Arnasco – Sella di Arnasco – Colla di Curenna – Castell’Ermo
Caratteristiche
Difficoltà: Variante “a”: E. Variante “b”: EE
Dislivello in salita: Variante “a”: 880 m circa; Variante “b”: 1100 m circa
Dislivello in discesa: Variante “a”: 120 m circa; Variante “b”: 340 m circa
Tempo: Variante “a”: 2.45 – 3.15 ore; Variante “b”: 3.30 – 4.15 ore
Ultima ricognizione: Gennaio 2019
Bellissima escursione di crinale, che percorre gran parte del contrafforte orientale del Castell’Ermo, offrendo stupendi panorami. La prima parte è piuttosto comoda, per buoni sentieri e strade sterrate. Nella seconda parte invece si hanno due possibilità: il sentiero segnalato scavalca comodamente l’altopiano sommitale del Monte Nero; una variante, detta “Sentiero dei Giganti” invece lo contorna a nord, passando alla base di imponenti pareti dolomitiche.
Il Sentiero dei Giganti è un percorso davvero spettacolare, tra i più belli delle Alpi Liguri, ma è anche piuttosto impervio. Il primo tratto è un antico percorso che guidava ad una fornace per la calce; dalla fornace in poi invece bisogna seguire vaghe tracce su ripidi versanti. Si incontrano molti passaggi scoscesi, seguendo attentamente gli sbiaditi segnavia per non ritrovarsi in posti pericolosi. Le due varianti possono essere utilizzate per effettuare un giro ad anello. In tal caso, si consiglia di percorrere il Sentiero dei Giganti all’andata perchè, in senso contrario, è più malagevole e difficile da reperire.
Accesso
Si esce al casello autostradale di Albenga e si seguono le indicazioni per Alassio, andando ad imboccare la superstrada. Subito dopo la seconda galleria si prende a destra l’uscita per Pieve di Teco, e ci si immette nella SP453 della Valle Arroscia. La si percorre per circa 200 m, poi si svolta a destra (SP19) salendo a Bezzo e Arnasco (280 m).
Sul costone sovrastante sorgono i pochi ruderi dell’antico Castello di Costiglione, appartenuto alla famiglia Del Carretto. Il castello risale all’epoca medievale, ma già all’inizio del secolo XIV era inagibile. A causa di ciò, la famiglia costruì un altro castello nella vicina frazione di Bezzo.
Itinerario
Dal parcheggio in mezzo al paese si percorre la strada provinciale verso ovest per pochi metri, trovando l’inizio del segnavia “triangolo rosso vuoto”. Si percorre una rampa asfaltata che si immette in una stradina sovrastante. Si segue la rotabile verso destra, in decisa salita tra villette e orti terrazzati, passando poco sotto ai ruderi del castello. Giunti ad un trivio si continua al centro sulla strada principale, effettuando un tornante. Poco dopo si prende a sinistra una rampa cementata, che guida in breve ad un serbatoio dell’acqua. Sulla destra del serbatoio prosegue il sentiero segnalato, che si innalza con alcuni tornanti tra arbusti e radi alberi. Si confluisce quindi nella strada militare che collega Martinetto alla Rocca Livernà (quota 480).
Seguendo la sterrata verso destra in piano per una quindicina di minuti si può raggiungere la Batteria di Rocca Livernà, una delle numerose fortificazioni poste a difesa di Albenga e delle sue valli.
Si segue la sterrata verso sinistra, attraversando una selletta sullo spartiacque tra Arroscia e Pennaváira. Aggirata una gobba, si giunge al crocevia della Sella di Arnasco (492 m). Si lascia a destra la strada militare, che scende verso Martinetto, e si taglia a sinistra fino ad un altro bivio, dove si sale a destra. Aggirato un primo dosso sul versante sud-ovest, si effettuano due tornanti e si passa sotto ad una gobba sormontata da una croce (Croce di Arnasco). Giunti alla selletta successiva (quota 645) si abbandona la sterrata, e temporaneamente anche i segnavia, per salire dritti lungo il crinale. Si tagliano due tornanti della stradina, quindi si continua dritti tra erba e rocce affioranti fino ad un ampio dorso sormontato da due ripetitori (854 m).
Su alcune carte, come ad esempio la CTR Liguria e Openstreetmap, questa altura è indicata come “Montenero”. Vista la presenza del più importante Monte Nero pochi chilometri a ovest, suppongo che si tratti di un errore di toponomastica. Per questo, e per non creare confusione, preferisco non dare nome a questa gobba, come nella vecchia carta IGM.
Si prosegue lungo il crinale ondulato, scavalcando un’ulteriore gobba, di poco più elevata, e scendendo decisamente fino ad una pianeggiante selletta erbosa (quota 830), toccata sulla sinistra dalla strada sterrata.
Seguendo la strada sterrata in discesa per poche decine di metri, si giunge al rudere di un’antica fornace per la produzione di calce, denominata Fornace Madonna del Rosario.
Qui si presentano due possibilità:
a) Seguendo il segnavia “triangolo rosso vuoto” si prosegue lungo il crinale spartiacque, lasciando a destra un dosso roccioso sormontato da un ripetitore. La breve ma ripida salita porta alla vetta del Monte Pendino (922 m), dove si trova un altro ripetitore.
Da qui, e per tutto il tratto successivo attraverso il Monte Nero, è consigliabile effettuare brevi deviazioni fino sul ciglio della parete nord, da cui si ha una bellissima vista su torri e spuntoni che precipitano sulla Val Pennaváira. Il Monte Pendino offre anche una stupenda vista sulla Piana di Albenga e sul mare.
Si scende in breve alla selletta successiva, caratterizzata da alcuni torrioni di dolomie, e si riprende a salire tra boschetti e rocce affioranti. Giunti su un ripiano erboso, si svolta a sinistra lungo la traccia che percorre l’ondulato altopiano sommitale del Monte Nero. Si procede tra prati e boschetti, facendo attenzione a non perdere i segnavia in quanto la traccia è poco evidente; superato il culmine del Monte Nero (980 m), caratterizzato da una radura con ometto di pietre, il sentiero inizia a scendere, man mano più ripidamente (al triangolo rosso si aggiunge anche il segnavia “due croci rosse”). Con percorso a zigzag tra alberi e roccioni affioranti, si giunge in breve alla Colla di Curenna, dove si ritrova il percorso della variante “b”.
b) Sentiero dei Giganti: Dalla selletta si diparte sulla destra un evidente sentiero, che si porta sul versante della Val Pennaváira; al momento della mia visita, il cartello indicatore era stato rimosso, ma dopo pochi metri iniziano i segnavia (pallini e frecce rosse). Il sentiero scende, a tratti ripidamente, passando alla base dei primi torrioni rocciosi, quindi giunge ad un bivio. Si va a sinistra e si prosegue nella traversata con numerosi saliscendi, in ambiente davvero stupendo e spettacolare. Il sentiero diventa più malagevole, ma senza troppe difficoltà, si giunge alla fornace per la calce (Fornace dei Giganti), indicata da un piccolo cartello.
Poco più avanti si superano alcuni brevi ed elementari passaggi su roccia in discesa, e si passa accanto ad una presa dell’acqua. Da qui il percorso diventa assai impervio: si segue la traccia, che si fa man mano più stretta e meno evidente, tra ripidi versanti boscosi, roccette e canaloni sassosi, facendo molta attenzione a non perdere i segnavia. In questo modo si va a doppiare il contrafforte nord del Monte Nero presso una terrazza panoramica, che rappresenta il punto più basso del sentiero (quota 690 circa). Si piega a sinistra, traversando in direzione del canalone che separa il Monte Nero dal Castell’Ermo, alternando tratti in piano a ripide salite (ai pallini rossi si aggiungono anche pallini neri e ometti di pietre).
In questo tratto, poco più in alto rispetto al percorso segnalato, si notano i pochi resti di un aereo, schiantatosi sulle pareti del Monte Nero qualche anno fa.
Ad un certo punto i segnavia portano a risalire un ripidissimo canalino terroso in cui bisogna aiutarsi con le mani; si esce sulla destra e si traversa quasi in piano un tratto di versante molto ripido (attenzione in caso di terreno fangoso). Si giunge così sul fondo del canalone che separa il Monte Nero dal Castell’Ermo, e lo si risale, inerpicandosi tra alberi e massi. Man mano che si sale, il bosco si dirada. Il sentierino passa alla base delle spettacolari strutture rocciose del Giardino del Monte Nero e, sempre in ripida ascesa, guida alla Colla di Curenna (882 m). Qui si ritrova il segnavia “triangolo rosso vuoto” (variante “a”).
La Colla di Curenna è la profonda sella che separa il Monte Nero dal Castell’Ermo, lungo lo spartiacque tra le valli Arroscia e Pennaváira.
Si continua ora in direzione ovest, lungo l’ampio sentiero segnalato che si innalza in diagonale tra gli alberi. Doppiato un piccolo contrafforte roccioso, si incontra la mulattiera acciottolata che proviene dalla Colla d’Onzo. Con un’ulteriore breve salita si è alla chiesetta di San Calogero (1023 m). Da qui è già visibile la vetta del Castell’Ermo, sormontata da una croce.
La chiesetta ha origini antichissime: risale probabilmente al primo periodo di cristianizzazione della Liguria. Secondo la tradizione, San Calogero sarebbe stato un ufficiale romano martirizzato a causa della sua fede. Nel ripiano retrostante alla chiesetta sono stati ritrovati resti di costruzioni, testimonianze di un’antica frequentazione del luogo.
Dietro la chiesetta si imbocca un sentierino segnalato con una X rossa, che sale con due svolte ad una selletta erbosa, poi piega a sinistra e si innalza ripido a zig zag tra le rocce che formano la cima della montagna. Giunti ai piedi del castelletto roccioso sommitale si trova un bivio. A destra si raggiunge l’anticima est, sormontata dalla croce, mentre a sinistra si sale in breve alla cima principale del Castell’Ermo (o Peso Grande; 1094 m).







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