Bivacco Olivero – Col Longet – Passo di Salza – Bivacco Boerio
Caratteristiche
Difficoltà: EE
Dislivello in salita: 530 m circa
Dislivello in discesa: 90 m circa
Tempo: 2 – 2.30 ore
Ultima ricognizione: Agosto 2018
Possibili ascensioni e traversate dal Bivacco Boerio: Mongioia, Monte Salza, Bivacco Olivero (con eventuale discesa a Chianale).
La traversata dell’elevato Passo di Salza è un percorso piuttosto impervio, in parte fuori sentiero, in parte per tracce che salgono lungo ripidi e faticosi ghiaioni. Tuttavia, attraversa uno dei luoghi più pittoreschi e selvaggi di quest’area montuosa: l’appartato vallone del Lac du Loup, sovrastato dalla triangolare parete nord del Mongioia; ai piedi delle rocce si trovano i pochi resti di un piccolo ghiacciaio. La presenza di due bivacchi ai capi del percorso rende questa traversata strategica se si vogliono programmare giri di più giorni tra la Val Varàita e la Valle dell’Ubaye.
Accesso
Itinerario
Dal Bivacco Olivero (2662 m) si ritorna indietro fino a ricongiungersi con il sentiero principale proveniente da Chianale. Lo si segue verso sinistra, scavalcando quello che dalla segnaletica viene indicato come Col Longet (in realtà un dosso ancora sul versante italiano; quota 2660 circa) e scendendo a costeggiare il bacino settentrionale dei Laghi Bes. Si continua quasi in piano, passando accanto ad alcune pozze, quindi si supera un caratteristico laghetto invaso da erbe palustri e si giunge sull’ampia spianata del vero Col Longet (2654 m).
In questo punto passa lo spartiacque principale alpino, che coincide con il confine tra Italia e Francia. Poco più avanti si trova il Lac Longet, specchio d’acqua dalla caratteristica forma allungata e serpeggiante, sovrastato dalle creste dolomitiche del Péouvou. Il Col Longet rappresenta un grande corridoio, che interrompe nettamente la catena alpina separando il gruppo del Mongioia e del Salza dalla catena del Roc della Niera. Secondo gli studiosi si tratta di una soglia di transfluenza glaciale: attraverso questo passaggio, parte del ghiacciaio che un tempo occupava la Val Varàita di Chianale “traboccava” in territorio francese, scendendo verso l’Ubaye.
Sulla spianata si abbandona il sentiero segnalato, che scende verso Maljasset, e si piega a sinistra, attraversando a vista le praterie in direzione della piramide del Mongioia. Così facendo, dopo un tratto in lieve salita, si entra nel Vallon du Loup, un valloncello percorso da un torrente dall’alveo pietroso; il valloncello è parallelo al Vallone del Lupo italiano e ha lo sbocco inferiore presso il Lac Longet. Si rimonta il torrente per alcune decine di metri, trovando i primi ometti di pietre, quindi si giunge in una conca palustre. Si guada il torrente e si risale il sovrastante canalone, per ripide tracce di sentiero tra i detriti; il sentierino conduce quindi ad un colletto erboso (quota 2835), da cui riappare la triangolare parete nord del Mongioia.
In basso a destra, invece, appare il Lac du Loup, vasto specchio d’acqua naturale diviso in due sottobacini mediante una caratteristica penisola.
Qui, trascurando le tracce di sentiero che risalgono a sinistra, si taglia dritti a mezza costa, scendendo gradualmente, puntando dritti verso la parete del Mongioia. Così facendo si arriva sul fondo del vallone, dove si incontra un marcato sentierino (ometti di pietre) che sale dal sottostante Lac du Loup. Si prende il sentierino e si iniziano a risalire le ripide morene dell’ex-ghiacciaio del Mongioia, con percorso piuttosto faticoso. Ad una prima parte un po’ contorta, tra massi enormi, segue un tratto di salita ripida su detriti più fini, dove il sentiero si fa più comodo ed evidente. Il sentierino lascia a destra il ghiacciaio e la parete del Mongioia, entrando infine in un’ampia conca sospesa molto pittoresca. La si percorre sul suo fondo per alcune decine di metri, quindi si sale in diagonale a destra e ci si porta al Passo di Salza (3175 m).
Altissimo valico, poco frequentato, posto sulla displuviale principale alpina tra il Mongioia e il Monte Salza. Da qui è già visibile il Lago Mongioia, con il piccolo Bivacco Boerio sulle sue sponde.
Seguendo il sentierino ci si abbassa tra nevai e detriti nella conca sottostante, piegando gradualmente a destra. Dopo pochi minuti di cammino ci si ritrova a costeggiare il bellissimo Lago Mongioia (3084 m) sulla sponda sud-orientale.
Il Lago Mongioia è lo specchio d’acqua più elevato delle Alpi Cozie; fino a pochi anni fa era uno dei più elevati dell’intera catena alpina, ma il disgelo degli ultimi anni ha permesso la formazione di laghetti a quote ancora maggiori. Il lago, dalle acque limpide e poco profonde, giace in una conca ovale ai piedi del Mongioia, e si estende per circa 10700 mq.
Con una breve salita ci si porta in cima al dosso che chiude a valle il laghetto. Qui si trova il Bivacco Boerio (3096 m).
Si tratta di una piccola costruzione in legno, dalla pianta ottagonale, che contiene 10 posti letto più un grande tavolo con panche. È dotato di illuminazione artificiale, alimentata grazie ad un piccolo pannello solare. Inaugurato nel 1992, il bivacco è stato dedicato a Franco Boerio, alpinista della Val Varàita membro del Soccorso Alpino.
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