MONTE ORSARO – 1831 m
MONTE BRÁIOLA – 1819 m
Settore: Appennino Tosco-Emiliano
Gruppo: Gruppo del Crinale dei Laghi
Descrizione
Prima vetta dell’Appennino Tosco-Emiliano a superare i 1800 metri di quota, il Monte Orsaro (1831 m) è forse la cima più nota del Crinale dei Laghi, anche se non è la più elevata. Sorge un po’ defilato rispetto al resto del crinale, ed è particolarmente ben visibile dalle strade che risalgono i passi del Cirone e della Cisa. Sul versante occidentale, che si affaccia altissimo sulla parte superiore della Val Magra, sono scavati alcuni ripidi valloni glaciali, come il vallone del Rio Terchio o il vallone di Frattamara. Essi costituiscono alcune delle poche testimonianze di glacialismo sul lato marittimo dell’Appennino Settentrionale. Il più selvaggio e remoto è il vallone di Frattamara, difeso in alto da ripide pareti di rocce stratificate e impervi canaloni; su queste balze si effettuavano fino a poche decine di anni fa ascensioni alpinistiche invernali, oggi poco sicure a causa dell’innevamento poco costante.
La cima dell’Orsaro è costituita da un’aerea cresta orizzontale che culmina con alcuni piccoli dossi. Su uno di essi si trova una statuetta metallica della Madonna, affacciata verso la Lunigiana. Grazie alla sua posizione “periferica” rispetto al Crinale dei Laghi, il panorama è vastissimo, aperto specialmente verso nord e verso ovest: spettacolare la vista sulla Lunigiana, sul gruppo del Monte Gòttero e sull’Appennino Ligure orientale fino al mare, o anche verso le valli del Taro e del Parma, con la pianura e le Alpi sullo sfondo. Dal lato opposto si ha una vista ravvicinata di tutta la fila di punte del Crinale dei Laghi, dal Bràiola al Malpasso, con le conche del Lago Santo e di Lagdei in bell’evidenza, e tutte le cosiddette “rocche” a reggipoggio che movimentano il versante settentrionale del gruppo montuoso (Roccabiasca, Monte Scala, Rocca Pumacioletto, Monte Navèrt…). Il toponimo si riferisce chiaramente alla presenza dell’orso nelle epoche passate. Ha dato il nome alla squadra di Soccorso Alpino e Speleologico di Parma.
Il Monte Bràiola (1819 m) è una cima minore del Crinale dei Laghi, schiacciato tra i più elevati monti Orsaro e Marmagna. Raramente viene salito come cima a sé stante: in genere viene accorpato alle due vette sopra citate per effettuare bellissime traversate di crinale. È una vetta quasi perfettamente piramidale, che non ha molta individualità se vista dal versante emiliano o dalle circostanti vette del crinale. Tuttavia, se osservato dalla Lunigiana, o ancora di più dalle strade che salgono ai passi della Cisa e del Cirone, il Monte Bràiola appare altissimo ed elegante; sembra addirittura sovrastare le adiacenti cime dell’Orsaro e del Marmagna. La cima è costituita da un piccolo ripiano erboso, dove si trovano un cartello indicatore del CAI e un antico cippo confinario tra il Ducato di Parma e il Granducato di Toscana. Verso sud-ovest il Bràiola dirama l’importante costolone che divide l’asse principale della Val Magra dal vallone del suo affluente Torrente Caprio; esso si abbassa velocemente alla selletta del Portile, per poi formare l’ampia e dolce calotta del Monte Logàrghena.
Riguardo al toponimo, è interessante notare che il nome “Bràiola” era un tempo assegnato al più massiccio Monte Marmagna: infatti, sul versante nord del Marmagna si trova una zona umida che ancora oggi è denominata “Padule del Bràiola”.
La cima dell’Orsaro è costituita da un’aerea cresta orizzontale che culmina con alcuni piccoli dossi. Su uno di essi si trova una statuetta metallica della Madonna, affacciata verso la Lunigiana. Grazie alla sua posizione “periferica” rispetto al Crinale dei Laghi, il panorama è vastissimo, aperto specialmente verso nord e verso ovest: spettacolare la vista sulla Lunigiana, sul gruppo del Monte Gòttero e sull’Appennino Ligure orientale fino al mare, o anche verso le valli del Taro e del Parma, con la pianura e le Alpi sullo sfondo. Dal lato opposto si ha una vista ravvicinata di tutta la fila di punte del Crinale dei Laghi, dal Bràiola al Malpasso, con le conche del Lago Santo e di Lagdei in bell’evidenza, e tutte le cosiddette “rocche” a reggipoggio che movimentano il versante settentrionale del gruppo montuoso (Roccabiasca, Monte Scala, Rocca Pumacioletto, Monte Navèrt…). Il toponimo si riferisce chiaramente alla presenza dell’orso nelle epoche passate. Ha dato il nome alla squadra di Soccorso Alpino e Speleologico di Parma.
Il Monte Bràiola (1819 m) è una cima minore del Crinale dei Laghi, schiacciato tra i più elevati monti Orsaro e Marmagna. Raramente viene salito come cima a sé stante: in genere viene accorpato alle due vette sopra citate per effettuare bellissime traversate di crinale. È una vetta quasi perfettamente piramidale, che non ha molta individualità se vista dal versante emiliano o dalle circostanti vette del crinale. Tuttavia, se osservato dalla Lunigiana, o ancora di più dalle strade che salgono ai passi della Cisa e del Cirone, il Monte Bràiola appare altissimo ed elegante; sembra addirittura sovrastare le adiacenti cime dell’Orsaro e del Marmagna. La cima è costituita da un piccolo ripiano erboso, dove si trovano un cartello indicatore del CAI e un antico cippo confinario tra il Ducato di Parma e il Granducato di Toscana. Verso sud-ovest il Bràiola dirama l’importante costolone che divide l’asse principale della Val Magra dal vallone del suo affluente Torrente Caprio; esso si abbassa velocemente alla selletta del Portile, per poi formare l’ampia e dolce calotta del Monte Logàrghena.
Riguardo al toponimo, è interessante notare che il nome “Bràiola” era un tempo assegnato al più massiccio Monte Marmagna: infatti, sul versante nord del Marmagna si trova una zona umida che ancora oggi è denominata “Padule del Bràiola”.
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