CIMA DELLE SALINE – 2614 m
Settore: Alpi Liguri
Gruppo: Alpi del Marguaréis
Descrizione
Terza vetta in ordine di altezza delle Alpi Liguri, la Cima delle Saline (2614 m) sorge lungo lo spartiacque tra Tànaro ed Éllero, a metà strada tra il Mongioie e la Punta Marguaréis. Insieme all’adiacente Cima Pian Ballaur, forma un enorme edificio roccioso, molto articolato, caratterizzato da enormi pareti rocciose verticali, lunari altopiani carsici, doline, inghiottitoi e praterie cosparse di stelle alpine. Il massiccio è delimitato a ovest dal Colle del Pas, a est dal Passo delle Saline, a nord dall’altopiano di Pian Marchisio (Valle Éllero) e a sud dal Vallone di Carnino (Tànaro).
A causa dell’inclinazione degli strati rocciosi calcarei che formano la montagna, la Cima delle Saline ha una forma molto asimmetrica. I versanti nord e est sono piuttosto scoscesi e dirupati: in particolare, verso nord, la montagna precipita con due impressionanti pareti verticali, dall’aspetto dolomitico; la lunga muraglia della parete nord-ovest è affacciata sulla selvaggia e appartata Conca delle Masche, mentre la più stretta parete nord-est si affaccia sulla parte alta di Pian Marchisio. Sempre verso nord, dalla vetta si dirama il tormentato contrafforte roccioso della Cima delle Masche (2394 m), che poi termina improvvisamente su Pian Marchisio con la vertiginosa bastionata della Rocca del Pis. Al contrario, il versante sud-ovest della montagna digrada con vaste praterie poco inclinate, in direzione del colletto ai piedi della Cima Pian Ballaur.
La vetta delle Saline è costituita da un lungo costone di ghiaia, roccette ed erba, allungato da sud a nord; sui piccoli dossi del crestone sorgono ben due croci metalliche e vari ometti di pietra. Il panorama è stupendo: da una parte i crinali delle Alpi Liguri digradano fino al mare, che spunta da dietro le vette del Monte Fronté e del Monte Mònega e si stende verso l’orizzonte (nelle giornate limpide la Corsica si vede benissimo); dall’altra invece sprofondano velocemente verso la Pianura Padana, che è vicinissima. Si riesce a seguire tutto l’arco alpino dal Marguaréis fino al gruppo del Bernina, passando attraverso l’Argentera, il Monviso, il Gran Paradiso e il Monte Rosa; solo verso est la vista è limitata dall’ampio edificio roccioso del Mongioie, di cui però si possono ammirare le distese di rocce modellate dal carsismo.
I grandi pianori carsici che contornano la Cima delle Saline sono dei veri e propri labirinti di dossi rocciosi, vallette, crepacci, conche chiuse e impressionanti pozzi verticali; luoghi dall’aspetto stregato, specie se avvolti dalla nebbia, tra l’altro molto frequente su queste montagne. Ciò ha favorito la nascita di numerose leggende, che riguardano la presenza di streghe e demoni: il vallone che scende verso nord tra le Saline e la Pian Ballaur si chiama Conca delle Masche (cioè streghe); ugualmente, la parete sud-est della Cima delle Saline è solcata da un ripido canalone chiamato Gola delle Masche. Le streghe e i demoni si riunivano poi per le loro danze orgiastiche sul Pian Ballaur appunto, il cui toponimo appare di origine evidente.
Il nome “saline”, che è in comune con il sottostante valico, si riferisce invece al passaggio, attraverso il valico stesso, di un’antichissima “via del sale”, forse già presente ai tempi degli antichi romani. Nella conca del Gias Gruppetti, poco a nord del valico, si trovavano infatti alcuni depositi di sale (le “saline” appunto), che poi hanno dato il nome a tutta l’area circostante.
A causa dell’inclinazione degli strati rocciosi calcarei che formano la montagna, la Cima delle Saline ha una forma molto asimmetrica. I versanti nord e est sono piuttosto scoscesi e dirupati: in particolare, verso nord, la montagna precipita con due impressionanti pareti verticali, dall’aspetto dolomitico; la lunga muraglia della parete nord-ovest è affacciata sulla selvaggia e appartata Conca delle Masche, mentre la più stretta parete nord-est si affaccia sulla parte alta di Pian Marchisio. Sempre verso nord, dalla vetta si dirama il tormentato contrafforte roccioso della Cima delle Masche (2394 m), che poi termina improvvisamente su Pian Marchisio con la vertiginosa bastionata della Rocca del Pis. Al contrario, il versante sud-ovest della montagna digrada con vaste praterie poco inclinate, in direzione del colletto ai piedi della Cima Pian Ballaur.
La vetta delle Saline è costituita da un lungo costone di ghiaia, roccette ed erba, allungato da sud a nord; sui piccoli dossi del crestone sorgono ben due croci metalliche e vari ometti di pietra. Il panorama è stupendo: da una parte i crinali delle Alpi Liguri digradano fino al mare, che spunta da dietro le vette del Monte Fronté e del Monte Mònega e si stende verso l’orizzonte (nelle giornate limpide la Corsica si vede benissimo); dall’altra invece sprofondano velocemente verso la Pianura Padana, che è vicinissima. Si riesce a seguire tutto l’arco alpino dal Marguaréis fino al gruppo del Bernina, passando attraverso l’Argentera, il Monviso, il Gran Paradiso e il Monte Rosa; solo verso est la vista è limitata dall’ampio edificio roccioso del Mongioie, di cui però si possono ammirare le distese di rocce modellate dal carsismo.
I grandi pianori carsici che contornano la Cima delle Saline sono dei veri e propri labirinti di dossi rocciosi, vallette, crepacci, conche chiuse e impressionanti pozzi verticali; luoghi dall’aspetto stregato, specie se avvolti dalla nebbia, tra l’altro molto frequente su queste montagne. Ciò ha favorito la nascita di numerose leggende, che riguardano la presenza di streghe e demoni: il vallone che scende verso nord tra le Saline e la Pian Ballaur si chiama Conca delle Masche (cioè streghe); ugualmente, la parete sud-est della Cima delle Saline è solcata da un ripido canalone chiamato Gola delle Masche. Le streghe e i demoni si riunivano poi per le loro danze orgiastiche sul Pian Ballaur appunto, il cui toponimo appare di origine evidente.
Il nome “saline”, che è in comune con il sottostante valico, si riferisce invece al passaggio, attraverso il valico stesso, di un’antichissima “via del sale”, forse già presente ai tempi degli antichi romani. Nella conca del Gias Gruppetti, poco a nord del valico, si trovavano infatti alcuni depositi di sale (le “saline” appunto), che poi hanno dato il nome a tutta l’area circostante.
Vie d’accesso
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