Cantarana – Balma del Messere – Licatti – Rocche Balcatte – Cappelletta di Prale – Cantarana
Caratteristiche
Difficoltà: E/EE
Dislivello in salita: 350 m circa
Tempo: 2.30 – 2.50 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Maggio 2018
Breve percorso ad anello che si sviluppa nell’appartata valletta di Prale, piccolo ramo laterale di destra della Val Tànaro. Permette di toccare numerose mete di interesse naturalistico e storico: la curiosa Balma del Messere, l’impressionante Orrido di Prale (percorso da uno spettacolare itinerario di torrentismo), alcune delle numerose borgate di Prale e la panoramica sommità delle Rocche Balcatte. L’anello non presenta difficoltà se non nel tratto che taglia a mezza costa l’Orrido di Prale: un traverso un po’ esposto di qualche centinaio di metri.
Accesso
a) Si esce al casello di Albenga e si si seguono le indicazioni per Garessio, imboccando la strada che percorre la Val Neva. Si gira poi a sinistra e si sale ad Alto, Caprauna e al Colle di Caprauna, poi si sorpassa il Passo di Prale e si scende nella conca del paese omonimo. Giunti sul fondovalle del Tànaro, poco prima del ponte che supera il fiume per raggiungere Cantarana, si parcheggia in un ampio spiazzo.
b) Dal casello autostradale di Ceva si risale tutta la Val Tànaro, sorpassando Garessio e Ormea. Giunti alla frazione Cantarana si imbocca a sinistra la diramazione per Prale e Caprauna, che supera il Tànaro su un ponte. Subito dopo si parcheggia in un ampio spiazzo (quota 790).
Itinerario
Sul lato orientale della strada si imbocca la sterrata con segnavia CAI A47 (indicazioni per la Balma del Messere), che scende brevemente fino a portarsi sulla sponda del Fiume Tànaro. Si piega a destra guadando il Rio di Prale, che qui sfocia nel fiume, quindi si costeggia il Tànaro per alcune decine di metri, fino ad un bivio indicato con cartelli. Si abbandona la sterrata per prendere a destra un sentierino che sale con ripidi tornanti nel bosco misto di larici e latifoglie. Il sentiero si dirige verso le sovrastanti pareti calcaree e passa accanto al traliccio di un elettrodotto. Attraversato un piccolo ghiaione panoramico si arriva ad un altro bivio. Da qui una ripida ma breve deviazione a sinistra conduce alla Balma del Messere (o Grotta dei Saraceni; 900 m circa).
Gigantesco antro che si apre sul contrafforte sud-occidentale delle Rocche Balcatte, ben visibile dal fondovalle del Tànaro (anche dal parcheggio da cui si è partiti), e ben evidente per via del grande muro in pietra e malta che lo chiude. Si tratta di uno dei migliori esempi di grotta murata nell’intero arco alpino. Non si è ancora sicuri sulla sua funzione, che poteva essere abitativa o militare.
La sua frequentazione, secondo la tradizione orale, risalirebbe all’arrivo dei Saraceni in Val Tànaro nel secolo X. Altre testimonianze della loro presenza sarebbero la Torre dei Saraceni a Barchi e la presenza di alcuni vocaboli di derivazione araba nel dialetto ormeasco. Il toponimo “Balma del Messere” deriva invece da una leggenda, secondo la quale messer Aleramo e la sua amante Adelasia si sarebbero rifugiati qui nella loro fuga da Ottone I di Sassonia.
Si ritorna al bivio sottostante e si gira a sinistra (scendendo; direzione sud-est) sul percorso A47. L’esile traccia taglia in piano su roccette lievemente esposte, giungendo in breve ad uno stretto intaglio roccioso. L’intaglio permette di entrare nel suggestivo Orrido di Prale, percorso dal rio omonimo. Se ne taglia lo scosceso versante di destra idrografica, prima con un ripido tratto gradinato con corda a fare da corrimano, poi seguendo una cengia a tratti un po’ esposta in lieve salita. Sorpassato un impluvio si esce dal breve orrido, e si taglia nel bosco fino alla borgata Licatti (910 m).
L’improvviso cambiamento nell’aspetto del paesaggio, che prima era aspro e impervio e adesso è morbido e tondeggiante, è dovuto al diverso substrato roccioso. A valle affioravano dure rocce calcaree, mentre ora ci troviamo tra teneri argilloscisti, facilmente erodibili.
Si attraversa il gruppo di case e si imbocca una stradina asfaltata che sorpassa un piccolo impluvio. Subito dopo la si abbandona per girare a sinistra lungo una carrareccia che sale in diagonale. Si incontra poi una sterrata più larga, che si rimonta in salita verso sinistra nel bosco. Riattraversato l’impluvio, con un tornante si raggiungono le case della borgata Bavi (1028 m). Si costeggiano le case verso destra, quindi si entra nel nucleo e si gira ancora a destra, giungendo ad un bivio presso una fontana. Si imbocca a sinistra una bella mulattiera lastricata che sale con alcune piccole svolte, passando poco sotto ad un pilone sacro. Presso una curva più marcata verso destra, una breve deviazione a sinistra conduce al pianoro erboso sulla sommità delle Rocche Balcatte (1089 m).
Il pianoro erboso, nei cui pressi si trova un ripetitore, precipita con vertiginose pareti strapiombanti sul fondo della Val Tànaro, circa 300 metri più in basso. Si tratta di un bel balcone panoramico sulla valle tra Ormea e Ponte Nava e sulle vette che la circondano. In senso orario si vedono: il Pizzo d’Ormea, l’Antoroto, il Monte della Guardia, la Rocca Ferraira (con dietro la dorsale del Monte Mònega), la Rocca Pennina e il Monte Cimone, dietro al quale spunta la piramide del Monte Bertrand.
Si ritorna indietro fino alla borgata Licatti; qui, presso la fontana-lavatoio, si imbocca un sentiero che scende in breve ad un ponte sul Rio di Prale (indicazioni per il percorso di canyoning lungo l’Orrido di Prale). Si varca il rio e si risale in breve sul dosso dove sorge la Cappelletta di Prale (940 m circa).
La cappelletta sorge poco sotto alla cima di un poggio che offre una bella vista sulla zona dell’orrido. Sul poggio si trova un’area picnic con tavoli e panche.
Si continua su asfalto in direzione sud-ovest per ancora 200 metri, fino a trovare sulla destra l’imbocco dell’ampia mulattiera con segnavia A48. Con qualche svolta si scende ad una sella prativa con crocevia. Qui si prosegue dritti, poi si rientra nel bosco e si riprende a scendere verso sinistra lungo la mulattiera. Si effettuano alcuni lunghi tornanti, lasciando a destra una diramazione per una palestra di roccia, quindi si sbuca nuovamente sulla strada asfaltata per Cantarana. Scendendo su asfalto per poche centinaia di metri si ritorna al parcheggio.
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