Colla della Balma – Laghetto del Mondolè – Mondolè – Colla della Balma
Caratteristiche
Difficoltà: E/EE
Dislivello in salita: 500 m circa
Tempo: 2.30 – 3 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Ottobre 2022
Si tratta del percorso più breve e frequentato per salire in cima al Mondolè. La via dell’andata rimonta la cresta nord-est della montagna per poco più di metà del suo sviluppo. Si attraversa poi il versante nord del Mondolè, passando per l’enorme dolina che ospita il laghetto omonimo. In discesa si segue la cresta nord in direzione della Colletta Seirasso, poi si svolta a sinistra per un comodo sentiero che riporta al punto di partenza. L’escursione presenta alcuni passaggi un po’ impervi che richiedono un minimo di attenzione.
Accesso
Si esce dall’autostrada a Mondovì e, seguendo le indicazioni per gli impianti sciistici, si supera Villanova Mondovì e si giunge a Frabosa Sottana. Si continua a destra risalendo la Val Maudagna, poi si sale a sinistra fino a Prato Nevoso. Giunti al tornante presso il Colle del Prel, quasi in cima al paese, si imbocca a destra la diramazione per il Rifugio Balma. Ad un bivio presso il Bar Sky Grill si va a destra e si continua su sterrata per circa 4,5 km, giungendo alla Colla della Balma (1886 m).
L’ampia Colla della Balma si trova lungo la dorsale che divide la Val Maudagna dalla Val Corsaglia, poco a monte rispetto alle case di Prato Nevoso, ai piedi del Mondolè. Nel 1863 vi sorse la cappelletta omonima, dedicata alla Madonna Regina delle Alpi. Accanto alla cappella, nel 1906, fu edificato il primo Rifugio Balma, poi ampliato dopo la Prima Guerra Mondiale. Il rifugio venne incendiato due volte durante la Seconda Guerra Mondiale poichè era frequentato dai partigiani; fu ricostruito e ampliato alla fine della guerra. Oggi conta di 20 posti letto, ed è aperto con servizio di alberghetto da maggio a ottobre. Poco distante si trova anche il Rifugio Merlo, con 50 posti letto, utilizzabile solo dai soci ANA e dai loro famigliari.
Itinerario
Dal parcheggio ci si porta in breve al bivio ai piedi della cresta del Mondolè. Trascurando le due sterrate che si dipartono ai lati, si continua dritti salendo nel prato in direzione del sovrastante contrafforte. Si lascia a sinistra una traccia che taglia in diagonale (la si seguirà al ritorno) per imboccare un sentiero indicato da segnavia giallo-rossi. La traccia si inerpica tra erba e torrioni rocciosi, poi appoggia a destra e si innesta sulla cresta nord-est del Mondolè.
Si rimonta il costone tra erba e rocce, giungendo ai piedi del rilievo delle Rocche Giardina. Il sentiero si sposta a destra e sale ripidissimo in diagonale, quindi taglia poco sotto alla sommità delle Rocche Giardina con un passaggio leggermente esposto. Si raggiunge quindi la sella erbosa (2141 m) che separa le Rocche Giardina dal corpo principale del Mondolè.
Il sentiero aggira a sinistra uno spuntone, poi piega a destra e taglia il versante nord del Mondolè passando a monte di alcuni caratteristici becchi rocciosi; in basso occhieggia il grazioso Lago delle Scalette. Varcata una selletta (2230 m circa), una breve discesa immette nella gigantesca dolina che ospita il Laghetto del Mondolè.
L’imponente conca ad imbuto è lunga circa 200 m e larga 150 m. È molto asimmetrica: a sud è sovrastata dalla parete del Mondolè, alta circa 200 m, mentre a nord la soglia si trova circa 40 m più in alto del fondo.
Come molte conche carsiche, il fondo della dolina del Mondolè è assai permeabile. Per questo il laghetto omonimo non raggiunge mai la soglia della conca, e presenta dimensioni e profondità molto variabili. In primavera e ad inizio estate la conca è ancora ingombra di neve, che fino a pochi decenni fa resisteva per tutto l’anno. Invece, alla fine dell’estate il laghetto si riduce ad una piccola pozza, o addirittura si prosciuga.
Si percorre la soglia che chiude la conca a valle, quindi si lascia a destra il poco evidente sentiero che scende al Lago delle Scalette. Con una ripida salita si guadagna la cresta nord-ovest del Mondolè. Si piega a sinistra e si rimonta il costone di erba e rocce, con bellissimi panorami dalle Alpi alla pianura. Guadagnata una spalla, la cresta prosegue quasi pianeggiante per alcune decine di metri; l’ultima dolce salita porta in vetta al Mondolè (2382 m; 1.20 − 1.40 ore dalla Colla della Balma).
Si gira a destra, abbassandosi lungo il contrafforte nord della montagna, all’inizio piuttosto dolce. Bisogna poi superare una ripida fascia di roccette che richiede un minimo di attenzione: il sentierino si sposta a sinistra per facili gradini, poi ritorna a destra. Man mano che si scende la pendenza diminuisce e, procedendo tra erba e rocce affioranti, si giunge ad una selletta (2205 m) dove si trova un bivio.
Nell’avvallamento sulla destra si notano numerose piccole doline e pozzi, allineati lungo le principali fratture dell’ammasso roccioso.
Il sentiero di destra scende lungo l’ampia dorsale prativa fino alla Colletta Seirasso (2097 m). Da lì, piegando a sinistra, si può tornare alla Colla della Balma effettuando un giro più lungo, per piste e stradine sterrate che tagliano il versante sud-est del Mondolè.
Si piega bruscamente a sinistra, lungo un comodo sentiero che taglia il versante sud-est del Mondolè. Giunti ai piedi dei contrafforti rocciosi delle Rocche Giardina si gira a destra e si scende con alcune svolte. In corrispondenza dei ruderi di un gias, si gira a sinistra e si prosegue in diagonale, giungendo sul pendio erboso che sovrasta la Colla della Balma. Scendendo per i prati, si ritorna in breve al punto di partenza (1.10 − 1.20 ore dal Mondolè).
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