CORNA DI CAPRA – 3136 m
Settore: Alpi Retiche
Gruppo: Alpi di Livigno
Descrizione
La Corna di Capra (3136 m) è la cima più alta del crinale che separa la Valle delle Mine dalla Val Nera. Ben visibile dalla parte superiore dell’abitato di Livigno (tra San Rocco e Ponte Lungo), assume un’elegante forma piramidale. Dagli altri versanti invece presenta un profilo trapezoidale.
Il versante ovest della montagna, da cui sale la via normale, è ripido e detritico; gli altri versanti sono piuttosto dirupati, anche se la scarsa qualità della roccia fa sì che non abbiano interesse alpinistico. Fino a qualche decennio fa, alla base delle pareti della Corna di Capra si annidavano diversi ghiacciai, oggi ormai scomparsi o ridotti ai minimi termini. Sopravvive solo il Ghiacciaio di Monte Pavallo, annidato in una selvaggia conca del versante nord; tutti gli altri sono ormai ridotti a modesti nevai.
La montagna culmina con una cresta detritica quasi perfettamente orizzontale, lunga circa 200 metri; il punto più alto si trova sull’estremità settentrionale. Sul culmine si trovano un pilone di sassi e una caratteristica palina metallica posta dal CAI di Livigno. Il panorama è molto vasto; bello soprattutto il colpo d’occhio sulle vette circostanti, dal Piz Paradisin alle Cime di Lago Spalmo e alla Cima Piazzi; suggestiva la vista aerea sul sottostante Lago delle Mine e sugli altri laghetti che occhieggiano nella valle omonima. Più distanti, si scorgono tutti i monti che circondano la valle di Livigno, il gruppo del Bernina, il Piz Julier e il Massiccio dello Stelvio.
Riguardo il toponimo, c’è sempre stata un po’ di confusione. Il nome dialettale sarebbe Corn da li Cabra, cioè letteralmente “corno delle capre”; l’italianizzazione “Corna di Capra” è però ormai diffusa e utilizzata dalla maggior parte delle persone. Sulle vecchie carte IGM viene denominato “Monte Pavallo”, toponimo ormai in disuso, rimasto però al sottostante ghiacciaio. Nel volumetto Alpi Retiche della “Guida dei Monti d’Italia” si legge però che Pavallo sarebbe una trascrizione storpiata di un più antico “Rivallo”, a sua volta italianizzazione errata di “rin alt”, uno dei ruscelletti che ne solcano il versante occidentale (vedi R. Armelloni, op. cit., pag. 213).
La prima ascensione documentata è quella di Democrito Prina e Giuseppe Krapacher; i due salirono alla vetta il 26 luglio 1895, trovandovi però un ometto. Vista la relativa facilità d’accesso, la Corna di Capra doveva già essere stata salita da valligiani e topografi.
Vie d’accesso

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