PIZZO D’ÉVIGNO – 988 m
MONTE CERESA – 911 m
Settore: Alpi Liguri
Gruppo: Nodo del Monte Saccarello
Descrizione
Il Pizzo d’Évigno (988 m), detto anche Monte Torre o Torre d’Évigno, è un’elegante montagna erbosa a forma di regolare piramide, che sorge alle spalle di Imperia. È la vetta più elevata di un sottogruppo montuoso abbastanza vasto, che si estende tra la Valle Impero, la Valle Arroscia e la costa ligure tra Imperia e Albenga. Costituisce un importante punto nodale: verso sud dirama il contrafforte che separa la Valle Impero dalla valletta di Diano, mentre verso est dirama il costolone che delimita sul lato destro idrografico la valle del Torrente Merula, e che forma l’adiacente Monte Ceresa.
Grazie alla sua sagoma molto regolare, uguale da ogni versante, il Pizzo d’Évigno è riconoscibile anche da molto lontano. Sull’esile vetta si trovano una gigantesca croce metallica fatta a traliccio, una croce metallica più piccola, un cippo degli alpini ed una statua della Madonna, rivolta verso le varie frazioni di Diano. La cima, sicuramente uno dei punti panoramici più belli di tutto l’imperiese, offre una vista vastissima, su tutte le Alpi Liguri, sul mare (con la Corsica), sull’Appennino Ligure, sull’Appennino Tosco-Emiliano e sulle Alpi Apuane. Il pizzo prende il nome dalla frazione di Diano Evigno, che si trova sul suo versante sud-orientale.
Poco ad oriente rispetto al Pizzo d’Évigno, separato da esso dal profondo valico della Colla, si eleva il Monte Ceresa (911 m), un’altra bella piramide erbosa, che in qualche modo replica in piccolo la sagoma del suo più imponente vicino. Sulla panoramicissima cima di questa montagna si trova un cippo in pietra.
I versanti di queste due montagne sono costituiti in gran parte da pascoli, in cui affiorano frequentemente rocce calcareo-marnose. Essi sono letteralmente cosparsi di caselle, caratteristiche costruzioni in pietra a secco tipiche del ponente ligure, che ricordano da vicino i nuraghe sardi. Tuttavia, non si tratta di tracce di una civiltà remota, bensì di antichi ripari stagionali per i pastori, che durante la bella stagione portavano il bestiame a pascolare sui crinali di questi monti. Ancora oggi l’attività pastorizia è fiorente: percorrendo i sentieri di queste montagne non è raro imbattersi in mucche, cavalli e pecore.
Vie d’accesso
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