Surlej – Lej Marsch – Lej Nair – Lej dals Chöds – Surlej

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: 450 m circa
Tempo: 3.15 – 3.45 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Agosto 2015

Il versante destro idrografico dell’Alta Engadina tra Surlej e St. Moritz Bad è formato da una serie di dossi ricoperti da fitte foreste di pini e larici, tra cui si nascondono alcuni laghetti. L’area è letteralmente tapezzata di sentieri, che ognuno può combinare come vuole; questo giro ad anello è solo un suggerimento che permette di visitare tutte le località interessanti della foresta. Lungo il percorso si trovano numerosissime panche in legno, utili per brevi soste.

Accesso

Si raggiunge Silvaplana (attraverso il Passo Maloja, il Passo del Bernina o l’Engadina), da cui si devia verso Surlej. Attraversato il ponte sull’Inn, subito sulla destra si trova un parcheggio, da cui prende avvio l’itinerario (quota 1792).

Itinerario

Si va a raggiungere il sentiero che costeggia il Lago di Silvaplana e lo si segue verso destra, dirigendosi verso l’evidente dosso boscoso della Crastatscha. Giunti all’inizio del dosso si abbandona il sentiero di fondovalle, che continua sulle sponde del Lago di Champfèr per girare a destra. Dopo pochi metri si gira ancora a sinistra, salendo con alcune svolte tra i larici fino alla cima della Crastatscha (1903 m); una brevissima deviazione a sinistra guida ad un belvedere sui laghi di Champfèr e Silvaplana. L’ampia mulattiera scende a tornanti sul fianco opposto del monte, fino a raggiungere una sella pianeggiante dove si trova un crocevia (quota 1823). Si va a sinistra lungo una stradetta sterrata che scende dolcemente fino ad incontrare nuovamente il sentiero di fondovalle. Lo si segue verso destra, costeggiando l’Inn, fino ad un bivio. Si va a destra e, incrociata una sterrata, si raggiunge il Lej Marsch (1812 m).

Il laghetto, di origine glaciale, è molto frequentato perché è stato attrezzato come stazione balneare. Si estende per circa 9000 mq.

Si abbandona la sterrata, si attraversa l’emissario del lago su una passerella in legno e si costeggia lo specchio d’acqua verso sud, andando ad imboccare il largo sentiero per il Lej Nair (indicazioni). Il sentiero sale decisamente tra gli alberi e incontra una stradetta sterrata, che va seguita verso destra. Ad un altro bivio si va ancora a destra e si raggiunge la conca del Lej Nair (1863 m).

Il laghetto, meno frequentato e “urbanizzato” rispetto al Lej Marsch, è stato eletto a biotopo protetto, ed un pannello esplicativo in varie lingue ne spiega l’origine. Si estende per 6200 mq in una bellissima conca poco incavata circondata dalle foreste.

Presso l’estremità del lago la strada si biforca; si va a sinistra, costeggiando lo specchio d’acqua lungo la sponda orientale. Lasciata a sinistra una prima diramazione per il Lej dals Chöds, si sale più decisamente fino ad un altro bivio. Andando a destra in pochi metri si trova il minuscolo Lej Zuppò (1880 m).

Esteso per soli 1000 mq, il laghetto è alimentato solo dalla fusione delle nevi e dalle piogge. Per questo nelle estati più secche tende a prosciugarsi. Il toponimo, analogamente a “zupò” e “zoppà”, significa “nascosto”.

Si ritorna al bivio precedente e si va a destra lungo una stradetta sterrata, scendendo brevemente ad attraversare un piccolo rio. Si sale poi fino ad incrociare il sentiero segnalato per il Lej dals Chöds, che si segue verso destra. Il sentiero sale decisamente nel fitto bosco, poi incontra una sterrata. La stradetta sale con un tornante, poi, oltre una piazzola, si restringe ad ampia mulattiera e giunge ad un bivio.

Andando a sinistra (e poi ancora a sinistra al bivio che si incontra dopo una ventina di metri) si raggiunge in breve il belvedere del Munt San Gian (2006 m).

Si piega a destra lungo la mulattiera che, al primo tornante, si restringe ancora diventando sentiero. La traccia sale ripida con varie svolte, a tratti lastricata o scalinata; si effettua poi un lungo traversone verso destra, interrotto da alcuni tornantini. Quando il sentiero piega definitivamente a sinistra, si è ormai a pochi minuti dal Lej dals Chöds (o Hahnensee; 2153 m), nei cui pressi si trova un bar-ristorante.

Posto in una bella conca di origine glaciale al limite superiore del bosco di conifere, questo laghetto si estende per circa 5000 mq. Presenta acque limpide e poco profonde, e le sue rive sono coperte da una fitta vegetazione palustre. Dalla zona del Lej dals Chöds si ha un bel panorama sulle vette che chiudono l’Alta Engadina a nord (Piz Nair, Piz Julier, Piz Polaschin). Nei pressi sorge il rifugio-ristorante Hahnensee.

Si percorre verso destra il dosso di rocce montonate che chiude il laghetto a valle, poi si trova un bivio. Si va a destra, scendendo brevemente su un versante boscoso e poi infilandosi in una vallecola erbosa.

Con una breve deviazione a destra si può raggiungere la vetta del Crap Nair (2173 m), che offre un bel panorama sulla vallata sottostante con i suoi laghi.

La vallecola scende prima dolcemente, poi precipita improvvisamente verso la conca di Surlej. Il sentiero perde quota velocemente, con numerosi tornanti, prima su un panoramico versante erboso, poi di nuovo nella bella foresta di conifere. Si incrocia una strada sterrata, poi, dopo un altro tratto di discesa nel bosco, ci si ricongiunge ad essa e la si segue verso destra. Attraversato un ruscello, un sentiero a destra permette di tagliare un lungo tornante della stradetta, che si dirige ora verso nord-ovest. Si lascia a sinistra un sentiero che scende direttamente a Surlej e si giunge sul fondo di una valletta dove la strada si biforca; si va a sinistra e, in dolce discesa, si doppia un costone e ci si porta alla Chamanna Paravicini (1853 m; fonte), sul fondo di un’altra valletta dove si incontra una sterrata più importante. La si segue verso sinistra, scendendo in breve alle prime case di Surlej. Si lascia a destra una diramazione per il Lej Nair e si incontra una stradetta asfaltata, che si segue verso sinistra in lievissima salita fino ad un gruppetto di case dove si trova una fonte. Si prosegue lungo una mulattiera che scende verso destra in un’appartata valletta per poi biforcarsi; piegando bruscamente a sinistra si scende in breve al Lej Ovis-chel (1793 m).

Tra i laghetti raggiunti dall’itinerario è forse il più bello. Si trova in una valletta profonda e appartata, nonostante sia a soli 5 minuti di cammino dal parcheggio da dove si è partiti e dal paese di Surlej. Si estende per 5000 mq, circondato da folti boschi e sovrastato dall’allungato dosso della Crastatscha, che si innalza con pareti rocciose e fitti boschi di larici.

Continuando lungo la mulattiera, che in breve diventa sterrata, si costeggia una zona paludosa adiacente al laghetto e si sbuca nell’ampia piana di Surlej in corrispondenza di una fabbrica di balle di fieno con stalla incorporata. La strada si fa quindi asfaltata e guida in pochi minuti al parcheggio da cui si era partiti.

Silvaplana e il Piz Polaschin visti dalla Crastatscha
Silvaplana e il Piz Polaschin visti dalla Crastatscha (6 agosto 2015)
Il Lej Nair
Il Lej Nair (6 agosto 2015)
La Chamanna Paravicini
La Chamanna Paravicini (6 agosto 2015)
Il bellissimo Lej Ovis-chel
Il bellissimo Lej Ovis-chel (6 agosto 2015)

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