Monastero di Valle Christi
Le rovine del Monastero di Valle Christi costituiscono uno dei siti più particolari ed interessanti dell’immediato entroterra di Rapallo; si trovano subito al di fuori della città, ai margini del campo da golf. Del grande complesso monastico oggi rimane integro solo il maestoso campanile; delle altre strutture, tra cui anche la chiesa, rimangono solo alcuni resti.
La storia del monastero è abbastanza lunga, e inizia nel 1204: in quell’anno la nobildonna genovese Altilia Malfanti, sposata con un De Mari, rimane vedova; insieme alla sorella Tibia, decide di dedicarsi alla vita monastica, e per questo manifestano il volere di costruire un monastero dell’Ordine Cistercense in un terreno di loro proprietà nei pressi di Rapallo. Il terreno, che era in origine paludoso e malsano, venne donato il 3 aprile 1204 all’arcivescovo di Genova, Ottone Ghilini, e nel giro di due anni il monastero fu costruito. Le monache di clausura rimasero a Valle Christi per circa trecento anni e in questo periodo il monastero crebbe per fama e notorietà; nella chiesa si veneravano le reliquie di San Biagio, donate alle monache da un capitano di ventura.
Nel 1502 rimanevano solo due monache ad abitare il monastero; a causa delle norme vigenti all’epoca, che richiedevano la soppressione dei monasteri abitati da meno di cinque religiosi, le suore furono trasferite in altri luoghi. Si cercò inizialmente di dare nuova vita al monastero facendolo abitare da monaci cistercensi di Tagliata. Il tentativo fallì, e nel 1508 vi si stabilirono invece monache di clausura dell’ordine di Santa Chiara. A causa dell’insalubrità del luogo, e della lontananza del centro abitato di Rapallo, nel 1572 papa Gregorio XIII soppresse (ma non sconsacrò) il monastero. Le reliquie di San Biagio vennero donate alla Basilica dei Santi Gervasio e Protasio.
Nei successivi tre secoli il monastero non subì particolari danni, e documenti del ‘700 e dell’800 ne confermano ancora una certa integrità. Nel 1858 era in piedi il campanile, gran parte della chiesa e anche il chiostro che si trovava tutto intorno. Tuttavia, a causa del malvolere degli abitanti del luogo, nei decenni successivi una buona parte della struttura venne smantellata per ricavare pietra da costruzione.
La fase di deterioramento ebbe fine solo nel 1903, quando il monastero fu nominato “monumento nazionale italiano”. In quegli anni, sotto la direzione dell’architetto Alfredo d’Andrade, vennero ricostruite alcune porzioni della struttura che erano state smantellate, come ad esempio la foresteria e parti della chiesa. Da allora sono stati effettuati altri interventi di restauro, e oggi il monastero (o quel che ne rimane) è utilizzato per manifestazioni culturali e teatrali.
L’aspetto un po’ lugubre e spettrale dei ruderi e del campanile ha favorito il fiorire di numerose leggende. Molte parlano di fantasmi e spiriti, e in giro per internet si trovano siti di gente che va a Valle Christi a cercare il soprannaturale. La leggenda più interessante riguarda però una monaca, che si innamorò follemente di un pastore e per questo rimase incinta. Per punire il suo peccato fu murata viva nel monastero, insieme alla sua bambina. Ancora oggi si racconta che nelle notti senza luna si sentano i suoi lugubri lamenti.
Accesso
Si esce al casello autostradale di Rapallo e si gira subito verso destra in direzione di Ruta. Dopo circa 400 metri si trova sulla sinistra la deviazione per San Massimo e la si imbocca. Percorrendola per circa 200 metri si giunge al Monastero di Valle Christi.
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