Verzi – Arma delle Fate – Arma delle Mánie – Ponti Romani – Verzi
Caratteristiche
Difficoltà: E
Dislivello in salita: 200 m circa
Tempo: 1.45 – 2.15 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Febbraio 2014
Uno dei più interessanti giri ad anello del Finalese, permette di visitare due interessanti cavità naturali, attraversare l’interessante altopiano delle Mánie e ridiscendere lungo la Valle Ponci, dove si trovano alcuni antichi ponti romani: in questa valletta transitava la Via Julia Augusta, che collegava la Pianura Padana alla costa ligure e alla Gallia.
Accesso
Si esce dal casello di Finale Ligure e si scende fino a raggiungere la Via Aurelia. La si segue verso est fino a Finalpia, dove si gira a sinistra per Calvisio. Si devia poi ancora a destra seguendo le indicazioni per Verzi lungo una stretta stradina a tornanti. Quando la strada si spiana si giunge ad un bivio, dove si va a sinistra lungo una diramazione sterrata pianeggiante che conduce ad un parcheggio (quota 138), sovrastato dall’imponente parete della Rocca di Corno.
Itinerario
Si prosegue lungo la strada sterrata (segnavia: pallino rosso), che entra nella Val Ponci e porta in breve al Ponte delle Fate (144 m).
È il meglio conservato tra i cinque ponti romani della Val Ponci, ristrutturato in epoca adrianea, cioè intorno al 124 a.C. Prende il nome dalla vicina Arma delle Fate.
Una ventina di metri prima del ponte si nota sulla destra un sentiero senza segnavia (cartello) che si innalza ripido nella boscaglia, tagliando in diagonale verso sinistra. Giunti ai piedi di una bastionata rocciosa si piega decisamente a destra e la si costeggia, sempre in ripida salita. Con qualche passaggio un po’ scomodo il sentierino giunge ai piedi di un dosso artificiale, oltre il quale si trova l’ampia Arma delle Fate (270 m circa).
Si tratta di una bella grotta la cui ampia apertura è stata in parte murata, in parte chiusa con una grande cancellata in ferro. Comunque, nel muro si apre un cancelletto per mezzo del quale si può entrare nella cavità. Essa è formata da un unico salone diviso in due parti da una balza rocciosa (per superarla è stata posizionata una precaria scaletta in legno). Nella caverna sono stati ritrovati manufatti dell’uomo preistorico e resti di orso delle caverne (Ursus spelaeus) e altri animali.
Il sentierino prosegue costeggiando ancora la parete rocciosa, che diventa più bassa, interrotta da vari anfratti e piccole cavità. Si raggiunge quindi una staccionata in legno, e la si costeggia verso destra, entrando così nell’Altopiano delle Mánie. Seguendo la staccionata ci si dirige verso la vicina strada asfaltata che collega Finalpia con le Mánie. Senza raggiungerla, si piega a sinistra lungo un sentiero che sale dolcemente nella boscaglia, allontanandosi dalla carrozzabile e costeggiando per un breve tratto una recinzione metallica. Contornato un dosso boscoso si lascia a sinistra una diramazione e si prosegue passando accanto ad una bella casa isolata.
Al bivio successivo si va a destra, salendo dolcemente tra ruderi fino a raggiungere la strada asfaltata. La si segue brevemente verso sinistra, passando accanto ad una chiesetta trasformata in osteria; poco oltre si imbocca a sinistra una diramazione che scende (vista sull’enorme apertura dell’Arma delle Mánie) in una valletta, attraversa un rio su un ponte e si biforca in corrispondenza della chiesetta di San Giacomo delle Mánie. Si va a sinistra e, tagliando in piano, si raggiunge in breve il gruppo di case nei pressi della gigantesca Arma delle Mánie (268 m), che si raggiunge scendendo brevemente a sinistra.
Più che una vera e propria grotta, è un’enorme apertura in un dosso roccioso, poco sviluppata in profondità ma molto in larghezza e altezza. Al suo interno si trovano una zona recintata per scavi archeologici e alcuni ambienti delimitati da muretti a secco. Sulla parete a destra (per chi entra) si trova una piccola apertura che conduce ad una buia grotticella, al cui interno sono posti alcuni utensili contadini.
Si lascia a sinistra la grotta e si prosegue lungo una strada sterrata che scende con un tornante diventando sentiero (segnavia: due quadrati rossi pieni). Si raggiunge il fondo di una valletta e se ne percorre il fondo, trovando presto una diramazione a sinistra.
La diramazione porta in breve al Riparo Pian del Ciliegio, recintato per scavi archeologici (anche se il tutto sembra abbandonato…), e all’adiacente omonima Grotta, costituita da un accogliente salone di medie dimensioni.
Qualche decina di metri più avanti si incontra una deviazione a destra, ben riconoscibile perchè sul lato opposto del sentiero si trovano una piccola radura e un anfratto roccioso.
La deviazione (EE a causa di possibili problemi di orientamento) porta all’Antro della Fettuccia (o Fundega do Lujante), una delle più belle grotte della zona. Si imbocca a destra il sentiero, all’inizio piuttosto largo ed evidente, che sale in diagonale fino a raggiungere il fondo di un impluvio. La traccia qui prosegue, parecchio rovinata, lungo l’impluvio, giungendo in alcune decine di metri ai resti di una fornace circolare per la calce (fate attenzione ad individuarla, perchè è un importante punto di riferimento). La grotta si trova sul versante alla nostra destra, alcune decine di metri più in alto. Per raggiungerla bisogna percorrere un ripianetto (quel che resta di una vecchia terrazza) verso destra fino al suo termine contro alcune roccette, quindi imboccare a sinistra una traccia poco evidente che sale alla grotta.
Proseguendo a poca distanza da esso, nella boscaglia man mano più fitta, si raggiunge il fondovalle della Val Ponci nei pressi del Ponte delle Voze (o Ponte Muto; 166 m).
Per chi volesse allungare l’itinerario, è possibile da qui deviare a destra lungo il sentiero di fondovalle per visitare gli altri ponti romani. A 5-10 minuti dal Ponte delle Voze una diramazione a destra (segnavia blu) sale in breve alle cave romane, tre grandi aperture nella roccia calcarea (per i dettagli vedi questo itinerario). Il sentiero principale invece continua verso il Ponte dell’Acqua, posto presso una risorgenza, e ancora oltre al Ponte di Magnone, seminascosto tra i castagni.
Si scende a sinistra lungo l’ampio sentiero di fondovalle, attraversando il Rio Ponci presso i pochi ruderi del Ponte Sordo. Lasciata a sinistra una prima diramazione, si trascura a destra il sentiero che risale la Valle dei Frassini raccordandosi al sentiero della Rocca di Corno. Si segue per un tratto l’alveo del Rio Ponci, in genere asciutto, poi si riprende una sterrata che in breve porta al Ponte delle Fate, da cui in pochi minuti si ritorna al punto di partenza.
Escursioni sugli Altopiani del Finalese
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