BECCA DI NONA – 3142 m
Settore: Alpi Graie
Gruppo: Massiccio del Gran Paradiso
Descrizione
La Becca di Nona (3142 m) è un’imponente montagna che si innalza a sud della città di Aosta. È una delle cime più frequentate della valle, per via della relativa comodità d’accesso e la spettacolare vista aerea sul capoluogo, situato proprio ai suoi piedi.
Si presenta come un’elegante piramide rocciosa, con quattro contrafforti disposti secondo i punti cardinali. I versanti esposti a nord sono altissimi e scoscesi: in particolare la parete nord-ovest, che precipita per diverse centinaia di metri sul basso Vallone di Comboè, ed è ben visibile da Aosta. I versanti affacciati verso sud sono meno acclivi, costituiti da rocce rotte nella parte sommitale e coperti d’erba alle quote più basse. Il contrafforte sud della montagna scende all’alto valico del Col Carrel, dove si salda alla cresta che sale verso l’adiacente Monte Emilius.
La cresta sommitale è lunga alcune decine di metri; all’estremità nord-est, affacciata su Aosta, si trova una grande statua della Madonna, inaugurata il 12 settembre 1892, mentre il vero e proprio punto culminante è sormontato da un piccolo ometto di pietre. Dalla cima la vista spazia su tutte le cime più alte della Val d’Aosta. A stupire, però, sono la vista aerea su Aosta, vicinissima ma 2600 metri più in basso, e il panorama frontale sulla parete nord del Monte Emilius.
La prima ascensione nota della montagna risale al 1832, effettuata dall’Ingegner Casalegno dello Stato Maggiore Sardo. In vetta Casalegno trovò un segnale, per cui la vetta doveva essere già stata salita, forse da cacciatori di camosci. Nei decenni successivi la frequentazione aumentò, anche grazie al priore Giorgio Carrel, che si adoperò per costruire un vero e proprio sentiero escursionistico che portasse in vetta. Quel sentiero è ancora oggi la via normale alla cima. Nel 1878 in vetta venne costruito un piccolo rifugio, chiamato Pavillon Budden, che però ebbe durata breve, e fu completamente abbandonato nel 1900.
Il toponimo deriva dal fatto che, osservando da Aosta, il sole sovrasta la cima alle undici del mattino. A quell’ora, in anticipo rispetto alla liturgia tradizionale, i canonici di Aosta iniziavano a celebrare il breviario di mezzogiorno (nona in latino). Sempre a causa della posizione del sole, la Becca era nota anche come Pic des Onze Heures, mentre l’adiacente Monte Emilius era il Pic des Dix Heures. Nel XIX secolo la cima venne ribattezzata Pic Carrel, in onore di Giorgio Carrel, ma questo nome non ebbe successo. Il nome di Carrel è rimasto comunque al colle sottostante.
Vie d’accesso

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