LA BISALTA
BRIC COSTA ROSSA – 2403 m

MONTE BESIMÁUDA – 2230 m

Settore: Alpi Liguri
Gruppo: Alpi del Marguaréis

Descrizione

La Bisalta è la montagna-simbolo di Cuneo, e una delle più note e frequentate della Provincia Granda. Sorge al termine del lungo contrafforte che si origina dalla Cima della Fascia, separando prima la Val Pesio dalla Val Vermenagna, poi la Val Pesio dalla Valle Colla. Si eleva direttamente dalla pianura, e questo la rende estremamente imponente, oltre che ben visibile da gran parte del Cuneese. Il toponimo significa chiaramente “due volte alta”; si può riferire sia al fatto che dalla pianura appare effettivamente altissima, sia al fatto che dalla costiera emergono due cime principali: il Bric Costa Rossa e il Monte Besimàuda.
Il Bric Costa Rossa (2403 m) è la cima più elevata della costiera. Si tratta di un enorme dorso di erba e rocce, che culmina con alcuni dossi. Il dosso meridionale, quotato 2331 m, è un importante punto nodale presso cui si origina verso ovest il contrafforte di Costa la Motta, spartiacque tra le valli Vermenagna e Colla. Su questo dosso secondario sorge una statua della Vergine Maria, detta “Madonna della Bisalta” o Madunina, eretta il 13 luglio 1975 a protezione di tutti gli amanti della montagna.
Sulla cima principale invece si trova un’enorme croce, posta su un altrettanto enorme piedistallo. Il piedistallo è stato posto nel lontano 1901, mentre la croce è stata eretta solamente nel 1943, e poi inaugurata nel 1945. Tra le varie lapidi poste ai suoi piedi, una ricorda un tragico avvenimento del luglio 1960. Durante una cerimonia religiosa, sulla cima si abbattè un forte temporale e un fulmine colpì la croce, dove si erano riparati tre giovani e una bambina.
Circa un chilometro più a nord, al termine della dorsale e direttamente affacciato sulla pianura, si eleva il Monte Besimáuda (2230 m). Anche se di solito con il nome “Bisalta” si indica l’intero massiccio, alcuni lo assegnano solamente al Monte Besimáuda, tanto più che i due toponimi vogliono dire esattamente la stessa cosa.
​Il Monte Besimáuda è formato a sua volta da due cime gemelle, dall’aspetto conico e dai pendii formati da gigantesche pietraie. La cima sud è la più elevata, mentre la cima nord (2187 m) è di poco più bassa. Entrambe le cime sono sormontate da croci metalliche.
Secondo una suggestiva leggenda, l’intaglio tra le due cime sarebbe opera del diavolo: «…c’era una volta un abitante della valle di San Giacomo (che da Boves sale appunto tra i castagneti della Bisalta) che se ne ritornava a casa. Era sera, una sera particolarmente buia perchè la luna era nascosta dalla grande, incombente montagna, e perchè quell’uomo era ubriaco, tanto ubriaco da non scorgere la strada. Così si mise ad imprecare: – Maledetta montagna! Darei l’anima al diavolo pur di vederti abbattuta! – E in un attimo eccolo, il diavolo, pronto ad eseguire il comando. Unica condizione, una firma sotto il contratto: l’anima in cambio della montagna abbattuta.
«Detto e fatto: schiere di diavoli cominciano subito il loro lavoro. Ma nel momento in cui i diabolici picconi hanno appena diviso in due la montagna, un’occhiata alla carta sottoscritta dal montanaro analfabeta è sufficiente a fermare lo scasso e a disperdere gli operai di Belzebù. Il motivo? Il diabolico contratto è stato firmato con una croce!» (Bernardi G. e G., Cordero M., “Metti un giorno in Bisalta” in Rivista della Montagna, dicembre 1987).
Dalle cime della Bisalta si osservano panorami straordinari: in particolare, per la sua conformazione di enorme bastione spinto in mezzo alla pianura, la Bisalta è il miglior balcone per osservare il Cuneese da vicino. Si riconoscono chiaramente Cuneo, Borgo San Dalmazzo, Boves, Peveragno e tutte le altre cittadine poste ai piedi dei contrafforti alpini, tanto vicine da poterci saltare sopra, ma quasi duemila metri più in basso.
La pianura piemontese è circondata dalla catena alpina, che si segue fino ai massicci del Gran Paradiso e del Monte Rosa; se la giornata è limpida, si scorgono anche le lontane Alpi Retiche. Sul lato opposto, bellissimo il panorama sulle più alte cime delle Marittime e delle Liguri, con i valloni che affondano nel loro interno. Verso est, se si è fortunati, oltre le colline delle Langhe, si scorgono le cime dell’Appennino Ligure, al cui interno è racchiusa una piccola parte del Golfo di Genova. In effetti, nelle giornate limpide, la dorsale della Bisalta è chiaramente visibile da Genova.
Lo straordinario panorama che si osserva da questa montagna spinse niente meno che Douglas William Freshfield e William Augustus Brevoort Coolidge a salirvi di persona. Salirono sul Bric Costa Rossa nel 1883, per poi pubblicare su The Alpine Journal un dettagliato resoconto della vista che si godeva da lassù.

Vie d’accesso

La Bisalta vista da Punta Gutzart: a sinistra la Besimàuda, a destra il Bric Costa Rossa
La Bisalta vista da Punta Gutzart: a sinistra la Besimàuda, a destra il Bric Costa Rossa (16 giugno 2019)

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