PIZ OT – 3247 m
Settore: Alpi Retiche
Gruppo: Alpi dell’Albula
Descrizione
Il Piz Ot (3247 m) è una delle montagne più caratteristiche e notevoli delle Alpi dell’Albula e dell’Alta Engadina. Si eleva a guisa di aguzza piramide, dominando l’area montuosa a nord di St. Moritz e Samedan. Il toponimo significa letteralmente “pizzo alto”.
Formato da solida granodiorite, il Piz Ot sorge in una zona dall’orografia piuttosto complicata. Si trova nei pressi dello spartiacque tra l’Alta Engadina e la Val Bever, sua tributaria. Tuttavia, non sorge proprio sullo spartiacque, ma su un possente contrafforte che si origina dal nodo del Piz da la Funtauna (3092 m) e si spinge verso nord, interamente nel bacino della Val Bever. Il contrafforte del Piz Ot separa il vallone del Lej Verd (a ovest) dalla Valletta da Bever (a est). Un terzo vallone, chiamato Valletta da Muottas, si abbassa verso nord.
La montagna è costituita da tre creste che separano tre versanti. Il versante sud-est è il più accessibile – roccioso fino a 3100 metri di quota, poi in gran parte detritico. Verso ovest il Piz Ot mostra la sua parete più imponente, alta quasi 500 metri. Infine, a nord-est rivolge un’altra severa parete rocciosa, interrotta da alcune evidenti rampe detritiche separate da gradoni verticali.
La vetta del Piz Ot è lunga e stretta, con ghiaie e rocce rotte, relativamente spaziosa nonostante l’aspetto aguzzo della montagna. Sul punto più alto si trova una piccola croce in legno, recante il contenitore per il libretto delle firme, e una targhetta segnavia. Dalla vetta il panorama è vastissimo; anche se non si vede il fondovalle dell’Engadina (eccetto un pezzetto del Lago di Silvaplana), si ha un’ottima vista circolare sui maggiori gruppi montuosi delle Alpi Retiche – Bernina, Adamello, Ortles, Piz Linard, Piz Kesch, Piz Calderas, Piz Platta, Piz Ela – e oltre fino al Rheinwaldhorn, al Todi e alle Alpi Venoste.
La via normale al Piz Ot sale dal versante sud-est. La parete terminale viene affrontata salendo a zigzag tra cengette, in alcuni casi allargate artificialmente, con l’aiuto di gradini in pietra, ringhiere e catene. La “costruzione” della parte finale della via normale avvenne nella seconda metà dell’Ottocento, e a quel tempo il Piz Ot era già ben noto e frequentato. In una guida del 1877 si legge: «Si può salire a cavallo fino alla Fontana Fraida, a due terzi del percorso. Un sentiero è stato realizzato, con considerabile spesa, fino alla cima, e questo bellissimo punto panoramico è quindi stato reso accessibile a tutti i camminatori» (M. Caviezel, Tourist’s Guide to the Upper Engadine, pag. 115; tradotto liberamente dall’inglese). La prima salita non è nota, ma è sicuramente antecedente alla metà dell’Ottocento.
Vie d’accesso
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