Boragni – Arma Strapatente – Orco – Boragni
Caratteristiche
Difficoltà: E l’anello breve, EE l’anello lungo
Dislivello in salita: 130 m circa (anello breve); 250 m circa (anello lungo)
Tempo: 1.15 – 1.30 ore (anello breve); 2.30 – 3 ore (anello lungo)
Ultima ricognizione: Gennaio 2020
L’Arma Strapatente è una grotta curiosa, che trafora da parte a parte il rilievo della Rocca Nava, posto tra Boragni e Orco. Qui propongo un doppio percorso ad anello, consistente in una variante breve ed una variante lunga. La variante breve prevede solamente la visita all’Arma Strapatente (facilissima, richiede solo di avere con sè una torcia, possibilmente frontale). La variante lunga invece porta fino ad Orco, e poi guida sull’impervio crinale della Rocca Nava, passando per il curioso Dolmen della Strapatente. Visto che gran parte dell’anello lungo si svolge lungo tracce poco evidenti e non segnalate, si possono avere notevoli problemi di orientamento.
Accesso
Dal casello di Finale Ligure si scende a Finale Marina e si segue la via Aurelia fino a Finalpia. Qui si svolta a sinistra per Calvisio e, superato il paese, si prosegue lungo la valle del Torrente Sciusa fino ad imboccare la strada per Orco. Superato il paese di Boragni si prosegue per ancora 250 metri, fino ad un tornante dove si lascia l’auto (quota 210).
Itinerario
Si imbocca una strada sterrata che sale dolcemente nel bosco. Giunti ai piedi di un torrione calcareo la si abbandona per prendere a sinistra un sentiero che taglia tra gli alberi contornando una curiosa depressione carsica. Il sentiero percorre un ripido versante boscoso; bisogna fare attenzione a trovare l’indicazione a destra per l’Arma Strapatente, poco evidente. Si imbocca quindi a destra un impervio sentierino (pallini rossi) che sale ripido tra rocce e alberi, dirigendosi verso le sovrastanti bastionate rocciose. Si piega quindi a sinistra e si raggiunge l’imbocco dell’Arma Strapatente (310 m circa).
La grotta, non molto ricca di concrezioni, è lunga circa 200 metri e passa da parte a parte un imponente costolone roccioso, costituendo un curioso passaggio naturale.
Si percorre l’intera galleria e si sbuca sul versante opposto del costone, riprendendo il sentiero che scende verso destra costeggiando una parete rocciosa e passando accanto alla Grotta dei Balconi.
Più che una vera e propria grotta è quasi un arco naturale, segnalato da muretti a secco.
Il sentiero scende ripido tra rocce e arbusti, poi raggiunge la mulattiera pianeggiante che collega Boragni a Orco.
Anello breve
Seguendo la mulattiera verso sinistra si doppia l’ampio costone in cui si trova l’Arma Strapatente e ci si ricongiunge in breve al percorso dell’andata.
Anello lungo
Si segue la mulattiera verso destra in salita, percorrendo la valle secca che divide a metà il rilievo della Rocca Nava. Contornato un uliveto sulla sinistra, si trova un bivio; si va a sinistra costeggiando una dolina e si sbuca su un crinale dove si incontra il Sentiero Ermano Fossati (quota 369). La mulattiera, ormai allargatasi a stradina sterrata, aggira il Bric Berea sul versante occidentale e porta al cimitero di Orco, da cui si può scendere in breve al paese (366 m).
Orco è un paese grazioso, in felice posizione sullo spartiacque tra la Val Cornei e la Valle Sciusa; qui nel medioevo sorgeva il Castrum Orche, facente parte dei territori aleramici. Poco a occidente si trova la frazione Costa, ugualmente posta su un crinale e molto suggestiva. Il toponimo potrebbe essere di origine latina, e significare “barile”; secondo altri è di origine pre-romana.
Dal cimitero di Orco si devia a destra lungo la stradina segnalata con un triangolo e due linee rosse, che contorna il Bric Berea sul fianco orientale. Si lascia a destra la diramazione che guida sulla cima e si giunge ad una casa isolata, dove la sterrata è sbarrata da una transenna. Si imbocca a destra il sentiero segnalato, che si porta in breve su un piccolo crinale. Dopo circa duecento metri si trova un bivio poco evidente; qui si lascia a destra il sentiero segnalato, che si congiunge in breve al percorso dell’andata, e si prende a sinistra la traccia non segnalata che si mantiene sul crinale. Più avanti si trova un altro bivio.
Il sentierino di sinistra costeggia alla base le falesie della Rocca Nava, riportando a Boragni; il sentiero presenta un solo passaggio di arrampicata, attrezzato con corde fisse e da affrontare in discesa (difficoltà: EE).
Si va a destra, lungo la traccia che si mantiene sul crinale, tra alberi, arbusti e roccette. Arrivati sotto ad uno spigolo roccioso la traccia sembra perdersi; bisogna quindi risalire direttamente lo spigoletto, per facili rocce gradinate. Si prosegue quindi lungo un panoramico crinale roccioso (tracce saltuarie), che guida all’aerea vetta della Rocca Nava (409 m).
L’aerea sommità, formata da una sottile cresta rocciosa che a sinistra precipita con una parete strapiombante, offre un bellissimo panorama circolare sul Finalese. Curiosamente, sulle carte il toponimo “Rocca Nava” è assegnato ad una cima un po’ più bassa che si trova poco più a sud-est, e che il nostro itinerario andrà a scavalcare.
Si prosegue lungo il crinale, all’inizio ancora roccioso, mantenendosi sulla destra del filo per evitare di sporgersi sulla parete. La cresta si fa più dolce e arrotondata, e le tracce la percorrono, prima in discesa, poi scavalcando la seconda cima della Rocca Nava (379 m). Dopo un’altra breve discesa si incontra un sentiero più evidente, in corrispondenza di una minuscola radura con ometto di pietre (quota 359). Si continua dritti lungo la traccia, che con percorso contorto si riavvicina all’orlo della falesia, fino ad uno spettacolare punto panoramico da cui si vedono già l’Arma Strapatente e il Dolmen. Seguendo l’orlo delle falesie, si scende in breve ad un intaglio, si svolta a sinistra e, con attenzione, si guadagna il becco roccioso dove sorge il Dolmen della Strapatente (340 m circa).
Tra i vari dolmen del finalese, quello della Strapatente è il più difficile da raggiungere, ma è anche quello in posizione più spettacolare. Si trova sulla punta di un becco roccioso, in cima alla bastionata in cui si apre l’Arma Strapatente. L’ingresso della grotta si trova esattamente sotto i nostri piedi, qualche decina di metri più in basso. Analogamente agli altri dolmen finalesi, il Dolmen della Strapatente potrebbe essere originario dell’Età del Bronzo, che in questa zona si sviluppa tra il 900 a.C. e il 180 a.C.
Si ritorna all’ometto di pietre a quota 359 e si piega a sinistra seguendo il sentierino più evidente. Questo inizia in breve a scendere ripidamente nella fitta macchia, attraversando antiche terrazze abbandonate. In pochi minuti si raggiunge il fondo pianeggiante della valle secca percorsa in salita; lo si attraversa e si ritrova la mulattiera che collega Boragni ad Orco e, seguendola verso sinistra, si ritorna all’automobile.
Escursioni sugli Altopiani del Finalese
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