MONTE AMIATA – 1733 m

Settore: Antiappennino
Gruppo: Gruppo del Monte Amiata

Descrizione

Tra i grandi edifici vulcanici dell’Italia centrale, il Monte Amiata (1733 m) è il più elevato ed elegante. Si tratta di un enorme stratovulcano formato da rocce trachitiche, che emerge isolato dalle catene collinari che caratterizzano la Toscana meridionale. La sua sagoma è grossolanamente conica, con la vetta a larga cupola, e dai fianchi interrotti irregolarmente da alcuni coni secondari: i più importanti sono il Corno di Bellaria (1613 m) e la ben più cospicua Montagnola (1571 m), che emergono sul versante meridionale.
Il grande e complesso edificio vulcanico si è costruito a partire dal Pliocene (5-2,5 milioni di anni fa), continuando fino a poche centinaia di migliaia di anni fa: l’ultima grande fase eruttiva è avvenuta tra 290000 e 180000 anni fa. Anche se oggi l’Amiata è del tutto inattivo, la sua camera magmatica è ancora calda, ed è responsabile delle numerose sorgenti termali delle vicinanze (la più famosa è quella dei Bagni San Filippo). La sua ricchezza mineraria è stata in passato molto sfruttata: presso Abbadia San Salvatore, fino al secolo scorso, si estraeva il cinabro, da cui poi si ricavava il mercurio.
Sulla vetta non rimangono tracce di un cratere: essa si presenta come una cresta allungata di giganteschi roccioni trachitici, in gran parte coperti dal bosco. Essa è forse anche troppo antropizzata: una strada asfaltata arriva a poche centinaia di metri di distanza, permettendo un facile accesso; dalla zona della croce di vetta, che non sorge sul punto più alto, ma su una terrazza panoramica a quota 1723, si dipartono numerose piste da sci, che scendono verso Prato della Contessa, Prato delle Macinaie e il Rifugio Cantore. Subito dietro alla croce si trovano un bar-ristorante e alcuni ripetitori radiotelevisivi. Il punto più elevato si trova invece più a sud, ed è per fortuna abbastanza isolato dalla zona antropizzata: è costituito da un ammasso di enormi scogli, sul più alto dei quali si trova la statua della Madonna degli Scout.
Nonostante l’affollamento e l’antropizzazione, la vetta dell’Amiata rimane una meta interessantissima, se non altro per il vastissimo panorama che offre. Dalla terrazza panoramica accanto alla croce si abbraccia mezza Italia, con gran parte delle colline della Toscana Centrale, la Val di Chiana e la Val Tiberina, il Lago di Bolsena, e, se si è fortunati, tutti i grandi massicci appenninici dai Monti Sibillini alla Maiella, con il Gran Sasso e il Monte Velino in bell’evidenza. Dalla Madonna degli Scout si ha una bella vista anche sul versante occidentale, verso la costa toscana, il Mar Tirreno, le isole dell’Arcipelago Toscano e la Corsica.
Sono però i versanti la parte più bella della montagna. Essi sono infatti coperti da una grande faggeta ad alto fusto, tra le più belle dell’Italia centrale; la foresta, fitta ed elegante, cosparsa di grandi massi muschiosi e popolata da caprioli, è un ambiente davvero pittoresco, quasi magico. Essa si interrompe solo in corrispondenza del Pian della Piscina, una conca erbosa protetta a valle dalla cupola del Corno di Bellaria, in cui nei mesi piovosi si forma un curioso laghetto.
Il toponimo potrebbe derivare dal latino ad meata, cioè “alle sorgenti”, riferito alla ricchezza d’acqua della montagna: l’acqua piovana e di scioglimento nivale viene infatti immagazzinata nelle rocce trachitiche, molto porose e fratturate, per poi formare copiose sorgenti molto più in basso, dove le formazioni vulcaniche vengono a contatto con le formazioni sedimentarie impermeabili. Un’altra ipotesi sul toponimo lo vede derivare da Mons Tuniatus o Montuniata, in riferimento a Tunia o Tinia, la maggiore divinità etrusca.

Vie d’accesso

  1. Accesso stradale: Il Monte Amiata è accessibile da tutti i versanti mediante strade asfaltate. Seguendo le indicazioni ci si porta infine al parcheggio presso il Rifugio Pianello (1653 m); da qui si prosegue a piedi lungo la larga mulattiera acciottolata che sale direttamente alla croce di vetta (10-15 minuti di cammino).
  2. Anello dal Prato delle Macinaie
Il cono sommitale visto dal Prato delle Macinaie
Il cono sommitale visto dal Prato delle Macinaie (14 aprile 2017)

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