MONTE FAUDO – 1151 m
Settore: Alpi Liguri
Gruppo: Nodo del Monte Saccarello
Descrizione
Il Monte Faudo (1151 m) è una bella montagna a forma di cupola che si innalza a breve distanza dal mare, sovrastando la riviera ligure tra Arma di Taggia e la frazione Porto Maurizio di Imperia. È l’ultima vetta di una certa importanza posta lungo la costiera che delimita sul lato sinistro idrografico la Valle Argentina; essa poi forma ancora il cono aguzzo del Monte Follia (1031 m), che è in realtà l’anticima sud del Monte Faudo stesso, quindi si abbassa velocemente verso la costa.
La tondeggiante cima della montagna emerge dalla macchia e dai boschi misti con bei pascoli punteggiati da bianchissime rocce calcareo-marnose (flysch di San Remo); culmina con un’ampia spianata, in parte occupata da ripetitori. Il vero e proprio culmine della montagna è per questo recintato e non accessibile; la meta delle escursioni si trova invece sull’estremità meridionale della spianata sommitale, a quota 1149, dove si trovano il cippo di vetta e una cappelletta. La cima è raggiunta da una stradina di servizio ai ripetitori, in parte sterrata, in parte asfaltata, ma comunque non percorribile da automezzi privati.
Dalla cima del Monte Faudo si osserva un panorama straordinario, soprattutto sul mare e sulla costa, dalla vicina Francia alla Toscana. All’orizzonte, nelle giornate limpide, non è raro scorgere la Corsica. Sul lato opposto invece, si innalzano le montagne più alte delle Alpi Liguri: si riesce a seguire tutto il crinale che, dal vicino Monte Moro, passa attraverso il Monte Grande, il Carmo di Brocchi e il Monte Mònega, per portare all’imponente crinale del Frontè e del Saccarello. Oltre di essi, si innalza la possente catena del Mongioie e del Pizzo d’Ormea. A sinistra del Saccarello si vede l’ampia cupola della Cima di Marta, ma poi il panorama viene coperto dalla massiccia mole del Monte Ceppo. Il Monte Bignone, che sovrasta la città di Sanremo, non riesce invece a nascondere la svelta sagoma del Monte Grammondo, che si innalza all’orizzonte.
Un’ultima nota riguarda il già citato Monte Follia. Lungo il curioso pianerottolo che circonda la piccola sommità furono condotti scavi a partire dagli anni ’80 e per gran parte degli anni ’90. Questi scavi evidenziarono che il sito fu frequentato in due fasi distinte, una preromana (riferita all’Età del Bronzo) e una romana, in settori diversi ma adiacenti. Furono portati alla luce i resti di una doppia cinta muraria, presso la quale si ritrovarono frammenti in ceramica ed una fibula in bronzo. Poco lontano si trova una struttura circolare, probabilmente un’antica fornace, ancora circondata da frammenti carboniosi e scorie metalliche. Gli archeologi ritrovarono anche utensili in ferro, legati all’attività pastorale. Tuttavia, il sito non è stato particolarmente valorizzato (onestamente sarebbe stato molto difficile): passando oggi sul Monte Follia non si nota un gran che.
Vie d’accesso
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