Bonassola – Scernio – Monte Róssola – il Colletto – San Giorgio – Bonassola
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 600 m circa
Tempo: 3.30 – 4.15 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Febbraio 2022
Via diretta ed estremamente suggestiva per salire al Monte Róssola dal pittoresco paese di Bonassola. Si segue fedelmente il costolone sud-occidentale della montagna, con panorami man mano più vasti, fino all’aerea cresta rocciosa sommitale. Il sentiero è parecchio ripido e faticoso, quindi lo si sconsiglia nella stagione estiva.
Accesso
a) In treno fino alla stazione ferroviaria di Bonassola.
b) In automobile, dal casello autostradale di Déiva Marina, si va in direzione di Lévanto. Superate le frazioni alte di Framura, si trova la deviazione che scende a Bonassola (9 m).
Itinerario
Dalla stazione ferroviaria di Bonassola ci si dirige verso il mare fino alla chiesa di Santa Caterina. Qui si gira a sinistra e si percorre il viale che procede a fianco della strada sopraelevata che delimita la spiaggia (già qui si trovano i segnavia bianco-rossi del Sentiero Verdeazzurro). Si gira poi a sinistra in via Cristoforo Colombo, che si percorre verso monte finchè i segnavia non portano ad imboccare una mulattiera scalinata sulla destra. Si sale tra le villette, toccando un tornante di via Ammiraglio Serra, quindi si piega a destra e si continua in diagonale.
Per comode viuzze scalinate si guadagna quota, tra case isolate e uliveti, attraversando due stradine asfaltate. Più in alto ad un bivio si va a destra e si giunge a valle di una villetta. Qui si trascura la strada che continua dritta e si gira a sinistra. Con un’ultima salita si raggiunge la strada provinciale tra Levanto e Bonassola in località Scernio (182 m).
Volendo abbreviare l’escursione si può arrivare in automobile fino a qui.
Trascurando la provinciale, si gira bruscamente a sinistra lungo una stradina cementata (segnavia 664) che passa tra alcune case, poi taglia con brevi saliscendi nella fitta macchia diventando sterrata. Giunti sul fondo di una vallecola, si abbandona la sterrata e si gira a destra su una buona mulattiera (segnavia 665) che sale con due tornanti e raggiunge la SS332 che collega Lévanto alla Baracca nei pressi di una cava abbandonata. Si attraversa la strada e, pochi metri a valle, si ritrova il sentiero, che sale molto ripidamente nella fitta macchia. Si traversa a destra, poi si sale lungo la massima pendenza per alcune decine di metri e si traversa a sinistra con bellissima vista su Bonassola.
Il sentiero guadagna così il costolone sud-occidentale del Monte Róssola, che si presenta poco marcato e abbastanza ripido. Il sentiero lo rimonta fedelmente tra pini e arbusti; man mano che si sale il contrafforte si fa più definito e i panorami si fanno sempre più ampi. Si giunge quindi alla base della rocciosa cresta sommitale della montagna; si aggira il primo dosso, sormontato da un palo, sulla sinistra, quindi ci si porta sull’aereo filo e lo si percorre senza difficoltà, con brevi saliscendi per roccette. Si giunge quindi in cima al Monte Róssola (563 m; 1.30 – 1.45 ore da Bonassola), dove si trova una grande croce in legno.
Si scende lungo il contrafforte nord della montagna; passati accanto ad un pannello ripetitore, si supera un tratto ripido, quindi si prosegue quasi in piano nella macchia. Si aggira la Rocca Gaibana e si giunge al crocevia del Colletto (459 m). Trascurando i sentieri per la Foce di Montale e Lévanto, si gira a sinistra (segnavia 663). Dopo una breve discesa nel bosco si attraversa un rio, quindi si sale dolcemente tra gli arbusti. Sbucati su una strada sterrata, la si segue verso destra con dolci saliscendi.
Si attraversa un vallone roccioso, quindi si scavalca un contrafforte interessato da lavori di cava. Scendendo in diagonale, si incontra la strada provinciale che collega Bonassola al Passo del Bracco, e la si segue verso sinistra in discesa fino ad un bivio (quota 421). Si gira a destra lungo la rotabile per Montaretto, e si passa a monte di alcune grandi cave di “Rosso Levanto”.
Il “Rosso Lévanto” è una pregiata pietra ornamentale da molti chiamata impropriamente “marmo”. Si tratta in realtà di un’oficalce: una breccia costituita da clasti di serpentinite (rossastri o tendenti al verdastro) cementati tra di loro da vene di calcite (bianche). Anche se è denominato “di Lévanto”, le cave più grandi erano proprio quelle sul versante di Bonassola.
Dopo circa 700 metri dal bivio, i segnavia deviano a sinistra, lungo una stradina asfaltata che scende ripida. Attraversato un rio su una passerella in legno, la stradina prosegue cementata ed attraversa un ampio ripiano coltivato, poi passa tra alcune case. Due ripidi tornanti portano sulla strada asfaltata per Bonassola (quota 304): la si attraversa e si imbocca un viottolo che attraversa la borgata di San Giorgio.
Poco a valle di San Giorgio, su un poggio proteso verso Bonassola, sorgono i ruderi della Torre Ardoina, edificata nel 1544 per proteggere la baia dalle incursioni dei saraceni. La torre fu abbandonata a causa di movimenti franosi già nel XVII secolo, e parte del materiale fu riutilizzato per costruire il campanile della chiesa di San Giorgio.
A valle delle case si continua su una mulattiera a scalini, che scende tra gli ulivi con alcune curve. Un breve tratto cementato riporta sulla strada asfaltata, che si attraversa: proseguendo dritti sulla stradina cementata, si passa accanto ad una villetta e si giunge ad un bivio.
A sinistra si giunge in pochi minuti alla Chiesa di San Giorgio (176 m), realizzata nel XVI secolo; il campanile venne costruito un centinaio di anni dopo, utilizzando materiale della Torre Ardoina e della cosiddetta Chiesa Rotta, situata a monte di San Giorgio.
Si gira a destra e, attraversato il Torrente San Giorgio su un ponticello, si trova un altro bivio (località Ciò; 182 m). Si trascura la diramazione per Montaretto e si piega a sinistra, passando accanto ad un mulino trasformato in villetta. Lo stradello scende nel bosco, poi tra orti e villette, e diventa asfaltato; ad un bivio si va a sinistra, poi si incrocia una strada più grande (via Roma). Si prosegue dritti lungo una scalinata, che riporta in via Roma subito a monte rispetto alla ferrovia. Seguendo l’asfalto, in poche decine di metri si ritorna alla stazione ferroviaria di Bonassola (9 m).
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