MONTE CARPEGNA – 1416 m
Settore: Appennino Tosco-Romagnolo
Gruppo: Gruppo del Monte Fumaiolo
Descrizione
Il Monte Carpegna (1416 m) è una delle montagne più importanti e famose dell’intero Appennino Tosco-Romagnolo. Si presenta come un gigantesco dorso arrotondato che emerge decisamente dal dolce spartiacque tra i fiumi Marecchia e Foglia.
La giacitura degli strati rocciosi calcareo-marnosi che lo formano determina una certa disimmetria nei versanti. Il Monte Carpegna si presenta infatti con versanti ripidi se non dirupati su ben tre lati: a sud, a sud-est e a ovest. In gran parte questi versanti sono coperti da folti boschi di faggio, carpino e cerro, oppure da folti rimboschimenti di pino d’Austria e abete rosso. In alcuni punti, come ad esempio presso i passi del Trabocchetto e del Trabocchino, o nell’intero versante sud-est, affiorano le chiare rocce stratificate che costituiscono la montagna: il versante sud-est è una vera e propria parete rocciosa dall’aspetto piuttosto friabile, detta Costa dei Salti; alta tra 200 e 300 metri, questa gigantesca parete sovrasta la dolce conca di Pietrarubbia.
Il versante nord-est, che accoglie le sorgenti del Torrente Conca e i paesi di Cisterna e Calvillano, è invece dolcemente inclinato, caratterizzato prevalentemente da pascoli (tra maggio e luglio le praterie si popolano di splendide fioriture), prati a sfalcio e piccoli boschetti. In uno di questi boschetti si trova l’antico Eremo di Madonna del Faggio, costruito in data incerta ma sicuramente già presente nel 1200. Accanto all’eremo si trovano un piccolo rifugio-ristorante e la piccola area sciistica del Monte Carpegna, una delle due presenti nella provincia di Pesaro-Urbino (l’altra è quella del Monte Acuto, nel gruppo del Catria); non è particolarmente impattante, perchè le poche piste e la seggiovia si snodano tra vaste praterie; stona un po’ la presenza di un brutto laghetto artificiale per il rifornimento dei cannoni sparaneve, posto nei pressi dell’arrivo della seggiovia.
L’ampio versante nord-est del Carpegna, però, nasconde anche angoli più appartati e suggestivi. Per prima cosa è interrotto dalla singolare rupe stratificata del Monte Pietracandella (1216 m), sormontata da un rimboschimento di conifere; ai piedi di questo monticello, lambito dalla strada asfaltata che sale all’eremo, si trova il grazioso Laghetto di Pietracandella, un lago di origine naturale poi risistemato grazie ad un intervento della Forestale. A poca distanza, nella vallecola da cui nasce il Torrente Prena, si trova la Faggeta di Pianacquadio, una macchia di faggi secolari sopravvissuta al disboscamento che ha caratterizzato gran parte di questo versante del Carpegna.
L’area sommitale della montagna è costituita da un vastissimo altopiano erboso ondulato, utilizzato come pascolo. La cima principale, riconoscibile per la presenza di alcuni ripetitori, si trova sul vertice meridionale dell’altopiano; il punto più alto è segnalato dal cippo del punto trigonometrico IGM. Poco ad oriente, oltre la sella dove arriva la seggiovia, si eleva un dosso che sulle carte è nominato Monte Carpegna Est (1404 m); invece, poco a nord rispetto alla cima principale, si elevano gli ampi dossi della Testa del Monte (1404 m).
Fino a qualche anno fa, la vetta del Monte Carpegna era praticamente raggiungibile in automobile. Dal paese di Carpegna saliva una stradina asfaltata che, dopo essere transitata dal Cippo, saliva con ripidi tornanti fino ad una quota di circa 1370 metri, per poi scendere fino al Passo Cantoniera. Dal punto più alto della strada asfaltata la vetta si raggiungeva in una decina di minuti, seguendo la comoda sterrata di servizio ai ripetitori. Oggi la strada è chiusa al traffico nel tratto dal Cippo al Passo Cantoniera, ma è comunque percorsa dai tantissimi ciclisti che pedalano sulle tracce del grande Marco Pantani; i sentieri del Carpegna sono inoltre molto adatti alle mountain bike.
Nelle giornate limpide gli altopiani sommitali del Carpegna offrono panorami straordinari: si vede benissimo una grande fetta di Appennino, con il San Vicino, il Catria, i lontani Monti Reatini, i vicini massicci tosco-romagnoli e le vette più alte del Tosco-Emiliano; si ha una bellissima vista sulla riviera romagnola e marchigiana, e, oltre il Mare Adriatico, se si è fortunatissimi si possono scorgere i rilievi della Croazia; oltre la vasta Pianura Padana, invece, si innalzano le Alpi lombarde, trentine e venete.
Il toponimo, comune al paese di Carpegna e a tutta la regione circostante (detta “la Carpegna”), deriva probabilmente dal latino silva carpinea: si riferirebbe agli antichi boschi di carpino che caratterizzavano la montagna.
La giacitura degli strati rocciosi calcareo-marnosi che lo formano determina una certa disimmetria nei versanti. Il Monte Carpegna si presenta infatti con versanti ripidi se non dirupati su ben tre lati: a sud, a sud-est e a ovest. In gran parte questi versanti sono coperti da folti boschi di faggio, carpino e cerro, oppure da folti rimboschimenti di pino d’Austria e abete rosso. In alcuni punti, come ad esempio presso i passi del Trabocchetto e del Trabocchino, o nell’intero versante sud-est, affiorano le chiare rocce stratificate che costituiscono la montagna: il versante sud-est è una vera e propria parete rocciosa dall’aspetto piuttosto friabile, detta Costa dei Salti; alta tra 200 e 300 metri, questa gigantesca parete sovrasta la dolce conca di Pietrarubbia.
Il versante nord-est, che accoglie le sorgenti del Torrente Conca e i paesi di Cisterna e Calvillano, è invece dolcemente inclinato, caratterizzato prevalentemente da pascoli (tra maggio e luglio le praterie si popolano di splendide fioriture), prati a sfalcio e piccoli boschetti. In uno di questi boschetti si trova l’antico Eremo di Madonna del Faggio, costruito in data incerta ma sicuramente già presente nel 1200. Accanto all’eremo si trovano un piccolo rifugio-ristorante e la piccola area sciistica del Monte Carpegna, una delle due presenti nella provincia di Pesaro-Urbino (l’altra è quella del Monte Acuto, nel gruppo del Catria); non è particolarmente impattante, perchè le poche piste e la seggiovia si snodano tra vaste praterie; stona un po’ la presenza di un brutto laghetto artificiale per il rifornimento dei cannoni sparaneve, posto nei pressi dell’arrivo della seggiovia.
L’ampio versante nord-est del Carpegna, però, nasconde anche angoli più appartati e suggestivi. Per prima cosa è interrotto dalla singolare rupe stratificata del Monte Pietracandella (1216 m), sormontata da un rimboschimento di conifere; ai piedi di questo monticello, lambito dalla strada asfaltata che sale all’eremo, si trova il grazioso Laghetto di Pietracandella, un lago di origine naturale poi risistemato grazie ad un intervento della Forestale. A poca distanza, nella vallecola da cui nasce il Torrente Prena, si trova la Faggeta di Pianacquadio, una macchia di faggi secolari sopravvissuta al disboscamento che ha caratterizzato gran parte di questo versante del Carpegna.
L’area sommitale della montagna è costituita da un vastissimo altopiano erboso ondulato, utilizzato come pascolo. La cima principale, riconoscibile per la presenza di alcuni ripetitori, si trova sul vertice meridionale dell’altopiano; il punto più alto è segnalato dal cippo del punto trigonometrico IGM. Poco ad oriente, oltre la sella dove arriva la seggiovia, si eleva un dosso che sulle carte è nominato Monte Carpegna Est (1404 m); invece, poco a nord rispetto alla cima principale, si elevano gli ampi dossi della Testa del Monte (1404 m).
Fino a qualche anno fa, la vetta del Monte Carpegna era praticamente raggiungibile in automobile. Dal paese di Carpegna saliva una stradina asfaltata che, dopo essere transitata dal Cippo, saliva con ripidi tornanti fino ad una quota di circa 1370 metri, per poi scendere fino al Passo Cantoniera. Dal punto più alto della strada asfaltata la vetta si raggiungeva in una decina di minuti, seguendo la comoda sterrata di servizio ai ripetitori. Oggi la strada è chiusa al traffico nel tratto dal Cippo al Passo Cantoniera, ma è comunque percorsa dai tantissimi ciclisti che pedalano sulle tracce del grande Marco Pantani; i sentieri del Carpegna sono inoltre molto adatti alle mountain bike.
Nelle giornate limpide gli altopiani sommitali del Carpegna offrono panorami straordinari: si vede benissimo una grande fetta di Appennino, con il San Vicino, il Catria, i lontani Monti Reatini, i vicini massicci tosco-romagnoli e le vette più alte del Tosco-Emiliano; si ha una bellissima vista sulla riviera romagnola e marchigiana, e, oltre il Mare Adriatico, se si è fortunatissimi si possono scorgere i rilievi della Croazia; oltre la vasta Pianura Padana, invece, si innalzano le Alpi lombarde, trentine e venete.
Il toponimo, comune al paese di Carpegna e a tutta la regione circostante (detta “la Carpegna”), deriva probabilmente dal latino silva carpinea: si riferirebbe agli antichi boschi di carpino che caratterizzavano la montagna.
Vie d’accesso
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