MONTE PENELLO – 995 m
PUNTA MARTÍN – 1001 m
Settore:Appennino Ligure
Gruppo: Massiccio del Monte delle Figne
Descrizione
Il Monte Penello (995 m) è un’ampia cima tondeggiante che sorge nella parte centrale dell’altopiano sommitale della Scaggia. È una vetta decisamente poco appariscente (vista da lontano tende a confondersi con i dossi circostanti) ma molto frequentata per via del vastissimo panorama, dal golfo ligure alla Pianura Padana e alle Alpi. È un punto nodale di grande importanza: dirama i contrafforti su cui sorgono la Punta Martín e la Punta del Corno, oltre che il lungo costolone che si spinge verso il mare. Questo contrafforte si ramifica ulteriormente fino a toccare la costa presso i centri di Pegli e Prà
Sulla vetta della montagna si trova un piccolo rifugio, il Bivacco Bellano, ricavato dalla ristrutturazione di due depositi munizioni abbandonati. Possono essere utili come ripari in caso di maltempo. Accanto ad essi ci sono una tabella metallica con indicate le varie montagne che si osservano dalla cima, e i ruderi di una baracca de pria (un antico riparo per falciatori; la zona della Scaggia ne è piena).
L’origine del toponimo è controversa. Alcuni lo dicono analogo a “penna, pennone, pennino…” e lo fanno derivare dalla voce prelatina pen, col significato di “montagna”, oppure in riferimento al mitico dio delle vette Pen. Secondo altri, invece, si tratta di un termine dialettale che significa “sorbo”. Su molte carte e pubblicazioni viene erroneamente utilizzato il nome “pennello”.
Dal Monte Penello si dirama verso ovest il breve contrafforte divisorio tra i valloni del Rio Giazzi e del Rio Baiardetta, che si innalza prima nell’ampio dosso della Piazza (999 m), poi va a formare la Punta Martín (1001 m). Si tratta di una delle montagne più belle e frequentate dell’intero Appennino Ligure, ed è forse la cima più caratteristica del comune di Genova.
Sul lato est, la Punta Martín si salda all’altopiano sommitale con una breve scarpata di rocce ed erba. Sugli altri versanti invece scende ripida, determinando la sua elegante sagoma ad aguzza piramide, riconoscibile anche da molto lontano. I fianchi della montagna sono in parte rocciosi, in parte coperti da erba, arbusti e radi pini, con qualche pineta più fitta sul versante nord.
La ripida cresta sud-ovest della montagna, lungo la quale si snoda la più conosciuta via d’accesso, forma la trapezoidale anticima della Rocca Calù (932 m), prima di scendere ripida verso Acquasanta. La cresta sud è molto più breve e meno pronunciata, ma è parecchio ardita: è conosciuta come Cresta Federici ed è percorsa dal più noto e classico itinerario alpinistico della montagna.
Sulla vetta, rocciosa e poco spaziosa, si trovano una croce metallica e numerose targhe commemorative. È un punto panoramico eccezionale; nelle giornate limpide la vista spazia su tutto l’Appennino Ligure, dal Colle di Cadibona al Monte Góttero, sul mare con la Corsica, sulla Pianura Padana e su buona parte dell’arco delle Alpi, con il Monviso e il Monte Rosa in particolare evidenza.
Il toponimo è in comune con il torrente che passa da Acquasanta (il Rio Martino), e deriva probabilmente dal nome di un antico proprietario della zona. Come per tutti i toponimi genovesi che finiscono con consonante, la pronuncia è tronca (l’accento va sulla “i” di “Martín”).
Un tempo era diffusa la leggenda che sul versante nord della montagna crescessero le stelle alpine, cosa che non ha mai trovato riscontro nella realtà.
Vie d’accesso
Le vie d’accesso qui descritte hanno come meta o la Punta Martín, o il Monte Penello. Le due cime distano circa 10 minuti di cammino l’una dall’altra e sono facilmente raggiungibili nel corso della stessa escursione.
- Da Praglia
- Da Camposilvano
- Da San Carlo di Cese per la Punta del Corno
- Da Pegli
- Da Prà
- Anello da Acquasanta (“via accademica”)
- Anello dalle Case Giutte
- Dal Passo del Turchino
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