Andora – Castello – Colla Micheri – Capo Mele – San Damiano – Andora
Caratteristiche
Difficoltà: T
Dislivello in salita: 340 m circa (180 m circa senza la deviazione a Capo Mele)
Tempo: 2.30 – 3.15 ore (intero anello)
Ultima ricognizione: Marzo 2018
Classico giro ad anello sulle alture di Capo Mele, che separano la piana di Andora dalla baia di Laigueglia. Il percorso si svolge lungo facili mulattiere e stradine accessibili a tutti, ed è di grandissimo interesse storico: si percorrono tratti dell’antica via Iulia Augusta, si visitano i borghi medievali del Castello di Andora e di Colla Micheri, si passa da alcune belle chiese e dal rudere di un mulino a vento… A questo si aggiunge il vastissimo panorama sul mare e sulla riviera che si può osservare dalla dorsale di Capo Mele nelle giornate limpide.
Accesso
a) In treno fino alla stazione ferroviaria di Andora. Si esce sul lato meridionale (direzione mare) e si confluisce in via Carminati. La si segue per poche decine di metri, quindi si prende a sinistra via Risorgimento, trovando poco dopo l’imbocco di via Europa Unita, sempre a sinistra.
b) In automobile si esce al casello autostradale di Andora; alla rotonda si va dritti, attraversando il Torrente Mèrula, quindi si gira a sinistra passando sotto al viadotto dell’autostrada e alla stazione ferroviaria. Subito dopo si gira a sinistra (via Risorgimento) e poi a destra (via Cavour), trovando in breve un parcheggio (quota 7).
Itinerario
Dal parcheggio si ritorna indietro in via Cavour e si continua verso nord. Attraversata via Risorgimento, si imbocca via Europa Unita; questa gira a destra e supera il Torrente Mèrula su un ponte. Si continua in via Europa Unita fino al congiungimento con via San Lazzaro, che si rimonta verso sinistra per una cinquantina di metri. Si attraversa e si imbocca sulla destra via Castello, che taglia in piano tra case isolate, passando sotto alla ferrovia e congiungendosi ad una strada più grande. La si segue verso destra fino ad un bivio alla base della piccola collina del Paraxo, dove si incontrano i segnavia del Sentiero Liguria. Si va brevemente a destra su asfalto, quindi si prende a sinistra una mulattiera che sale dritta; ci si congiunge ad una stradina asfaltata che si segue in salita effettuando un tornante. Al tornante successivo si imbocca a sinistra una mulattiera che passa sotto ad un archivolto. Si ritorna su asfalto presso le case della frazione Castello (75 m circa), dove si trova un bivio.
La mulattiera scalinata a destra (segnavia: SL e pallino rosso) sale tra casette e muretti a secco fino alla sommità della collina (95 m). Sul culmine si trovano i ruderi del castello dei Clavesana, localmente detto Paraxo. Il castello risale probabilmente all’Alto Medioevo, edificato su precedenti strutture romane legate alla vicina via Iulia Augusta. «Il complesso fu realizzato in epoca medievale per iniziativa dei marchesi di Clavesana, a ulteriore testimonianza della loro volontà di espansione dal Piemonte al mare. Il castello divenne ben presto oggetto di contesa politica e bellica, in quanto inserito in un territorio di grande influenza genovese. Con alterne vicende tornò ai Clavesana per divenire poi, in via definitiva, sede del potere di Genova. Il consolidamento di tale possesso non impedì tuttavia ulteriori vicissitudini, soprattutto nel corso del XIV secolo, per i conflitti che videro protagonisti guelfi e ghibellini. La decadenza del castello e del borgo iniziò con le grandi ondate delle pestilenze dei secoli XIV-XVI, per proseguire poi sino a tempi più recenti» (F. Fantini, G. C. Ascoli, Passeggiate a Ponente, pag. 127). Accanto si trova la chiesetta di San Nicolao, la cui costruzione viene fatta risalire al secolo XI, ed è probabilmente anteriore allo stesso castello.
Dal castello il sentiero segnalato scende direttamente verso nord fino alla chiesa dei SS. Giacomo e Filippo. Nel marzo 2018 questo breve tratto era chiuso per lavori di restauro.
Si va a sinistra, costeggiando la collina tondeggiante del Paraxo e giungendo in breve alla bellissima Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo (78 m).
La chiesa conta di un edificio principale e di una grande torre separata a pianta quadrata. Risale al XIII secolo, ed è un tipico esempio di architettura tardo-romanica, con aggiunte e ampliamenti in stile gotico effettuati nel secolo XIV. Nel periodo estivo la chiesa è luogo della prestigiosa rassegna “Estate Musicale Andorese”.
Passati nell’archivolto alla base della torre, si scende per un bel viale acciottolato fino ad un crocevia, dove si incontra la via Iulia Augusta.
Seguendo l’antica via in discesa verso sinistra si giunge in breve ad un’antica fontana medievale. È costituita da una vasca di raccolta rettangolare profonda più di 3 metri sormontata da un tetto arcuato.
Si gira a destra lungo l’antica via romana (segnavia: rombo rosso pieno), che confluisce subito in una stradina asfaltata. La si segue per poche decine di metri, quindi si imbocca a sinistra una carrareccia che taglia in piano e va ad attraversare il piccolo Rio Castello. Si costeggia una stradina, poi la si attraversa e si sale fino ad incontrare una rotabile più importante. La si rimonta verso sinistra, poi si riprende a destra l’antica mulattiera, che qui conserva il fondo acciottolato. Si attraversa un bel bosco di pini, poi si passa tra radi ulivi e fasce terrazzate fino ad entrare nel bellissimo borgo di Colla Micheri (163 m).
Si tratta di un vero gioiello, posto su una selletta della dorsale di Capo Mele, edificato lungo il tracciato della via Iulia Augusta. Nella chiesetta di San Sebastiano è presente una lapide che attesta il passaggio, nel 1814, di papa Pio VII, di ritorno dall’esilio in Francia. A Colla Micheri visse i suoi ultimi anni il noto etnologo ed esploratore norvegese Thor Heyerdahl.
Ricevuta da destra una mulattiera segnalata con un rombo giallo pieno (la si seguirà al ritorno) e si passa sotto l’archivolto che conduce alla piazzola davanti alla chiesetta di San Sebastiano. Da qui, seguendo le indicazioni per Capo Mele, si imbocca a destra un ampio sentiero segnalato con punto e linea rossi. Giunti ad un bivio si va a sinistra, mantenendosi sul costone boscoso. Superato un serbatoio in cemento, si passa accanto al recinto dove si trova la tomba di Thor Heyerdahl e si giunge al rudere di un mulino a vento, posto in vetta ad un poggio (231 m). Si continua lungo la displuviale con brevi saliscendi, costeggiando poi alcune villette ed andando a confluire in una strada asfaltata. La stradina scende ripidamente, poi si congiunge ad una strada più ampia che, seguita verso sinistra in lieve salita, porta in breve al Semaforo di Capo Mele (209 m).
Il semaforo, gestito dall’aeronautica militare, è ovviamente inaccessibile. Tuttavia, poco prima del cancello si trova a sinistra un sentierino che porta ad uno spettacolare punto panoramico sul mare e su tutta la Riviera Ligure, fino alle lontanissime Apuane.
Si ritorna a Colla Micheri, si passa sotto all’archivolto e si imbocca a sinistra la diramazione segnalata con le targhette SL e il rombo giallo pieno, che scende tra le case verso sud-ovest. Seguendo un’ampia mulattiera lastricata tra fasce terrazzate con ulivi, si lascia a sinistra una diramazione asfaltata, poi si attraversa una sella pianeggiante. Si continua su un comodo sentiero in piano nella pineta e, trascurato un sentiero che scende a sinistra, si giunge alla chiesetta di San Damiano (113 m).
La chiesetta è ormai in rovina, ma l’epigrafe originale ne attesta con chiarezza la data di costruzione (giugno 1460) e il committente (Giovanni Achino).
Si prosegue a sinistra lungo la traccia principale, che si trasforma in stradetta sterrata (percorso di Mezzacqua) e scende con due tornanti, poi taglia in piano tra i pini. Giunti ad un crocevia con cartelli in legno si continua dritti lungo la sterrata che confluisce in una strada asfaltata. Si segue l’asfalto, poi lo si lascia per una mulattiera scalinata che scende dritta tra le case tagliando i vari tornanti. Alla fine della discesa si segue l’ultimo tratto di via San Damiano, che conduce ad una complessa rotonda: la si attraversa dritti verso ovest abbandonando i segnavia, e si continua in via Rattalino, che guida in breve al Torrente Mèrula. Lo si costeggia verso destra fino a ritrovare il ponte di via Europa Unita, che si aveva attraversato all’andata. Da qui si ritorna in breve al punto di partenza (il parcheggio o la stazione ferroviaria).
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