PUNTA BUFFANARO – 1879 m
MONTE ALTO – 1903 m
GROPPI DI CAMPORÁGHENA
Settore: Appennino Tosco-Emiliano
Gruppo: Nodo del Monte Alto
Descrizione
Il tratto di crinale appenninico tra la Sella del Monte Acuto e il Passo dell’Ospedalaccio è noto con il nome di Groppi di Camporághena, dal nome del paesino che si trova ai piedi del versante toscano. È uno dei tratti di crinale più selvaggi e impervi dell’intero Appennino Tosco-Emiliano: la cresta spartiacque è sottile e rocciosa, e i versanti sono parecchio ripidi da entrambe le parti. Il lato toscano è un’enorme parete di arenarie stratificate, alta anche più di 1000 metri e solcata da impervi canaloni. Il versante emiliano, affacciato sul Passo di Pietratagliata e sulle conche glaciali delle Sorgenti del Secchia e dei Ghiaccioni, è più breve. È costituito da ripidissimi lastroni a franapoggio, che si ammantano di praterie e, alle quote più basse, di faggete.
La cresta dei Groppi di Camporàghena culmina con numerose cime, tutte al di sopra dei 1750 metri di quota. Solo due di queste cime, le più alte ed appariscenti, hanno un nome. In ordine da nord-ovest a sud-est si incontra per prima la Punta Buffanaro (1879 m), maestosa piramide di rocce ed erba, particolarmente elegante se vista dal versante toscano. Il suo lato nord è costituito da enormi placconate rocciose, su cui si sviluppano vie d’arrampicata. La vetta della montagna, poco spaziosa e allungata verso la Toscana, è sormontata da un cartellino segnavia e da un grande ometto di pietre. Visto il suo isolamento, al centro di una regione montuosa particolarmente integra e selvaggia, la Punta Buffanaro è poco frequentata.
Poco più di un chilometro a sud-est sorge il Monte Alto (1903 m), cima più alta dei Groppi di Camporàghena. Meno elegante rispetto alla Buffanaro, anche il Monte Alto è una montagna severa e impervia. La “via normale” si stacca dal Passo di Pietratagliata e sale ripida nei pressi della cresta nord della montagna, con passaggi su roccia e tratti aerei. La stessa cresta nord, costituita da eleganti torrioni di arenaria, è stata attrezzata con una breve ma ardita via ferrata. Altri sentieri segnalati salgono dalla difficile ed esposta cresta sud-est e dal ripidissimo e selvaggio versante toscano. Il Monte Alto costituisce inoltre il nodo principale del massiccio montuoso: dalla sua cima si origina verso nord l’importante spartiacque tra Secchia e Enza, su cui sorgono l’Alpe di Succiso, il Monte Ventasso e la Pietra di Bismàntova. In passato era detto Campo Secco a causa del suo aspetto selvaggio, oppure Alpe Marina perchè era raggiunto spesso dalle nebbie provenienti dal mare.
A sud-est del Monte Alto, lo spartiacque appenninico forma un’ultima cima, particolarmente affilata e dirupata. Questa cima, innominata su molte carte, è nota come Tecchia dei Corvi (1856 m), in riferimento all’enorme parete strapiombante (“tecchia”) di forma triangolare che ne caratterizza il versante emiliano. Su alcune carte il toponimo “Monte Alto” viene trasferito a questa cima, mentre il vero Monte Alto rimane innominato.
In ogni caso, i Groppi di Camporàghena costituiscono uno dei tratti più spettacolari e suggestivi dell’intero Appennino Tosco-Emiliano. Il sentiero attrezzato che ne percorre tutta la cresta è emozionante, e, anche se faticoso per il lungo avvicinamento e i continui saliscendi, è piuttosto facile nel suo genere. Oltre che per gli scorci alpestri, le creste aeree e le curiose strutture rocciose, i Groppi di Camporàghena si segnalano anche per i vastissimi panorami. La grandiosa sagoma dell’Alpe di Succiso copre parte dell’orizzonte; sugli altri versanti la vista spazia su tutta la Lunigiana fino al mare, con le Apuane da un lato e l’Appennino Ligure dall’altro. Si vede poi gran parte dell’Appennino Tosco-Emiliano, dal Monte Orsaro fino al Monte Giovo, la Pianura Padana e parte dell’arco alpino.
Nel pianificare le escursioni su queste montagne va prestata la massima attenzione al meteo. Nebbia e pioggia possono creare problemi di orientamento anche gravi, e anche problemi di percorrenza dei sentieri, in quanto i lisci lastroni di arenaria, se umidi, diventano scivolosissimi.
La cresta dei Groppi di Camporàghena culmina con numerose cime, tutte al di sopra dei 1750 metri di quota. Solo due di queste cime, le più alte ed appariscenti, hanno un nome. In ordine da nord-ovest a sud-est si incontra per prima la Punta Buffanaro (1879 m), maestosa piramide di rocce ed erba, particolarmente elegante se vista dal versante toscano. Il suo lato nord è costituito da enormi placconate rocciose, su cui si sviluppano vie d’arrampicata. La vetta della montagna, poco spaziosa e allungata verso la Toscana, è sormontata da un cartellino segnavia e da un grande ometto di pietre. Visto il suo isolamento, al centro di una regione montuosa particolarmente integra e selvaggia, la Punta Buffanaro è poco frequentata.
Poco più di un chilometro a sud-est sorge il Monte Alto (1903 m), cima più alta dei Groppi di Camporàghena. Meno elegante rispetto alla Buffanaro, anche il Monte Alto è una montagna severa e impervia. La “via normale” si stacca dal Passo di Pietratagliata e sale ripida nei pressi della cresta nord della montagna, con passaggi su roccia e tratti aerei. La stessa cresta nord, costituita da eleganti torrioni di arenaria, è stata attrezzata con una breve ma ardita via ferrata. Altri sentieri segnalati salgono dalla difficile ed esposta cresta sud-est e dal ripidissimo e selvaggio versante toscano. Il Monte Alto costituisce inoltre il nodo principale del massiccio montuoso: dalla sua cima si origina verso nord l’importante spartiacque tra Secchia e Enza, su cui sorgono l’Alpe di Succiso, il Monte Ventasso e la Pietra di Bismàntova. In passato era detto Campo Secco a causa del suo aspetto selvaggio, oppure Alpe Marina perchè era raggiunto spesso dalle nebbie provenienti dal mare.
A sud-est del Monte Alto, lo spartiacque appenninico forma un’ultima cima, particolarmente affilata e dirupata. Questa cima, innominata su molte carte, è nota come Tecchia dei Corvi (1856 m), in riferimento all’enorme parete strapiombante (“tecchia”) di forma triangolare che ne caratterizza il versante emiliano. Su alcune carte il toponimo “Monte Alto” viene trasferito a questa cima, mentre il vero Monte Alto rimane innominato.
In ogni caso, i Groppi di Camporàghena costituiscono uno dei tratti più spettacolari e suggestivi dell’intero Appennino Tosco-Emiliano. Il sentiero attrezzato che ne percorre tutta la cresta è emozionante, e, anche se faticoso per il lungo avvicinamento e i continui saliscendi, è piuttosto facile nel suo genere. Oltre che per gli scorci alpestri, le creste aeree e le curiose strutture rocciose, i Groppi di Camporàghena si segnalano anche per i vastissimi panorami. La grandiosa sagoma dell’Alpe di Succiso copre parte dell’orizzonte; sugli altri versanti la vista spazia su tutta la Lunigiana fino al mare, con le Apuane da un lato e l’Appennino Ligure dall’altro. Si vede poi gran parte dell’Appennino Tosco-Emiliano, dal Monte Orsaro fino al Monte Giovo, la Pianura Padana e parte dell’arco alpino.
Nel pianificare le escursioni su queste montagne va prestata la massima attenzione al meteo. Nebbia e pioggia possono creare problemi di orientamento anche gravi, e anche problemi di percorrenza dei sentieri, in quanto i lisci lastroni di arenaria, se umidi, diventano scivolosissimi.
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