamente a sinistra seguendo attentamente i segnavia. Questo tratto di sentiero, poco marcato, si confonde con le numerose piste di bestiame che attraversano il versante. Entrati nella faggeta il sentiero ritorna evidente, e continua a scendere ripido passando nei pressi di due vasche-abbeveratoi. Si attraversa un fosso, quindi si supera una rampa ripida lungo un piccolo costone. Qui si piega a destra e si va ad attraversare un piccolo ripiano arbustivo, quindi si continua a scendere in una bella faggeta attraversando una recinzione. Il sentiero costeggia il Rio del Lago sulla sponda destra idrografica, quindi si sposta a destra e attraversa un piccolo affluente. Dopo un tratto ripido in diagonale in un bosco diradato il sentiero diventa carrareccia, e guada il Rio del Lago (quota 1200). Tenendosi ancora nei pressi del rio, si passa accanto ad una presa dell’acquedotto, quindi ci si va a congiungere ad un’altra strada sterrata.
Questa sterrata, segnalata con tre pallini gialli, sale alla Capanna Cesare, ancora ben conservata ma senza tetto, e al Rio Gabbioni, presso cui si trova una fonte.
Si perde quota con alcuni tornanti nel bosco misto, quindi si va a riattraversare il Rio del Lago su un ponticello. Subito oltre il ponte si trova la fresca Sorgente Cisù (quota 1080 circa). Si continua lungo la comoda strada sterrata che scende dolcemente, poi con un tratto in falsopiano, si congiunge con un’altra stradina che scende da destra.
La stradina proviene dalla pineta di Bruggi, in cui si trovano un’area picnic e una fonte.
Proseguendo dritti in lieve discesa, dopo gli ultimi minuti di cammino si ritorna alla chiesa di San Rocco, dove si aveva lasciato l’automobile.
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