CIMA DI NASTA – 3105 m
Settore: Alpi Marittime
Gruppo: Massiccio dell’Argentera
Descrizione
La Cima di Nasta (3105 m) è una delle vette più elevate delle Alpi Marittime, oltre che una delle più belle e imponenti. Sorge sul contrafforte che si origina dallo spartiacque principale alpino presso la Cima Ghiliè, e poi corre verso nord a separare il Vallone della Rovina dal Vallone della Casa, entrambi tributari della Valle Gesso; lo stesso contrafforte, poco più a nord, si eleva a formare il gigantesco castello dell’Argentera.
Vista dal Vallone della Casa, e specialmente dal sentiero che sale al Rifugio Remondino, la Cima di Nasta appare parecchio imponente e ardita, costituita da vari slanciati torrioni; è questo il lato più elegante e spettacolare della montagna, che si fa notare anche al cospetto dell’enorme bastionata dell’Argentera. Vista dal Vallone della Rovina, invece, la Nasta rimane un po’ nascosta e defilata, poco appariscente accanto alla piramide del Baus.
La zona sommitale della montagna è particolarmente complessa. Lungo la cresta principale si trovano la Cima Centrale e la Cima Est, due vette gemelle, alte più o meno uguali (3105 m) e separate da uno stretto intaglio. Entrambe le due cime sono sormontate da croci metalliche, ma solo la Centrale (considerata il vero punto culminante della montagna) reca il libro di vetta. Dal punto nodale formato da queste due vette si diramano due contrafforti, che sporgono sul lato del Rifugio Remondino: su quello settentrionale sorge la Cima Nord (3098 m), mentre su quello più meridionale sorge la Cima Sud o Spalla (3069 m). Queste due cime, in genere trascurate da escursionisti e alpinisti, sono gli spettacolari torrioni che, dal Rifugio Remondino, sembrano costituire la vera e propria sommità della montagna.
La prima ascensione fu effettuata nel 1878 dal britannico William Freshfield, accompagnato dalla guida F. Devouassoud; essi salirono per il versante nord, attaccando dal Colle di Nasta. Si trattò tuttavia di un’ascensione per errore, in quanto Freshfield voleva salire sulla Cima Sud dell’Argentera, e troppo tardi si accorse di avere sbagliato montagna. Un errore del genere non deve stupire: all’epoca la conoscenza geografica di queste zone più appartate della catena alpina era assai scarsa, e capitava spesso che la stessa montagna fosse chiamata in modi diversi da abitanti di valloni diversi. Oggi la Cima di Nasta è abbastanza frequentata, poichè la via normale non è particolarmente difficile, ed è accessibile anche ad escursionisti con un minimo di dimestichezza nell’arrampicata. Essa prende origine dal Lago di Nasta, risale il ripido canalone detritico della Forchetta e poi risale per un cengione diagonale all’intaglio tra le cime Centrale ed Est; c’è un solo passaggio ostico (per me) di II grado, per il resto si cammina mettendo un po’ le mani per terra.
Il panorama dalla vetta è stupendo. Subito a nord, vicinissima, si eleva imponente l’Argentera, che presenta il suo profilo più esile e spettacolare; poco a destra si osserva una buona parte di Pianura Padana, chiusa a nord dall’arco alpino. Il Monte Rosa spunta appena dai fianchi dell’Argentera, mentre più lontano si riconosce il Bernina. Si seguono poi i crinali delle Alpi Marittime, delle Alpi Liguri e anche dell’Appennino Ligure, che circonda il Golfo di Genova. Nelle giornate limpide si riconoscono benissimo il Béigua, il Maggiorasca, l’Aiona e, più lontano, i monti Orsaro e Marmagna. A sud i crinali delle Alpi francesi intorno alla valle del Var si perdono fino al mare, oltre il quale svettano le montagne della Corsica. A ovest invece si seguono ancora le Alpi Marittime e Cozie fino al Monviso.
Il toponimo “nasta”, probabilmente analogo ad “asta” (come nelle vicine montagne dell’Asta Soprana e dell’Asta Sottana) dovrebbe derivare da una radice con il significato di “montagna”.
Vie d’accesso
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