Tresenda (Livigno) – Agriturismo Alpe Mine – Lago delle Mine – Bocchetta delle Capre – Alpe Vago

Caratteristiche

Difficoltà: EE
Dislivello in salita: 1080 m circa
Dislivello in discesa: 1000 m circa
Tempo: 6 – 7 ore
Ultima ricognizione: Agosto 2018

Si tratta di un percorso piuttosto faticoso, ma molto suggestivo, in ambiente assolutamente selvaggio e desolato. La salita si svolge per la Valle delle Mine; ad un certo punto si abbandona il sentiero principale di fondovalle per salire all’appartata conca del Lago delle Mine e rimontare le ripide pietraie che guidano alla Bocchetta delle Capre. La discesa avviene invece per la Val Nera, lungo un ripido sentiero prima tra ghiaioni poi tra prati, al cospetto dell’elegante Piz Paradisin e del suo ghiacciaio.
Il tratto tra il Lago delle Mine e la Bocchetta delle Capre si svolge fuori sentiero, quindi è assolutamente sconsigliato in caso di nebbia o maltempo. Tra l’altro in genere è ingombro di neve fino a luglio inoltrato: in presenza di neve diventa un percorso alpinistico, da affrontare con picozza e ramponi. Visto che la traversata non si chiude ad anello è consigliabile organizzarsi con due macchine; nel caso ciò non fosse possibile si può tornare a Tresenda seguendo la mulattiera di fondovalle che procede parallela alla strada asfaltata (ci vuole circa un’ora di cammino).

Accesso

a) Da Tirano o St. Moritz si percorre la strada del Passo del Bernina, poi si prende la diramazione che sale alla Fòrcola di Livigno e scende al paese. Giunti in località Tresenda si trova sulla destra la diramazione per la Valle delle Mine. La si imbocca e dopo 300 metri circa si arriva al parcheggio autorizzato.
b) Da Bormio si scavalcano il Passo del Foscagno e il Passo d’Èira, poi si scende a Livigno. Si continua in direzione della Fòrcola di Livigno; giunti in località Tresenda si trova sulla destra la diramazione per la Valle delle Mine. La si imbocca e dopo 300 metri circa si arriva al parcheggio autorizzato (1915 m).

Itinerario

Dal parcheggio la strada (ora a transito vietato) piega a sinistra per attraversare su un ponticello il torrente che viene dalla Valle delle Mine. Qui si presentano due possibilità:

a) Si abbandona la strada subito prima del ponticello e si continua dritti, andando ad imboccare un sentiero segnalato (scritta su masso per il Baitél del Grasso degli Agnelli) che sale con numerosi ripidi tornanti nel bosco di conifere. Ad un bivio si va a sinistra e si raggiunge un sentiero più marcato, che taglia verso sinistra in salita più dolce. In breve tempo ci si porta presso il torrente che proviene dalla Valle delle Mine, e lo si costeggia, passando accanto al ponticello in legno che dà accesso alla Fonte degli Innamorati (quota 2000 circa).
Più in alto i larici lasciano spazio ai mughi, che man mano diventano più radi; si apre quindi la vista sull’anfiteatro di vette che circonda la Valle delle Mine. Il sentiero continua lungamente accanto all’impetuoso torrente di fondovalle, poi se ne allontana per un breve tratto; una ripida discesa porta ad una passerella in legno sul torrente. Subito oltre, si risale al Baitél del Grasso degli Agnelli, dove ci si ricongiunge con la variante “b”.

b) Si continua lungo la sterrata, che attraversa il torrente e si biforca. Si va a destra e si sale a tornanti tra i larici, per superare il saltino che immette nella Valle delle Mine; in questo tratto sono presenti numerosi pannelli esplicativi sulla flora del luogo. La sterrata entra quindi nel vallone sul lato destro idrografico, abbastanza alta rispetto al fondo. Procedendo in lieve salita si va a raggiungere l’Alpe Mine (2143 m), dove si lascia a sinistra una diramazione per il Baitél del Motton dell’Al e il Baitél de la Blès. La sterrata effettua quindi un lungo saliscendi e porta all’Agriturismo Alpe Mine (2194 m).

L’agriturismo è stato ricavato ristrutturando una preesistente baita, denominata Baitél del Grasso degli Agnelli; con questa denominazione si trova ancora su molte carte.

Presso i tavolini accanto al rifugio prende origine il sentiero per il Colle delle Mine, che percorre l’ampio fondo quasi pianeggiante del vallone attraversando alcuni piccoli ruscelli. Si giunge quindi ad un bivio (quota 2220 circa).

Il sentiero di sinistra sale al minuscolo riparo della Camana di Ermelin. La palina indica anche il Pizzo Filone (al Filòn), ma in realtà sentiero e segnavia terminano presso il riparo.

​Si continua dritti sul fondovalle, portandosi vicino al torrente, e si entra nella prima strettoia del vallone. Qui il sentiero inizia a salire in diagonale lungo un ripido versante erboso, e si allontana man mano dal corso d’acqua che a tratti scorre inforrato. Si entra quindi nella piccola conca ai piedi della bastionata che separa il tratto inferiore della valle da quello superiore, abbastanza alti sul lato destro idrografico. Con bella vista sulle spettacolari cascate che solcano la bastionata, si sale ripidamente sulla sinistra, poi si supera una balza rocciosa mediante alcune cengette un po’ esposte.
Su terreno più comodo si attraversa un rio, poi si sale un’altra breve balzetta rocciosa un po’ umida ma non esposta. Una breve salita tra erba e lastroni rocciosi porta ad un ampio dosso panoramico dove sorge un ometto di pietre; qui si entra nella grande conca all’inizio della parte superiore del vallone, e il paesaggio si fa alpestre e severo, assumendo caratteristiche di alta montagna. Continuando in diagonale sul lato destro idrografico si giunge ad un bivio (quota 2573); si abbandona il sentiero principale, diretto al Colle delle Mine, e si svolta a destra seguendo le indicazioni per il Lago delle Mine e la Bocchetta delle Capre (segnavia 114).
Si attraversa l’ampio pianoro detritico che caratterizza questo tratto della Valle delle Mine e si guada il torrentello che la percorre, quindi ci si innalza ripidamente con brevi svolte su un ghiaione. Con una faticosa salita si giunge alla base di una fascia rocciosa, che si supera mediante un breve ma ripido canalino ghiaioso (catene). Si giunge quindi su un dosso panoramico, da cui il sentiero taglia a destra quasi in piano. Si gira a sinistra entrando nell’avvallamento sospeso che fa capo alla Bocchetta delle Capre; risalendo la china detritica per tracce poco evidenti si giunge in breve al Lago delle Mine (2770 m).

Bellissimo specchio d’acqua di discrete dimensioni (circa 18400 mq) e dalla forma irregolare, che ricorda un po’ quella di una pera. Poco a nord-ovest si trova un altro laghetto molto più piccolo. Fino ad una trentina di anni fa le sponde del lago erano lambite dal Ghiacciaio delle Mine, che occupava tutta la testata della valle omonima; oggi il ghiacciaio è quasi del tutto scomparso, e ne sopravvive solo un minuscolo lembo tra le pieghe del Pizzo Zembrasca.
Il toponimo “mine” deriva dalle locali leggende sui “confinati”: le anime dannate dei Livignaschi sarebbero infatti costrette a passare l’eternità nei luoghi sperduti e solitari dell’alta Valle delle Mine, battendo di mazza sulle rocce o trasportando enormi massi sugli erti crinali. Al calar del sole si dice che si possano udire i colpi di mazza di questi dannati. Non c’è pericolo, basta non seguirli: se invece li si segue, si va a seguire il loro destino di eterna dannazione.

Si costeggia la sponda meridionale del lago, poi ci si sposta lievemente a destra e si risale il sovrastante ripido ghiaione senza sentiero, puntando ad un segnavia dipinto su una paretina di roccia. Più in alto si risale un ripido canalone: visto che il fondo è spesso ingombro di neve, e che comunque è composto da pericolosi detriti mobili, è meglio salire sfruttando le facili rocce gradinate sulla sinistra. Più in alto il versante si fa più dolce; proseguendo per vaghe tracce tra detriti e nevai, i segnavia portano alla Bocchetta delle Capre (2945 m).

Questo piccolo valico, posto sullo spartiacque tra la Valle delle Mine e la Val Nera, è noto con numerosi toponimi. Sulla maggior parte delle guide e delle carte viene chiamato Bocchetta delle Capre o Passo delle Capre, che è probabilmente un’abbreviazione del toponimo dialettale (Bocheta dal Corn de li Cabra, riferito alla vicina montagna omonima). Sulle carte svizzere è invece nominato “Bocchetta di Val Nera”. Dalla bocchetta il panorama si apre sulla grandiosa Val Nera, sovrastata dal Monte di Val Nera e dal maestoso Piz Paradisin.

In corrispondenza del valico il sentiero ritorna evidente, e scende ripidamente per l’aperto versante di ghiaie verso sud-ovest. Si passa accanto ad alcuni piccoli laghetti alimentati dalla fusione dei nevai, quindi si taglia lungamente in diagonale, tenendosi sul fianco destro idrografico della Val Nera. Man mano che ci si abbassa i prati prendono il sopravvento sui ghiaioni; ad una zona dalle pendenze dolci a quota 2700 circa segue un tratto ripido del versante, che il sentiero supera con numerosi tornanti.
Ci si sposta verso destra e si attraversa un valloncello in cui scorrono due spumeggianti rii, poi si prosegue in diagonale tra prati e piccoli larici isolati; in questo tratto è già visibile in basso la Cascata di Val Nera. Con un’ultima discesa ripida a tornanti su un conoide di erba e massi si giunge in un ampio pianoro prativo (quota 2160 circa), dove si incontra un sentiero più ampio.

Seguendo il sentiero verso sinistra, prima con qualche saliscendi, poi con una ripida discesa, si giunge in pochi minuti di fronte alla Cascata di Val Nera, formata dal torrente proveniente dalla Val di Campo: esso precipita da una profonda forra con due salti per un totale di una trentina di metri, per poi confluire con il torrente principale che scende dalla Val Nera.

Si segue l’ampio sentiero verso destra, rimontando il tratto finale del vallone (che qui prende il nome di Valle Vago) sul lato destro idrografico. Si procede tra boschetti di conifere, in cui vegetano alcuni larici particolarmente maestosi, e piccole radure. Con una discesa ripida in diagonale ci si porta infine nell’ampio pianoro dove sorge l’Alpe Vago (1998 m), che si raggiunge dopo avere attraversato il torrente di Valle Vago su un ponte.

In questo alpeggio si vendono latte e formaggi prodotti localmente, come indicano anche i numerosi cartelli sulla strada provinciale.

Dall’alpeggio una stradina sterrata attraversa l’amena conca pianeggiante, supera lo Spöl su un ponticello e raggiunge la strada asfaltata presso un ampio parcheggio (1977 m).

Luci del mattino in Valle delle Mine (1° agosto 2018)
Il canalino attrezzato verso il Lago delle Mine (1° agosto 2018)
Il Lago delle Mine e la Corna di Capra (1° agosto 2018)
Panorama dalla bocchetta, con il Monte Val Nera e il Piz Paradisin (1° agosto 2018)
Scendendo tra i detriti dalla Bocchetta delle Capre (1° agosto 2018)
La Cascata di Val Nera dall’alto (1° agosto 2018)

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