MONTE ALFEO – 1651 m
Settore: Appennino Ligure
Gruppo: Catena del Monte Ántola
Descrizione
Il Monte Alfeo (1651 m) è una delle montagne più belle e imponenti dell’Appennino Ligure. Si innalza isolato sul lato sinistro idrografico della Val Trebbia con l’aspetto di una gigantesca ed elegante piramide, superando in un solo colpo i 1300 metri di dislivello che separano la cima dal fondovalle. Per chi percorre la strada statale tra Montebruno e Marsaglia, il Monte Alfeo e il vicino Monte Lésima, separati dalla profonda incisione della Val Boreca, appaiono come due enormi sentinelle che sorvegliano il tratto mediano della Val Trebbia.
L’Alfeo è l’unica vetta di una certa rilevanza del contrafforte che chiude a sud la Val Boreca, separandola prima dalla Val Terenzone, poi dall’asse principale della Val Trebbia; questo contrafforte si origina dal Monte Carmo, e procede più o meno linearmente verso est, per poi terminare nei pressi di Ottone. Il versante nord della montagna, rivolto verso la Val Boreca, è ripidissimo e coperto da faggete che arrivano fino in vetta. Il versante sud è lievemente più dolce, ugualmente coperto da faggete che poi, verso i 1300-1400 metri di quota, lasciano spazio ai pascoli.
Dalla cima si gode di un panorama vastissimo, con tutto l’Appennino Ligure, il mare con le isole toscane e la Corsica, la Pianura Padana e le Alpi. Nel 1949 i soci del CAI di Bolzaneto posero sulla vetta un primo cippo con madonnina, nel 1952 ingrandito fino a 1,6 metri di altezza. La statua venne rovinata da un fulmine e sostituita per la prima volta su richiesta degli abitanti di Campi, Bertone e Barchi. Nel 1954 venne posta la nuova statua della Madonna con Bambino, pesante ben 18 quintali. La statua venne trasportata sulla vetta mediante una slitta di tronchi trainata in due giorni da quaranta buoi. Il monumento venne benedetto il 21 novembre di quell’anno, una giornata fredda e nebbiosa, dal vescovo di Bobbio, alla presenza di ben 400 fedeli. Negli anni successivi i fulmini rovinarono nuovamente la statua, che venne sostituita per l’ultima volta il 20 agosto 1971.
Per via del suo isolamento, della sua forma elegante e della sua imponenza, il Monte Alfeo è stato sempre visto con una certa riverenza dagli abitanti della valle. In tempi antichi doveva essere una vera e propria montagna sacra. A testimonianza di ciò, durante gli scavi per porre la statua nel 1954, venne ritrovato un bronzetto votivo, raffigurante un giovane offerente, oggi conservato nel Museo civico di Piacenza. Probabilmente questa statua risale al III-II secolo a.C., più o meno quando gli antichi Romani si insediarono anche nell’Appennino Ligure.
L’origine del toponimo è incerta. Pare poco probabile che possa derivare dal latino Alfius; potrebbe invece esserci in gioco una derivazione dalla radice prelatina alp (“montagna”), da cui deriva anche il nome Alpi, oppure dal termine pei o fei, cioè “fonte”. Da questo termine, che indica luoghi ricchi d’acqua, derivano anche Féia, Pei, Pegli, Pegge e altri toponimi comuni in queste montagne.
L’Alfeo è l’unica vetta di una certa rilevanza del contrafforte che chiude a sud la Val Boreca, separandola prima dalla Val Terenzone, poi dall’asse principale della Val Trebbia; questo contrafforte si origina dal Monte Carmo, e procede più o meno linearmente verso est, per poi terminare nei pressi di Ottone. Il versante nord della montagna, rivolto verso la Val Boreca, è ripidissimo e coperto da faggete che arrivano fino in vetta. Il versante sud è lievemente più dolce, ugualmente coperto da faggete che poi, verso i 1300-1400 metri di quota, lasciano spazio ai pascoli.
Dalla cima si gode di un panorama vastissimo, con tutto l’Appennino Ligure, il mare con le isole toscane e la Corsica, la Pianura Padana e le Alpi. Nel 1949 i soci del CAI di Bolzaneto posero sulla vetta un primo cippo con madonnina, nel 1952 ingrandito fino a 1,6 metri di altezza. La statua venne rovinata da un fulmine e sostituita per la prima volta su richiesta degli abitanti di Campi, Bertone e Barchi. Nel 1954 venne posta la nuova statua della Madonna con Bambino, pesante ben 18 quintali. La statua venne trasportata sulla vetta mediante una slitta di tronchi trainata in due giorni da quaranta buoi. Il monumento venne benedetto il 21 novembre di quell’anno, una giornata fredda e nebbiosa, dal vescovo di Bobbio, alla presenza di ben 400 fedeli. Negli anni successivi i fulmini rovinarono nuovamente la statua, che venne sostituita per l’ultima volta il 20 agosto 1971.
Per via del suo isolamento, della sua forma elegante e della sua imponenza, il Monte Alfeo è stato sempre visto con una certa riverenza dagli abitanti della valle. In tempi antichi doveva essere una vera e propria montagna sacra. A testimonianza di ciò, durante gli scavi per porre la statua nel 1954, venne ritrovato un bronzetto votivo, raffigurante un giovane offerente, oggi conservato nel Museo civico di Piacenza. Probabilmente questa statua risale al III-II secolo a.C., più o meno quando gli antichi Romani si insediarono anche nell’Appennino Ligure.
L’origine del toponimo è incerta. Pare poco probabile che possa derivare dal latino Alfius; potrebbe invece esserci in gioco una derivazione dalla radice prelatina alp (“montagna”), da cui deriva anche il nome Alpi, oppure dal termine pei o fei, cioè “fonte”. Da questo termine, che indica luoghi ricchi d’acqua, derivano anche Féia, Pei, Pegli, Pegge e altri toponimi comuni in queste montagne.
Vie d’accesso
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