ALTOPIANI DEL FINALESE
Settore: Alpi Liguri
Gruppo: Gruppo del Finalese e del Monte Carmo
Descrizione
Il territorio del Finalese è uno dei luoghi più belli e caratteristici del ponente ligure. Tra i centri costieri di Finale Ligure, Finalpia e Noli, e i paesi campagnoli di Orco e Feglino, si elevano una serie di altipiani calcarei, sorretti da enormi pareti verticali bianchissime e separati tra di loro da valli profonde e strette. Le quote sono modeste (le sommità degli altopiani non superano quasi mai i 400 metri), ma l’ambiente è selvaggio e spettacolare.
Le caratteristiche peculiari del territorio di Finale Ligure dipendono, come spesso accade, dalle caratteristiche litologiche della zona, in cui affiora abbondantemente la cosiddetta “Pietra di Finale”. La storia di questa formazione rocciosa inizia tra i 25 e i 16 milioni di anni fa, quando, in un mare poco profondo, si accumulano notevoli spessori di sedimenti e gusci calcarei; con il passare del tempo il tutto si cementa diventando roccia, che poi viene sollevata dai movimenti tettonici a formare un unico altopiano. L’erosione da parte dei corsi d’acqua ha poi diviso l’altopiano originario in vari pianori più piccoli, mettendo a nudo le grandi pareti di roccia calcarea che oggi sono frequentate da appassionati di tutto il mondo.
Oggi si riconoscono quattro altopiani principali. Il più orientale di essi è il vasto Altopiano delle Mánie, diviso tra i territori comunali di Finale Ligure e Noli. L’altopiano è caratterizzato da un alternanzi di tipiche colline a forma di cupola e piccole valli secche, ricoperte da intricate boscaglie.
Nelle pareti di calcare che affiorano improvvisamente dai boschi si aprono alcune delle grotte più importanti del settore, come il gigantesco antro dell’Arma delle Mánie, o la meno appariscente e nascosta Arma delle Fate. Procedendo verso est i calcari di Finale lasciano spazio alle dolomie e alle quarziti, che determinano una piccola cresta montuosa al ciglio orientale dell’altopiano: essa culmina con il rilievo di Prà Antonio (441 m) e del Bric dei Monti (410 m), poi prosegue con l’allungato Bric dei Corvi (384 m), per poi terminare con il Monte Capo Noli (269 m), le cui bianchissime falesie dolomitiche precipitano direttamente sul mare.
La valle fossile del Rio Ponci, caratteristica valletta sospesa percorsa da un’antica via romana (di cui rimangono ancora i ponti), divide l’Altopiano delle Mánie da un piccolo pianoro secondario, che sul lato opposto si affaccia sulla profonda incisione del Torrente Sciusa. Elevazione principale di questa costiera è la Rocca degli Uccelli (371 m), dolce e boscosa sul versante sud-orientale, “tagliata” da una spaventosa parete verticale sul lato opposto, che sovrasta la borgata Rocca di Vezzi-Portio. Il contrafforte si spinge verso sud e termina con la spettacolare Rocca di Corno (306 m), la montagna in miniatura più bella del Finalese; questo imponente e massiccio torrione di roccia è oltretutto uno spettacolare punto panoramico sulla valle di Finalpia e sul mare.
Tra la Valle Sciusa e la Valle dell’Aquila si estende l’Altopiano delle Conche (o di San Bernardino), forse il più bello e articolato dei tre. La parte settentrionale, adiacente alle graziose frazioni di Orco, è divisa in due dall’incisione del Rio Cornei; a est si innalza il massiccio edificio della Rocca Nava (409 m), trapassato da parte a parte dalla curiosa grotta dell’Arma Strapatente; a ovest invece il Bric Cucco (401 m) domina il paesaggio, con le sue imponenti falesie, tra le più frequentate del Finalese.
Il resto dell’altopiano è costituito da piccole vette che celano qua e là imponenti falesie – tra le più importanti ci sono la Rocca Cornei (366 m), il Bric Spaventaggi (370 m), il Bric Pianarella (364 m), il Bric Ercea (313 m), il Bric Reseghe (313 m) e il Monte Tolla (292 m). Le solitarie vallette dell’altopiano, coperte da impenetrabili boschi a prevalenza di leccio e sovrastate dalle bianche pareti calcaree, creano una suggestione da giungla tropicale; sembra a tratti di essere stati catapultati in qualche angolo dell’Asia sud-orientale.
Nascoste tra questi monticelli si trovano tracce umane risalenti alla preistoria: le curiose incisioni rupestri del Ciappo delle Conche e del Ciappo dei Ceci, i numerosissimi “ripari sotto roccia” (alcuni dei quali trasformati più recentemente in vere e proprie case, come ad esempio la Casa del Vacchè) e il misterioso recinto megalitico di Camporotondo, sulla cui funzione e datazione non si sa ancora quasi niente.
A ovest della Valle dell’Aquila si trova l’Altopiano di Montesordo, il più piccolo dei tre principali. Il Bric del Frate (390 m) domina la parte settentrionale di questo altopiano, sovrastando l’ameno pianoro carsico di Pian Marino. Più a meridione, la bellissima valletta sospesa di Montesordo divide la lunga bastionata della Rocca Carpanea (365 m) e del Bric Scimarco (336 m) dall’imponente castello isolato della Rocca di Perti (399 m), il monte più noto del Finalese.
Il piccolo altopiano di Montesordo si caratterizza per una presenza di grotte ancora più massiccia che negli altopiani adiacenti: la spettacolare Grotta dell’Edera, la Grotta della Pollera, la Grotta della Pozzanghera, la Grotta del Morto, l’Arma del Sanguineto, pur non essendo attrezzate turisticamente, sono tutte raggiungibili e visitabili dagli escursionisti. Tra spettacolari formazioni naturali, come gli arditi pinnacoli dei Tre Frati, si nascondono anche qui tracce del passato, remoto e non. Si sta parlando in particolare la bellissima chiesetta di Sant’Antonino, i ruderi del Castrum Perticae (di epoca romana) e le due imponenti fortificazioni di Castel Gavone e Castel San Giovanni che sovrastano il centro storico di Finalborgo.
L’altopiano finalese più occidentale si eleva tra Finale Ligure e Borgio Verezzi; è nettamente separato dagli altopiani descritti in precedenza, per via della profonda valle del Torrente Porra, che sfocia a Finale. La parte affacciata sul mare dà luogo al Promontorio della Caprazoppa, purtroppo sfigurato da un’enorme cava di dolomia; la parte a monte è conosciuta come Altopiano dell’Orera.
Il piccolo altopiano culmina con diverse elevazioni, separate tra di loro da vallette sospese e piccole doline. Il punto più alto, quotato 330 m ma non nominato, è sormontato da ripetitori, ed è contornato dalle elevazioni secondarie della Torre di Bastia e del Castellaro (dove è sono presenti ruderi risalenti all’Età del Ferro). Spostandosi verso mare si innalzano le Rocce dell’Orera (306 m), seguite poi dal tondeggiante Monte Caprazoppa (282 m), affacciato sul mare.
Si tratta di un settore marginale, sicuramente meno frequentato dai climbers perchè le pareti rocciose sono più rare e meno elevate. Tuttavia, per gli escursionisti, i motivi d’interesse rimangono tantissimi: le tracce dell’uomo preistorico nella nota Arma delle Arene Candide, la bellezza delle antiche borgate di Verezzi, la presenza di alcune interessanti grotte, la medievale Torre di Bastia, i ruderi preistorici del Castellaro, le chiesette, le case isolate e le mulattiere immerse nella macchia mediterranea e, non ultimo, il bellissimo panorama sul tratto di costa che va da Borgio a Capo Mele, con il massiccio del Monte Carmo a fare da degno sfondo alpestre.
Escursioni nel Finalese
Altopiano delle Mánie e Capo Noli
- Sentiero del Pellegrino da Varigotti a Noli (per San Lorenzo, Torre delle Streghe, Monte Capo Noli, Grotta dei Falsari, Eremo d’Albertis)
- Da Varigotti all’Arma delle Mánie (per Pino, Bricco e Isasco)
- Anello delle Grotte del Rio dell’Arma (per Arma inferiore delle Mánie, Grotta del Prosciutto, Grotta Doppia, Grotta del Rio dell’Arma, Cave Romane, Fondega do Luxante, Grotta e Riparo di Pian del Ciliegio)
- Anello dalle Mánie al Bric dei Corvi (per Grotta dell’Andrassa e Terre Rosse)
- Anello dell’Arma delle Mánie da Verzi (per Arma delle Fate, Grotta e Riparo di Pian del Ciliegio, Fondega do Lujante, Ponti romani della Val Ponci)
- Anello da Verzi alla Colla di Magnone (per la Rocca di Corno, la Rocca degli Uccelli e la Val Ponci)
Altopiano delle Conche e Rocca Nava
- Anello dell’Arma Strapatente da Boragni (per Arma Strapatente, Grotta dei Balconi, Rocca Nava, Dolmen della Strapatente).
- Anellino del Bric Cucco e del Ciappo delle Conche da Orco
- Anello del Ciappo delle Conche e di Camporotondo da San Cipriano
- Dalla Madonna delle Grazie al Ciappo delle Conche
Altopiano di Montesordo e Rocca di Perti
- Dalla Madonna delle Grazie al Bric del Frate (per Arma dei Passi Cattivi, i Frati)
- Anello dell’Altopiano di Montesordo (per Sant’Antonino, Grotte dei Crovi, grotte dell’Acqua e del Morto, Tre Frati, Bric del Frate, Pian Marino, Arma di Sant’Eusebio, Grotta della Pozzanghera, Grotta della Pollera, Arma do Rian, Arma do Principàa, Alveare, Grotta dell’Edera)
- Da Perti alle grotte della bassa Valle Aquila (per Caverna dell’Uccelliera, Arma del Sanguineto o della Matta, Grotta a Due Piani e grotta senza nome).
- Anello della Rocca di Perti da Finalborgo
- Giro delle Grotte della Rocca di Perti (per Grotta del Mulo, Grotta della Valle, la Tartaruga, Grotta Cisque, Arma delle Anime, le Formaggette, Grottino del Bric della Croce)
Altopiano dell’Orera e Promontorio della Caprazoppa
- Anello da Verezzi alla Torre di Bastia (per Cava Vecchia, San Martino, Mulino Fenicio, Grotta della Madonnina, Dolmen di Verezzi, Castellaro, Arma di Crosa)