Biforco – Canal Fondone – Foce Rasori – Finestra del Grondílice – Monte Grondílice
N.B. Il sentiero CAI 168, da Biforco a Foce Rasori, è attualmente (2024) chiuso e inagibile.
Caratteristiche
Difficoltà: EE
Dislivello in salita: 1440 m circa
Tempo: 4 – 4.30 ore
Ultima ricognizione: Agosto 2017
Salita direttissima al Monte Grondílice per il versante marittimo: prima per strada marmifera, poi per un sentierino parecchio ripido e impervio si risale lo spettacolare vallone del Canal Fondone fino all’ampia sella di Foce Rasori. Si rimonta quindi il versante sud-ovest della montagna in ambiente spettacolare e dolomitico fino alla Finestra del Grondílice, da cui si diparte la breve via normale alla vetta. Il percorso è riservato solo ad escursionisti esperti ed allenatissimi: la salita è notevolmente ripida, sono presenti alcuni passaggi attrezzati con cavo metallico, e la via normale, per quanto breve, presenta passi di I grado su roccia friabile.
Si consiglia inoltre di non percorrere il Canal Fondone nel periodo estivo (tradotto, non fate come me: pena caldo torrido, felci, rovi e altri invadenti arbusti spinosi che nascondono il sentierino). Infine, ultimo avvertimento: il primo tratto del sentiero, che si svolge nell’alveo del canale, può diventare impercorribile in caso di piena; tuttavia, a causa della natura carsica del terreno, il torrente è quasi sempre completamente a secco.
Accesso
Usciti al casello autostradale di Massa, ci si porta nel centro della città, da cui si seguono le indicazioni per Forno e Resceto. Addentrandosi nel vallone del Fiume Frigido si supera Canevara, quindi si lascia a destra la diramazione per Resceto e si giunge a Forno. Si prosegue ancora lungo la strada di fondovalle fino al suo termine, in località Biforco (370 m).
Biforco prende il nome dal fatto che, subito a monte, il vallone del Canal Secco (tributario del Frigido) si divide in due rami: a sinistra il Canal Fondone, a destra il Canale di Cerignano. La località, di grande bellezza alpestre grazie all’imponente presenza dei monti Grondílice e Contrario, è resa piuttosto desolata e inquietante dai numerosi ruderi di architettura industriale legati alle vecchie cave di marmo.
Itinerario
Presso il piazzale di Biforco hanno origine i segnavia CAI 167 e 168, che portano a proseguire lungo la strada, ora sterrata e interdetta al traffico (se non per i mezzi di servizio alle cave). Attraversato lo sbocco del Canal Fondone, che scende da sinistra, si giunge ad un bivio; si imbocca a sinistra la strada marmifera per la Cava Fondone, che inizia a risalire il selvaggio vallone con ripide rampe. Si lasciano a destra una marmifera non segnalata e, subito dopo, anche il segnavia 167, che percorre la via di lizza degli Alberghi in direzione del Passo della Focolaccia.
Si continua lungo la marmifera principale (segnavia 168), che passa sul lato opposto del vallone. Con alcune rampe abbastanza dure (sulla destra si ammira lo spettacolare orrido con cui sbocca il Canale degli Alberghi) si giunge alla Cava Fondone (590 m circa), ancora attiva. Si continua ancora lungo la marmifera, qui ripidissima, che aggira la parte ancora attiva della cava sulla destra – alcuni grandi segnavia CAI dipinti su botti blu di plastica indicano la direzione – quindi sale ancora con alcuni tornanti sul fondo del vallone. Giunti al termine della marmifera si taglia in piano tra erba e massi per alcune decine di metri, fino all’evidente sbocco del canyon del Canal Fondone (quota 670); qui si trova, oltre ai consueti segnavia CAI, anche un curioso segnale a forma di omino che invita a prestare attenzione.
Si entra nel canyon e si risale l’alveo del torrente scegliendo la via migliore tra enormi massi, quindi si giunge presso la confluenza dei due rami torrentizi che alimentano il canale. Ci si porta sul costoncino che divide i due canali e qui si trova l’imbocco di un sentierino, che subito sale ripido entrando nel vallone di destra (cavi metallici), quindi va ad attraversare il torrente che lo percorre. L’arditissimo sentierino si inerpica quindi sull’erto versante opposto, con numerosi tratti scalinati nel fitto bosco; si traversa poi nuovamente a sinistra e, superato un tratto su rocce lisce (cavo metallico), si riattraversa il torrente. Si riprende quindi il sentierino, ora meno marcato e più esile, che rimonta uno scosceso costone boscoso; il bosco a tratti si apre lasciando spazio a spettacolari vedute aeree sul vallone appena percorso.
Man mano, il bosco lascia spazio agli arbusti, e la traccia si fa più incerta e malagevole; giunti presso un grande faggio si traversa a destra e si attraversa un piccolo rio, mentre appare alla vista la gigantesca bastionata del Monte Grondílice. Facendo attenzione a non perdere la traccia si inizia a percorrere un ripidissimo versante, tra rocce, alberelli e arbusti invadenti. Il traversone porta quindi ad un secondo ruscello, che qui forma due piccole pozze chiuse tra rocce lisciate dall’erosione (quota 1050 circa); si guada il rio prestando un minimo di attenzione, quindi si sale tra massi, paleo e felci lungo la massima pendenza, in direzione dei sovrastanti spuntoni del Torrione Figari e della Punta Questa.
Più in alto si piega a sinistra, salendo in diagonale verso l’ormai visibile Foce Rasori e superando alcuni passaggi lievemente esposti su rocce lisce che richiedono attenzione. Si aggira sulla destra una balza rocciosa da cui, nei periodi di piena, scende una cascatella, quindi si traversa ancora a sinistra, giungendo nei pressi del crinale coperto di pini che collega Foce Rasori al Monte Grondílice. Tagliando per prati qualche decina di metri sotto al crinale, il sentierino giunge ad un panoramico poggio erboso (quota 1330 circa) proteso verso sud, a brevissima distanza dalla sottostante Foce Rasori.
Il poggio è utilizzato come piazzola di atterraggio per elicotteri. La sottostante Foce Rasori divide il monte omonimo, vetta minore il cui versante nord è coperto da una bella pineta, dal Monte Grondílice; è uno dei tre valichi posti sul crinale tra il Grondílice e il Monte Sagro, che fanno da collegamento tra la valle di Vinca ed il versante marittimo. Riguardo all’origine del toponimo ci sono varie ipotesi: potrebbe derivare dal latino rasorium, cioè “rasoio”, a causa dell’aspetto affilato della cresta del monte omonimo; potrebbe essere in relazione con il termine rasura, cioè radura, per via dell’aspetto spoglio del versante marittimo; infine, potrebbe riferirsi alla novaculite, pietra silicea utilizzata per affilare i rasoi, che si troverebbe abbondantemente nella zona (vedi C.A. Del Giudice, Toponomastica storica della valle del Frigido).
Senza scendere alla Foce Rasori si piega bruscamente a destra (segnavia 186) lungo un sentierino che sale con qualche gradino costeggiando una paretina di rocce scistose. Si rimonta poi l’ampio crinale in direzione della bastionata dolomitica del Monte Grondílice, tenendosi pochi metri sotto al filo tra i prati del versante sud. Giunti ai piedi della bastionata rocciosa, i segnavia portano a risalire un erto canalino per facili rocce gradinate; al suo termine ci si ritrova su un ampio e ripido pendio di sfasciumi tra spettacolari spuntoni rocciosi.
Qui riprende il sentiero, che risale il versante con vari tornanti, sorpassando un primo traverso su roccia non esposto attrezzato con cavo metallico. Più in alto si traversa in diagonale verso sud-est, su terreno ghiaioso; nei tratti più ripidi il cammino è facilitato da gradini in legno. Si supera un secondo tratto attrezzato con cavo metallico e, risalendo un breve canalone di erba e ghiaie, si giunge allo stretto intaglio detto Finestra del Grondílice (1744 m).
Angusto valico roccioso, posto tra la vetta principale del Monte Grondílice (che da qui assume un aspetto assai arcigno) e la guglia della Forbice, sua anticima sud-orientale. Il valico collega la Val Serenaia alla zona di Foce Rasori, quindi a Vinca o alla valle del Frigido.
Da qui, sulla sinistra (segnale con scritto “vetta”) ha inizio la via normale al Monte Grondílice, segnalata con frecce nere e puntini rossi. Si imbocca un sentierino che taglia con qualche saliscendi il versante che dà su Foce Rasori, su terreno molto ripido e ghiaioso. Si gira quindi a destra, salendo per facili rocce – prestare moltissima attenzione a non scaricare sassi, la qualità della roccia è pessima – e tracce di sentiero; si abbandona quindi il sentierino che taglia dritto per arrampicarsi a sinistra su un muretto di roccia buona e ben appigliata (I+; passaggio chiave, 5 m). Al di sopra di questo passaggio si continua su terreno facile fino alla vicina vetta del Monte Grondílice (1808 m), sormontata da un grande ometto di pietre.
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