MONTE MARMAGNA – 1851 m
Settore: Appennino Tosco-Emiliano
Gruppo: Gruppo del Crinale dei Laghi
Descrizione
Il Monte Marmagna (1851 m) è probabilmente la cima più bella del Crinale dei Laghi; è anche la più frequentata, grazie anche alla facilità d’accesso e alla vicinanza del Rifugio Lagdei e del Rifugio Mariotti. È la terza cima in ordine di altezza di questo tratto di spartiacque, superata di pochi metri solo dal Monte Bragalata e dal Monte Sillara. Visto dalla Lunigiana, il Marmagna si presenta come la cima più individuata dell’intero crinale, con una mole massiccia e maestosa che lo fa sembrare il più alto della zona; solo il vicino Monte Bràiola si distingue altrettanto bene, in quanto svetta subito alla sua sinistra con la sua forma di regolare piramide.
La vetta è ampia, in parte erbosa e in parte detritica, culminante con vari piccoli dossi. Sul punto più alto si trova una grande croce metallica, eretta nel 1901 e ripristinata nel 1967, accanto al consueto cartello indicatore del CAI. Dalla vetta il panorama è vastissimo: si vedono tutte le vicine vette del Crinale dei Laghi, la Lunigiana, le Alpi Apuane, il Mar Ligure, l’Appennino Ligure e le Alpi Liguri, i contrafforti che scendono verso la pianura, la pianura stessa e buona parte dell’arco alpino sullo sfondo.
Sul versante meridionale, costituito da alternanze di ardite balze rocciose e infidi canaloni erbosi che precipitano verso la valle del Torrente Caprio per un dislivello complessivo di circa 1300 metri, è stata con successo reintrodotta l’aquila reale; in questi luoghi impervi e inaccessibili essa trova il suo habitat ideale.
Il toponimo è di origine controversa: secondo alcuni potrebbe derivare dal latino mater magna, cioè la “Grande Madre”, dea pagana della fertilità e della natura (effettivamente sul versante toscano del Crinale dei Laghi sono stati ritrovati numerosi monumenti di epoca preistorica ascrivibili ad un culto del genere); secondo altri invece deriva dal passaggio della tribù germanica dei Marcomanni.
La vetta è ampia, in parte erbosa e in parte detritica, culminante con vari piccoli dossi. Sul punto più alto si trova una grande croce metallica, eretta nel 1901 e ripristinata nel 1967, accanto al consueto cartello indicatore del CAI. Dalla vetta il panorama è vastissimo: si vedono tutte le vicine vette del Crinale dei Laghi, la Lunigiana, le Alpi Apuane, il Mar Ligure, l’Appennino Ligure e le Alpi Liguri, i contrafforti che scendono verso la pianura, la pianura stessa e buona parte dell’arco alpino sullo sfondo.
Sul versante meridionale, costituito da alternanze di ardite balze rocciose e infidi canaloni erbosi che precipitano verso la valle del Torrente Caprio per un dislivello complessivo di circa 1300 metri, è stata con successo reintrodotta l’aquila reale; in questi luoghi impervi e inaccessibili essa trova il suo habitat ideale.
Il toponimo è di origine controversa: secondo alcuni potrebbe derivare dal latino mater magna, cioè la “Grande Madre”, dea pagana della fertilità e della natura (effettivamente sul versante toscano del Crinale dei Laghi sono stati ritrovati numerosi monumenti di epoca preistorica ascrivibili ad un culto del genere); secondo altri invece deriva dal passaggio della tribù germanica dei Marcomanni.
Vie d’accesso
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