Bardonecchia – Grange della Rho – Pian dei Morti – Punta Nera

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: 1600 m circa
Tempo: 4.30 – 5.30 ore
Ultima ricognizione: Luglio 2020

Escursione lunga ed impegnativa, la più frequentata per salire alla Punta Nera. Nel primo tratto si risale il Vallone della Rho, per la faticosa mulattiera di un acquedotto, quindi si attraversano le bellissime distese prative del Pian dei Morti. L’ultimo tratto è una ripida e faticosa salita per sfasciumi, che guida alla cresta sommitale.

Accesso

Usciti al casello autostradale di Bardonecchia, si prende a sinistra alla prima rotonda, poi si gira a destra e si entra in paese. Ad una rotonda si va dritti e si attraversa Bardonecchia costeggiando un torrente. Usciti dal paese, si prosegue in via Pra della Cumbe fino al quinto tornante, dove ha inizio la sterrata per le Grange della Rho. Qui ci sono alcuni spiazzi per parcheggiare (quota 1472).

Itinerario

Si imbocca la sterrata, che sale in diagonale tra radi alberi. Giunti ad un tornante si incontra la pista segnalata proveniente dal Borgo Vecchio di Bardonecchia, e lo si prende a sinistra in salita. Lungo il percorso si incontrano le stazioni della via crucis che conduce alla Cappella di Montserrat. Poco più in alto si incrocia nuovamente la sterrata, ma la si trascura per continuare lungo il percorso segnalato che sale più direttamente. Si incrocia ancora la stradina, poi si prosegue tra boschetti con alcuni tratti ripidi. Incontrati i primi edifici delle Grange della Rho, ci si ricongiunge alla strada sterrata nei pressi di una cappelletta (fonte; 1682 m).

La cappelletta è dedicata a Santa Margherita e San Sebastiano. È citata già in documenti del XV secolo, ma assunse la forma attuale solo nel 1604.

Si segue la stradina pianeggiante verso sinistra, attraversando il nucleo delle Grange della Rho. Si continua poi in dolce salita nell’ampio vallone omonimo, tra prati e boschetti, con vista sulle spettacolari pareti dolomitiche dei Re Magi. Dopo circa 1 km si giunge alla Cappella di Montserrat (1750 m circa).

La cappella è dedicata a Santa Maria della Visitazione, ed era sicuramente già esistente agli inizi del XVII secolo. Il nome “Montserrat” vi fu aggiunto nel 1716 per un voto di Jean Moutoux, marinaio originario di Bardonecchia; egli si era salvato miracolosamente sulla costa vicino a Barcellona, dove viene venerata la Madonna nera di Montserrat. Qui ha termine la via crucis che sale da Bardonecchia.

La stradina continua lungamente con percorso quasi pianeggiante, poi inizia a scendere verso il fondovalle. Lasciata a sinistra una diramazione, si sale per alcune decine di metri, poi si piega a sinistra e si guada il Rio della Rho, che scorre in un ampio alveo ghiaioso.

A monte del guado, il rio e un suo affluente formano due belle cascate, che scendono da un’alta balza rocciosa che sbarra il vallone.

Si riprende l’ampio sentiero, che sale ripidamente con alcune svolte tra gli alberi. Usciti dal bosco, si effettua una ripida rampa in diagonale, passando a fianco della balza da cui scendono le cascate. Attraversato un colatoio ghiaioso, si raggiungono alcune prese dell’acquedotto a monte della balza rocciosa, nei pressi dei pochi ruderi delle Grange Chareun (quota 1976). Si lascia a sinistra una diramazione e si attraversa il rio, poi si piega a sinistra, risalendo una costola di erba e ghiaie che divide a metà il vallone. È sconsigliabile seguire la ripida traccia ghiaiosa che la rimonta direttamente; meglio salire lungo il vecchio sentiero che effettua alcuni tornanti sulla destra. Dopo un tratto in diagonale e un ampia svolta, si guadagna un dosso pianeggiante (quota 2130 circa).

Qui sorgeva il Rifugio della Rho, costruito nel 1952 dal Consorzio dei Coltivatori Diretti e dal CAI di Bardonecchia sui ruderi di un preesistente edificio. Il rifugio venne completamente distrutto da una valanga e mai più ricostruito.

Il sentiero prosegue con altri tornanti, poi risale un avvallamento erboso in vista della Caserma Pian dei Morti, posta poco più a monte ai piedi di un roccione. Lasciando la caserma in alto a destra, ci si congiunge alla strada sterrata ex-militare che sale da Bardonecchia (quota 2290 circa).

La caserma, costruita per difendere il Colle della Rho, si trova in posizione molto arretrata rispetto al crinale. In effetti, il tratto superiore del vallone, caratterizzato dalle dolci ondulazioni del Pian dei Morti, non offriva luoghi riparati in cui costruire un’opera del genere.

Si prosegue dritti, poi si imbocca un sentiero che sale sulla destra entrando nell’ampia conca del Pian dei Morti, sovrastata dagli immensi ghiaioni e dalle pareti rocciose della Gran Bagna.

Il toponimo ha origine da un fatto che sarebbe avvenuto nel 1562, durante una delle guerre di religione tra cattolici e protestanti valdesi. I valdesi, provenienti da Pragelato, avevano attaccato e saccheggiato Bardonecchia, ma poi erano stati contrattaccati e battuti dai cattolici guidati dal generale La Cazette. Alcuni di questi valdesi avevano cercato la fuga salendo verso il Colle della Rho, ma vennero raggiunti e uccisi nella località oggi nota come Pian dei Morti.

Il sentiero rimonta l’ampio vallone ondulato in dolce salita, tra dossi erbosi, ghiaie e massi isolati; in fondo al vallone è ben visibile il Colle della Rho, mentre in alto a destra finalmente appare alla vista la Punta Nera. Giunti al di sotto del colle, si riprende a salire più decisamente e, poco prima di giungervi, si trova un bivio (quota 2474).

Il Colle della Rho (2545 m) è raggiungibile in una decina di minuti seguendo il sentiero principale (3.15 – 3.40 ore dal tornante di quota 1472). Il sentiero prosegue sul versante francese in direzione della conca di Fontaine Froide.

Seguendo le indicazioni per la Punta Nera, si svolta a destra lungo un sentierino marcato da paletti in legno, che sale in diagonale per prati. Quando il terreno si fa più ghiaioso, i paletti spariscono, e il sentiero scavalca il contrafforte meridionale del Roc de Jany.

Seguendo il contrafforte verso sud, si può raggiungere lo sperone roccioso del Roc de l’Homme (2546 m), allungato come una prua tra il Piano dei Morti e il Vallone di Rebour. Si scende brevemente fino ad un’ampia sella, poi si rimonta il contrafforte erboso pianeggiante e quasi rettilineo. Con una breve salita si supera un dosso intermedio (su alcune carte Roc de la Femme), poi si percorre un tratto di cresta roccioso e affilato che richiede un po’ di attenzione. Si oltrepassa un bunker diroccato e, per facili rocce, si guadagna la vetta del Roc de l’Homme (15 minuti dal sentiero segnalato; difficoltà: EE).

Si contorna il Roc de Jany, quindi si sale in diagonale per prati alla testata del Vallone Rebour, passando subito sotto all’intaglio del Piccolo Colle della Rho. In breve si guadagna un ripido costone detritico (quota 2670 circa) e lo si rimonta verso sinistra; una traccia lo percorre direttamente sul filo, con tratti ripidissimi, ma è consigliabile rintracciare il sentiero preesistente (segni rossi) che effettua tornanti più comodi sulla destra. In ogni caso, ci si dirige verso il contrafforte sud-ovest della Punta Nera, che poco più in alto è interrotto da un cospicuo affioramento roccioso. Giunti ai piedi delle rocce si trova un bivio.

I segnavia portano sul sentiero di destra, che aggira il roccione sul lato italiano e poi risale in cresta con un tratto ripidissimo e malagevole. Il sentiero di sinistra, descritto qui di seguito, è più comodo.

Trascurando i segnavia, si imbocca il sentiero a sinistra, che sale con un tornante. Risalendo un lastrone roccioso ci si porta in cresta e la si scavalca, spostandosi subito sul lato francese. Si sale in diagonale per una cengia detritica, poi si ritorna in cresta presso un ripiano a monte delle rocce, dove si ritrova il sentiero segnalato. Si attacca il ripido pendio detritico terminale, in direzione della cima nord-ovest della Punta Nera. In ultimo, si traversa a destra e si raggiunge la cresta sommitale in corrispondenza della sella tra le due cime (3008 m). Piegando bruscamente a sinistra si sale in breve sulla cima nord-ovest della Punta Nera (l’Argentier​; 3047 m), punto culminante della montagna. Proseguendo dritti, invece, si perviene alla cima sud-est (3041 m), dove sorge la croce di vetta.

Discesa

Per la discesa consiglio un percorso più breve e diretto. Si segue a ritroso il percorso dell’andata fino al punto di quota 2670; qui, invece che girare a destra per ritornare verso il Pian dei Morti, si prosegue dritti lungo il dorso del costone. La discesa si fa man mano più ripida, ma non presenta alcuna difficoltà; in ultimo, per prati, ci si congiunge con la strada ex-militare che collega Bardonecchia alla Caserma Pian dei Morti (quota 2200 circa). La si segue verso sinistra, oltrepassando il ponticello sul Rio Rebour e una successiva breve galleria. Dopo un tratto scavato nella roccia, la stradina scende dolcemente per ampie praterie, con bella vista sull’alta Val di Susa. Si entra in un lariceto e si effettuano due tornanti, quindi si trova un bivio. Piegando a destra, con una brevissima risalita, si ritorna alle Grange della Rho, da cui si segue il percorso dell’andata fino all’automobile (3.30 – 4.15 ore dalla vetta).

La catena dei Re Magi vista dal basso Vallone della Rho
La catena dei Re Magi vista dal basso Vallone della Rho (5 luglio 2020)
Le cascate del Rio della Rho; sullo sfondo la Gran Somma e la Gran Bagna
Le cascate del Rio della Rho; sullo sfondo la Gran Somma e la Gran Bagna (5 luglio 2020)
La Caserma Pian dei Morti e il Roc de l'Homme
La Caserma Pian dei Morti e il Roc de l’Homme (5 luglio 2020)
Attraversando il Pian dei Morti, con la Punta Nera sullo sfondo a destra
Attraversando il Pian dei Morti, con la Punta Nera sullo sfondo a destra (5 luglio 2020)
Panorama dalla Punta Nera verso nord-ovest; si riconosce il Monte Thabor ancora molto innevato
Panorama dalla Punta Nera verso nord-ovest; si riconosce il Monte Thabor ancora molto innevato (5 luglio 2020)
Bardonecchia e l'alta Val di Susa viste dalla cima sud-est della Punta Nera
Bardonecchia e l’alta Val di Susa viste dalla cima sud-est della Punta Nera (5 luglio 2020)

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