Begato – Forte Fratello Minore – Forte Diamante – Forte Sperone – Forte Begato – Begato
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 500 m circa
Tempo: 3.30 – 4.30 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Gennaio 2021
Interessante giro ad anello intorno alla valletta di Begato. La salita si svolge sul ripido contrafforte meridionale del Monte Spino, e porta alle panoramiche cime su cui sorgono i Due Fratelli e il Forte Diamante. In discesa, si segue la displuviale principale della catena dei forti fino al Forte Begato, da cui una comoda mulattiera riporta al paesino.
Accesso
In treno fino a Rivarolo, da cui l’autobus n. 272 sale a Begato (263 m).
Riguardo al toponimo Begato ci sono varie ipotesi: nel Dizionario delle strade di Genova si propende per un’origine dal longobardo “bica”, cioè “mucchio”, in quanto il toponimo originario sarebbe Begali, storpiatura di bicalis. Nella guida Genova, il Parco Urbano delle Mura invece il toponimo viene fatto derivare da “begai, baghi”, ad indicare una zona ombreggiata e umida.
Itinerario
Dal capolinea dell’autobus si segue via alla Chiesa: la mulattiera scalinata passa accanto alla chiesa, poi piega a destra e scende brevemente incontrando via Superiore Begato. Trascurando il segnavia “due quadrati rossi” che si dirige verso il Forte Begato (lo si seguirà al ritorno) si sale a sinistra lungo la creusa mattonata, che diventa asfaltata. La salita guida alla Crocetta (327 m), sella sullo spartiacque tra i torrenti Torbella e Geminiano. Qui si incontra il segnavia “rombo rosso pieno”, proveniente da Bolzaneto, e lo si segue verso destra imboccando un sentiero che sale nel bosco.
Lasciata a destra una diramazione, il sentiero sale più decisamente con alcuni tornanti nel bosco man mano più rado. Con una curva a sinistra, si porta sul panoramico contrafforte meridionale del Monte Spino. Qui si abbandona il rombo rosso per girare a sinistra lungo un sentierino che rimonta il contrafforte tra erba e arbusti. Scavalcata una cima erbosa (542 m) il crestone si fa praticamente pianeggiante per alcune centinaia di metri, per poi innalzarsi di nuovo molto ripido. Il sentierino sale con strette svolte tra erba e cespugli e raggiunge il Forte Fratello Minore, posto sulla panoramica cima del Monte Spino (620 m).
Il Monte Spino è lo spallone occidentale del più alto Monte Sellato, sulla cui vetta sorgeva il Forte Fratello Maggiore. I due forti vennero costruiti come ridotte nel XVII secolo, per poi venire trasformati in forti veri e propri nel secolo successivo, ad opera del Genio Militare Sardo.
Trascurando l’ampia mulattiera che scende verso destra, si rimonta il costone in direzione est lungo un buon sentiero, che sorpassa un rudere e sale alla vetta del Monte Sellato (644 m).
Il Monte Sellato è la seconda vetta più alta del crinale dei forti, simile al vicino Monte Diamante per forma e aspetto. Sulla sua vetta sorgeva il Forte Fratello Maggiore, la cui demolizione iniziò nel 1930 per fare posto ad una batteria contraerea. I lavori vennero fermati per motivi ignoti e, per qualche anno, del forte rimase solo il piano terra. Nel 1937 il regime decise di abbattere completamente il forte per fare posto a quattro piazzole (di cui si intuiscono i resti) per l’artiglieria contraerea.
Si scende per un sentiero piuttosto ripido per il costone settentrionale della montagna, prima erboso poi boscoso, fino al Colle del Diamante (555 m). Si imbocca quindi la mulattiera lastricata, che con stretti e regolari tornanti, risale il ripido versante erboso sovrastante fino al Forte Diamante (660 m; 1.30 – 2 ore da Begato), posto in splendida posizione panoramica.
Il forte venne costruito tra il 1756 e il 1758, primo baluardo difensivo di Genova contro gli attacchi provenienti da nord; fu soggetto ad un noto assedio nel 1800, quando Genova era in mano ai francesi di Napoleone ed era attaccata dagli austriaci. Da fine Ottocento cessò l’importanza strategica del forte, che andò incontro ad un inesorabile declino a causa di abbandono, crolli e saccheggi.
Si ritorna indietro fino al Colle del Diamante, da cui si imbocca a sinistra il sentiero che taglia sul versante della Val Bisagno contornando la cima del Monte Sellato. Ritornati sullo spartiacque Bisagno-Polcévera, si incontra la mulattiera proveniente dal Forte Fratello Minore (quota 548). Si prosegue scendendo in diagonale poco sotto al filo di cresta, sul lato della Val Polcévera, e ricevendo da destra anche il segnavia “rombo rosso pieno” che avevamo abbandonato in precedenza. Lasciato a sinistra lo spallone su cui sorge il Forte Puin, raggiungibile con una breve deviazione, si aggira un dosso sormontato da ripetitori e si giunge ad una selletta dove sorge un rudere (quota 471). Si lascia a sinistra il rombo rosso pieno, che scende a Righi, e si continua dritti in leggera salita lungo il crinale. Poco più avanti la mulattiera si sposta a destra per aggirare i bastioni del Forte Sperone.
Il Forte Sperone si trova sulla vetta del Monte Peralto (498 m) e funge da cardine della cinta muraria delle Mura Nuove. Il forte, provvisto di fossato e ponte levatoio, fu costruito a più riprese tra il XVIII e il XIX secolo. Tra tutti i forti del crinale tra Bisagno e Polcévera è il più grande e articolato. Nel periodo estivo vi si svolgono concerti, feste, mostre e spettacoli, mentre tra marzo e ottobre ci sono visite guidate aperte al pubblico.
La stradina scende ripida, ora col fondo in cemento, e raggiunge un crocevia presso una grande apertura nella cinta delle Mura Nuove.
Attraversando la cinta e salendo a destra su asfalto si raggiunge in breve il grande edificio del Forte Begato (460 m). Sulla collina di Begato già nel XIV secolo sorgevano alcune fortificazioni, allestite in occasione delle lotte tra guelfi e ghibellini. Il forte vero e proprio venne costruito tuttavia tra il 1818 ed il 1829, e costituiva una cittadella con tanto di diversi stabilimenti militari, un parco di artiglieria ed un grande numero di truppe. Nel 1922 si progettò di spianare questo forte e il vicino Forte Castellaccio per costruirvi un aeroporto, ma per fortuna i lavori non furono mai attuati.
Senza attraversare il cancello, sii continua a destra sulla stradina per un centinaio di metri. Si trova quindi, sempre sulla destra, l’imbocco della mulattiera per Begato, segnalata da due quadrati rossi pieni. Si segue la comoda mulattiera, che scende per il ripido pendio con pendenze moderate e lunghissimi tornanti. Più in basso si abbandona la mulattiera e si prende a destra un sentiero che scende direttamente, congiungendosi con una stradina asfaltata. Scendendo lungo la rotabile si sorpassa un gruppetto di case; la strada diventa quindi cementata ed attraversa il Torrente Torbella su un ponte. Subito oltre si imbocca a destra via Begato, creusa mattonata che sale tra case sparse, diventa asfaltata e giunge ad un bivio. Andando a sinistra, in via Pierino Negrotto Cambiaso, si ritorna in breve al punto di partenza.
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