San Giovanni (Andora) – Passo Chiappa – Passo del Merlo – Monte Ceresa – Pizzo d’Évigno

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: 1330 m circa
Dislivello in discesa: 370 m circa
Tempo: 4.30 – 5 ore
Ultima ricognizione: Gennaio 2017

Con una ripida salita si guadagna lo spartiacque tra la valle del Torrente Merula e quella del Torrente Cervo. Si rimonta poi integralmente il contrafforte, fino all’isolata e panoramicissima vetta del Pizzo d’Évigno. È una traversata estremamente suggestiva, ma, per via della notevole lunghezza e del considerevole dislivello, è adatta solo ad escursionisti molto allenati.

Accesso

a) In treno fino alla stazione ferroviaria di Andora. A piedi ci si immette in via Merula e la si percorre dritti verso nord, passando sotto al viadotto dell’autostrada. In circa una decina di minuti si trova a sinistra la breve deviazione per la pieve di San Giovanni.
b) Usciti dal casello autostradale di Andora si trova una rotonda. Si prende la seconda uscita a destra, attraversando il Torrente Merula e immettendosi a T in via Merula. La si segue verso destra per un centinaio di metri, quindi si imbocca a sinistra la diramazione che porta alla pieve di San Giovanni (29 m).

La pieve di San Giovanni sorse nel Medioevo, in relazione ad un’antica via romana che percorreva la valle del Torrente Merula. Nonostante nel XII secolo la detta valle fosse di proprietà del monastero della Gallinara, in un documento del 1226 la pieve viene nominata come chiesa collegiata indipendente. La struttura odierna deriva da varie fasi di ampliamento e completamento della struttura originaria medievale, concluse nel XVII secolo. Accanto alla chiesa si trova l’oratorio di Santa Caterina, completato anch’esso nel XVII secolo.

Itinerario

Subito a valle della pieve si notano i segnavia (rombo rosso pieno, frecce gialle e Sentiero Liguria) che invitano a entrare nel cortile della chiesa e a visitarla. Usciti dal cortile mediante l’apertura a monte, si trova una stradina asfaltata (via Biehler) che si segue verso destra, entrando nella frazione Canossi (54 m). Quando la strada asfaltata piega a sinistra si continua dritti ancora per pochi metri su asfalto, poi lungo una mulattiera che costeggia le ultime case ed entra nella boscaglia. Si risale direttamente il pendio, passando accanto ai resti di un capanno in lamiera e attraversando una strada sterrata. Più in alto il sentiero, che a tratti conserva ancora l’antico lastricato, effettua alcune svolte nel bosco misto cosparso di grossi massi, quindi piega a destra. Si giunge quindi al Passo Chiappa (382 m), dove si incontra la mulattiera di crinale che sale da Cervo.

Piccola insellatura sullo spartiacque tra i torrenti Merula e Cervo, il Passo Chiappa è un importante crocevia di mulattiere: vi convergono ben due vie che salgono da Andora, una che sale da Cervo e una che proviene da Chiappa.

Da qui alla vetta del Pizzo d’Évigno si seguono il segnavia “quadrato rosso pieno” e la striscia giallo-rossa del Sentiero Balcone. Trascurando la strada sterrata che attraversa il valico, si piega a destra lungo il sentiero di crinale, che sale dolcemente tra erba, rocce e radi alberi. Superato un tratto di contrafforte dove si notano i resti di trincee della Seconda Guerra Mondiale, la salita conduce alla poco pronunciata cima del Monte Chiappa (541 m). Poco più avanti si incontra il tracciato di un metanodotto, e lo si rimonta, tenendosi sull’ampio crinale ondulato, coperto da arbusti e qualche albero. Sorpassata una selletta dove passa un elettrodotto, si scavalcano alcune gobbe poco pronunciate, quindi si giunge alla sella dove si trovano i ruderi dell’oratorio di San Sebastiano (524 m).

Qui si incontrano i sentieri che salgono da Conna e dalla frazione Tovo di Villa Faraldi.

Una salita più pronunciata porta a scavalcare un dosso, oltre il quale si supera anche l’allungata cima del Monte Bandia (565 m) e il successivo tratto di crinale pianeggiante. Più in alto si incontra un altro sentiero proveniente da Villa Faraldi, quindi si sorpassa un’altra gobba e si sale più decisamente alla cima del Poggio Alto (691 m). Il sentiero segnalato porta quindi in discesa alla depressione successiva, poi riprende a salire lungo il crinale, qui relativamente più esile. In breve si va a scavalcare la sommità arbustiva del Pizzo Aguzzo (757 m), da cui si discende brevemente con alcuni tratti per facili roccette. Da qui il panorama si apre sul Monte Galero e sulla catena del Pizzo d’Ormea e del Mongioie.
Aggirata una gobba sul lato destro, la successiva ripida salita porta alla vetta del Pizzo Penna (747 m), costituita da un curioso lastrone roccioso inclinato. Si scende ripidamente, quindi si taglia in piano, costeggiando alla base una lunga placconata rocciosa inclinata. Quando questa si estingue il sentiero si riporta in cresta e scavalca la panoramica cima del Monte Mezzogiorno (767 m). Si supera l’ennesima gobba e si giunge al Passo del Merlo (716 m).

Valico di poca importanza, che mette in comunicazione il paese di Deglio con le numerose borgate di Stellanello, sparse nell’alta Val Merula. Da qui, sulla destra, si diparte un sentierino che permette di aggirare la cima del Monte Ceresa, giungendo direttamente al valico della Colla.

Si attacca l’ampio contrafforte sovrastante per vaghe tracce di sentiero, che risalgono ripidamente passando accanto ad un grande pannello ripetitore. Nel successivo tratto più abbattuto il sentiero si fa più evidente, e poi si inerpica tra erba e rocce fino all’esile vetta del Monte Ceresa (911 m; 3.45 – 4.15 ore da Andora).

Il contrafforte occidentale della montagna porta in lieve pendenza ad uno spallone allungato, prativo sul lato a mare, ricoperto di pini sul versante nord. Si scende poi ripidamente fino all’ampio valico detto la Colla (793 m), che separa il Monte Ceresa dal Pizzo d’Évigno.

Da sinistra giungono sentieri provenienti da Diano San Pietro e da Diano Évigno. Sulla destra invece si diparte un buon sentiero che aggira a settentrione il Pizzo d’Évigno, ricollegandosi poi alla strada sterrata che sale al Passo di San Giacomo.

Si sale dolcemente per ampi prati senza percorso obbligato, lungo il contrafforte che man mano si fa più ripido e più definito. Con panorami sempre più vasti, si va infine a raggiungere la piccola cima del Pizzo d’Évigno (988 m), sormontata da una gigantesca croce.

Vista di Andora dai pressi del Passo Chiappa
Vista di Andora dai pressi del Passo Chiappa (6 gennaio 2017)
I ruderi di San Sebastiano
I ruderi di San Sebastiano (6 gennaio 2017)
Voltandosi verso il Monte Mezzogiorno
Voltandosi verso il Monte Mezzogiorno (6 gennaio 2017)
Il Pizzo d'Evigno visto dal Monte Ceresa; sullo sfondo a destra si riconosce il Monte Frontè
Il Pizzo d’Evigno visto dal Monte Ceresa; sullo sfondo a destra si riconosce il Monte Frontè (6 gennaio 2017)
Panorama dal Pizzo d'Evigno con il Monte Ceresa e il mare
Panorama dal Pizzo d’Evigno con il Monte Ceresa e il mare (6 gennaio 2017)

Torna a: Nodo del Monte Saccarello